Oggi andiamo a fare un’intervista a Andrea, l’autore di Lockdown BoardGame.
E’ un gioco che stiamo provando in questi giorni e che vi presenteremo nella prima settimana di Dicembre.
Volevamo prima però raccontarvi la storia, di Andrea e di IDEAgames, che ha messo in commercio questo titolo.
E’ una storia di grande coraggio, un po’ come quella di Emanuele e altre che andremmo a raccontarvi nei prossimi giorni.
Ecco l’intervista a Andrea.
Tutti gli argomenti trattati
Facciamo la conoscenza di Andrea
Ciao Andrea, non ti abbiamo visto nei “paraggi”…non sei un autore di giochi a tempo pieno, vero? Che cosa fai nella vita?
Ciao a tutti i lettori e voi della redazione.
Vi ringrazio intanto per questo invito e per la possibilità che mi state dando per far volare più veloce possibile il nostro messaggio.
E’ un piacere essere d’aiuto e fare informazione su questo mondo è il nostro “lavoro”.
Grazie. Comunque, sì sono decisamente un neofita.
Sotto tutti i punti di vista, di fatti nella vita gestisco la mia azienda di multiservizi legati agli eventi, IDEAeventi.
Ci hanno però bloccato per il momento e dal bisogno di non stare fermi è nato tutto il nostro progetto.
Non mi andava proprio di far tornare me ed i miei collaboratori nell’incubo della cassa integrazione.
Dopo qualche tempo di forte incertezza dal 1 novembre sono tutti rientrati in pianta stabile per la produzione di Lockdown Boardgame.
Quindi nella “vita vera” ti occupi di IDEAeventi. Di che si tratta e tu in particolare di cosa ti occupi?
Anche questa è vita, come diceva una canzone.
E chi meglio di noi sa che nulla è certo, siamo tutti artisti che sul palco e nei nostri servizi siamo abituati all’imprevisto.
Spesso e volentieri ti costringe a reinventare tempestivamente nuove alternative, per non parlare dei nuovi finali.
La nostra azienda è leader di mercato nella piazza peloritana per un semplice motivo.
In 10 anni abbiamo sempre moltiplicato i servizi legati all’evento implementando i settori e acquisendo nuove competenze.
Questo grazie a corsi periodici e un valore univoco a tutti i nostri settori aziendali, MANTENERE LE PROMESSE.
Una videopresentazione di Andrea
Come la pandemia ti fa scombina i piani
Che settori trattate ad oggi?
Oggi la nostra realtà opera in diversi settori con rami d’azienda appositi:
IDEAstudio (comparto foto e video);
IDEAlab (laboratorio si stampa, editoria e grafica lavorazione di legno, plex e polistirolo); IDEAdesign (creazione di gadget personalizzati);
IDEAbusiness (curiamo i servizi per le aziende di settore, dal marketing alle campagne pubblicitarie, all’installazione di impianti audio, video, luci e insegnistica).
La madre di tutti è IDEAeventi ( allestimenti, artisti di tutte le nature dai musicisti ai ballerini passando per dj e presentatori, service audio-video e luci con gli ultimi ritrovati della tecnologia) L’ultima nata è IDEAgames (creazione di giochi d’intrattenimento).
Come vanno le cose con la pandemia….immaginiamo non troppo bene
Siamo stati i primi ad essere fermati.
Sappiamo anche che saremo gli ultimi a poter ripartire.
Siamo consci che, in tempi di pandemia, con il dolore immenso delle famiglie già colpite dalle perdite subite, le feste siano l’ultimo pensiero di qualsiasi governo.
Avendo però la volontà di non fermarsi mai, abbiamo puntato tutto su questo nuovo progetto che spero vi piaccia e piaccia soprattutto ai vostri lettori.
Come sei arrivato personalmente ai giochi da tavolo?
Come penso tutti i neofiti, in punta di Monopoli e Taboo.
Sono veramente pochi i momenti che ho trascorso giocando con i giochi da tavolo, qui al Sud siamo più amanti dei giochi con le carte siciliane.
Amiamo però stare seduti allo stesso tavolo per ore con amici e parenti.
Tre settimane fa ho fatto la mia prima, fallimentare, partita di Risiko e l’ho fatto proprio per studiare le meccaniche di un gioco così amato.
Un raggiante Andrea ci introduce una parte di Lockdown
Come nasce IDEAGames
Come si passa da IDEAeventi a IDEAGames? Ti sei svegliato una mattina e…oppure hai sempre avuto un’idea in questo senso?
No, ragazzi, purtroppo distruggo lo stereotipo del “sogno nel cassetto”.
Qui è stato proprio il caso di una carta giocata senza paracolpi né paracadute.
Ho solo scelto di utilizzare partner di produzione conterranei e per me rivedere i miei ragazzi in azienda è la soddisfazione più grande.
Ho imparato sulla mia pelle quanto un’azienda sia fatta prima dalle persone giuste e poi dai prodotti che commerciano.
Non è un illuminazione da poco nel mondo dell’imprenditoria.
Nel primo stop, siamo stati chiusi un mese intero, Marzo, ed ho perso validi collaboratori che con oggettività non vedevano la luce in fondo al tunnel.
Non la vedevo neppure io in realtà.
Ad Aprile chiamai mio fratello, per aiutarmi a svuotare il nostro negozio al centro città: non potevo mantenerlo ed il padrone lo ha preferito chiuso.
Nel tragitto, con mio fratello sempre accanto, pensai a cosa poteva servire.
Abbiamo allora convertito le macchine in azienda che servivano per la produzione di bomboniere, per fare mascherine.
Anche in questo caso ci siamo reinventati e siamo riusciti ad essere operativi e produttivi.
Da quante persone è composto il vostro team e come siete organizzati?
A Gennaio eravamo pronti per aprire il terzo punto vendita e tra interni ed esterni eravamo 26 operatori. Oggi siamo in 16 totali che lavorano al progetto.
IDEAGames nasce dalla sporadica produzione di Lockdown the Game o avete una linea editoriale?
E’ nata sicuramente per Lockdown Boardgame ma ci abbiamo preso gusto e creato già la versione Small e la versione #Smile (come si vede sul sito N.d.R).
Adoro creare nuovi progetti e qualcosa di nero su bianco già esiste. Vi posso solo accennare che si tratta di un progetto indipendente dalla lingua, per il resto bho..
Lockdown Boardgame
L’idea
Quindi vi viene in mente di ideare un gioco e produrlo.
Avete trovato delle resistenze? Oppure qualche dubbio o paura lo avete voi avuto voi stesso?
Mio fratello è il braccio ed io la mente.
Io disegno e scrivo e lui trasforma in realtà quello che ho progettato.
Come tutte le volte lui è quello scettico e io sono il “futurista” che crede a prescindere nell’idea.
Parlaci delle tempistiche…
Ho tenuto in mano la prima scatola ad una settimana dal primo disegno, e siamo entrati in produzione dopo sole 2 settimane di sistemazioni.
Abbiamo fatto in tutto 5 partite, e provato mille sistemazioni diverse e correzione di misure di stampa che ci permettevano di avere meno sfrido possibile, ma senza penalizzare la giocabilità.
Quindi si, paura tanta, ma la soddisfazione delle attenzioni e degli applausi ricevuti hanno ripagato tutti gli sforzi.
Restiamo ancora oggi, con tanta umiltà, aperti a consigli pratici per migliorare il nostro gioco.
Gli attori dietro il sipario
Nella vostra homepage abbiamo visto che avete coinvolto attori e comici per la creazione del gioco. Ci puoi spiegare come è andata?
Il gioco è stato creato da artisti, comici su tutti, quindi fatto per ridere.
Chi meglio di altri comici avrebbero potuto veicolare il messaggio?
Sono stati cordialissimi e vicini alla nostra storia, siciliani come noi e vicini al problema.
Ci hanno subito voluto dare una mano.
Approfitto di questo spazio per poterli ringraziare ancora una volta.
Avete coinvolto anche professionisti del game design?
Te lo chiediamo perché sembra abbiate introdotte meccaniche non banali, alcune cosiddette dei “giochi moderni”, che spesso non tutti conoscono o riescano ad implementare.
Questa domanda è per noi un grandissimo complimento.
Non abbiamo coinvolto nessuno al di fuori dei grafici interni all’azienda.
Sono fiero del loro lavoro e della forza comunicativa che oggi ha l’intero parco games.
Le meccaniche invece sono tutte frutto di una mia partita ideale.
Non essendo avvezzo dei giochi da tavola ho solo pensato cosa mi piacerebbe che succedesse durante una partita e da lì sono partite le dinamiche che oggi conoscete.
Non vogliamo svelare niente adesso, ma ci piacerebbe parlare di più delle meccaniche del gioco.
Il lockdown, secondo noi, ha dato un ulteriore sprint ai social, visto che ha permesso in qualche modo di stare vicini seppur distanti.
Ritroviamo i social anche nel vostro gioco…
Si, è anche questo è Lockdown,
Abbiamo implementato l’uso dei social.
Esiste ad esempio un personaggio, l’Influencer, ed una sua stanza dedicata dove social e telefoni serviranno per finire la gara.
E come ormai consuetudine social, gli hashtag (#) faranno la differenza.
La produzione del gioco
Come saprai, molti editori, soprattutto se in erba, si lanciano su piattaforme di crowdfunding, raccolgono anche centinaia di migliaia di euro e fanno stampare tutto in Estremo Oriente con buoni profitti (così ci dicono i bene informati).
Perchè voi no? C’è solo una questione di logistica e time to market o una precisa linea editoriale?
Ho scoperto il crowdfunding grazie agli esperti che ci hanno contatto facendo la stessa domanda.
Non abbiamo usato fondi esterni, ma gli ultimi spiccioli rimasti sul conto ed il materiale e le macchine che abbiamo già in azienda.
Sicuramente la molla era quella di muovere la nostra azienda oggi ed il tempo di una campagna non ce l’avrebbe concesso.
La questione Natale alle porte ha accentuato ancora di più il concetto ed ecco spiegato il nostro total HOME-MADE.
Quando abbiamo aperto il pacco ci siamo trovati di fronte….una casetta della frutta!
Ovviamente scherziamo, ma di giochi pensiamo di averne visti più di uno, ma in una confezione del genere.
Lavoriamo il legno ormai da diversi anni e da una prima ricerca la scatola di cartone tra fustelle e preformati ci sarebbe costata un botto, vista la tiratura limitata progettata inizialmente.
Il design della scatola, il coperchio ed il sistema di apertura è una chicca alla quale sono parecchio legato (in effetti è un’idea davvero originale ed elegante N.d.R).
E’ nata concettualmente per abbracciare diverse fasi di lavorazione che vertono sempre su velocità di realizzo e praticità d’uso, e sono un sacco orgoglioso della qualità di stampa ottenuta, stampa diretta UV, e della presentazione che ha la nostra ricercatissima ormai, “cassetta della frutta”.
Un pezzo da collezione?
Che versioni sono previste?
I più avvezzi ci dicono che la versione che avete presto aumenterà di valore.
Ad oggi siamo a 157 scatole rimaste e non ne produrremo più in legno, (almeno la versione CLASSIC LEGNO)
Abbiamo trovato una bellissima soluzione versione SMALL che riesce a presentarsi al pubblico con le stesse dinamiche ma ad un prezzo molto più invitante.
Per i collezionisti: affrettatevi perché ci sono rimaste le ultime “cassette della frutta” in pioppo.
Perdonaci una domanda provocatoria. Come puoi immaginare, ad Aprile già si diceva “adesso uscirà UN gioco sul lockdown”, aspettandosi che il mercato cogliesse la palla al balzo. Il vostro gioco può essere IL gioco sul lockdown?
Il nostro è il gioco sul Lockdown, ma ad Aprile facevamo mascherine e di queste voci non ne sapevo nulla.
Ho iniziato a scrivere Lockdown il giorno in cui Conte ha detto che in casa non avremmo potuto ospitare più di 6 persone, oltre ai congiunti.
Ho capito che ci saremmo immobilizzati a brevissimo giro e mi è venuta l’idea.
Il futuro
Torno sul punto IDEAGames: un’esperienza che finirà con la fine del distanziamento sociale e un ritorno effettivo alla normalità, oppure una raltà da portare avanti insieme a IDEAeventi?
Immaginiamo ci vorrebbe la sfera di cristallo.
Nessuna sfera ragazzi, continueremo a cavalcare l’onda che il mercato preferirà.
Fintanto avrò carta, penna e i miei ragazzi tutto sarà sempre possibile, ormai l’ho imparato e la cosa mi rasserena tanto.
Abbiamo letto di un’espansione per il gioco. Di cosa si tratta?
Abbiamo in mente di poter coinvolgere il nostro pubblico in nuove sfide dettate da nuove stanze che potranno arricchire la partita già piena di dinamiche diverse tra loro.
Quindi continuate a seguirci che noi saremo sempre pronti a rispondere a nuove domande.
Altre novità per il futuro?
Pensiamo di investire i proventi del gioco in una sfera di cristallo 🙂
Grazie per il vostro spazio e per la “cassetta della frutta”.
Abbiamo capito, non ti vuoi sbottonare. Lo capiamo.
In conclusione
E’ stato un piacere fare questa intervista a Andrea. La più bella frase che abbiamo sentito su questo periodo è di Emanuele, l’ideatore di Bag Man: “durante una crisi c’è chi piange e chi vende i fazzoletti“.
Andrea poteva sedersi sugli scalini della sua azienda e piangere e maledire “le donne il tempo ed il governo”.
Invece no. Si è rimboccato le maniche e anziché rosicchiare piano piano i risparmi aziendali, li ha reinvestiti.
Signori, noi non avremmo avuto il coraggio. Forse neppure il suo ottimismo.
Non sappiamo se Andrea, come molti altri, siano un eroe di questo lockdown.
Sappiamo solo che queste storie di coraggio e passione ci piacciono.
Ci piacciono ancora di più se coronate da un successo, che auguriamo a Andrea e ai suoi ragazzi.