Tekhenu: l’obelisco del sole è un gioco che è uscito di recente per Giochix, tramite Giochistarter.
Come altri titoli quest’anno ci porterà indietro nel tempo nell’Antico Egitto.
Un’epoca davvero affascinante e carica di mistero che in Volpe Giocosa è sempre bene accolta.
Il primo autore che si legge nella scatola è Daniele Tascini, un star designer potremmo dire.
Suoi Tzolk’in, Una Storia di Pirati e Marco Polo.
David Turczi e Nick Shaw, coppia già vista in Rome & Roll, ha curato nel dettaglio la modalità in solitario.
Chi non vuole leggere tutto l’articolo, magari si faccia vivo alle conclusioni per tirare su l’obelisco.
Tekhenu
Giochix
Da 1 a 4 giocatori. Età 14+
Durata: fino a 2 ore
Costo: circa 50 eur
Materiali abbondanti con effetto wow
Tekhenu si presenta con uno scatolone carico di materiale.
Prima di scendere nel dettaglio, possiamo dire che l’editore ha prestato attenzione ai dettagli.
Un sacco di ziplock, le bustine con la chiusura a pressione, ognuna con il sacchetto di silica gel.
I meeple sono divisi per tipo, non per colore, ma probabilmente in fase di produzione è la scelta migliore.
Anche le fustelle di cartoncino, da cui ricavare la miriade di tasselli, si trovano in una busta di plastica che le protegge.
Piccolezze? Probabilmente. Però non si trovano in tutte le produzioni.
Meeple per ogni evenienza
Il tabellone di Tekhenu è di grandi dimensioni, del resto deve alloggiare l’obelisco.
Vedremo come si incastra nel Disco, la ruota dell’obelisco, con un foro esagonale al centro.
Ogni giocatore ha un set di meeple. Due sono nella versione classica a “omino”, che avremmo preferito proprio diversi e non di dimensioni diverse.
Ci sono dischi e cubetti, come nella migliore tradizione german, ma anche Edifici, Pilastri e Statue.
Le dimensioni sono di quelle che permettono di essere maneggiati agevolmente, 2-4 cm a pezzo.
In questo modo si alloggiano bene nella plancia giocatore, dove si può tenere traccia di quanto costa ciascuna costruzione e c’è la bilancia dei dadi puri-contaminati.
Ci sono anche quattro tracciati con dei fori quadrati per usare un cubetto per segnare la posizione.
Un sacco di carte
Le carte sono davvero tante. Sono delle dimensioni di 7 Wonder Duel o Airships.
Sono di diverso tipo ed è inutile qua scendere nel dettaglio. Diciamo solo che alcune di quelle si usano solo per assegnare le risorse iniziali (alla Tzolk’in).
Oltre alla chiara iconografia ci sono anche delle spiegazioni, in italiano.
26 i dadi a sei facce in 5 colori diversi, da estrarre da un sacchetto di stoffa.
Le risorse, come pane, papiro e granito, sono dei segnalini (token) in cartoncino. Superano il centinaio.
L’obelisco è l’effetto wow
Sicuramente l’elemento che contraddistingue Tekhenu è l’obelisco. Parliamo di un oggettino di 17-18 cm in plastica con alla base una sagoma per incastrarlo nel tabellone.
Si crea così la struttura tabellone-disco-obelisco, con questi due ultimi elementi rotanti.
Nella lettura del regolamento vedrete che è funzionale al gioco, creando il sistema di luci e ombre che è uno dei concetti chiave del gioco.
Un gioco abbastanza complesso…
Tekhenu è un gioco abbastanza complesso, con BGG che lo pone a tre quarti della sua scala di peso.
La complessità è dovuta dal fatto, secondo noi, che le azioni sono molto articolate e connesse tra loro.
Proviamo a darvi un’idea.
Concetti chiave
Il gioco sarebbe in realtà totalmente in avvicinabile se il regolamento non fosse fatto con attenzione.
Uno dei suoi meriti è di avere dei paragrafi dedicati proprio ai concetti chiave del gioco.
Luci e ombre
Uno di questi è la gestione delle luce e delle ombre.
Si immagina infatti che il sole colpisca l’obelisco che proietta la sua luce sul Disco. I sei Settori del disco saranno divisi a coppie fra quelli in piena luce, in ombra o al buio.
Ogni settore è diviso in tre Cerchi. Una tabella indica come ogni Dado, in base al suo colore e alle condizioni di illuminazione del Settore, abbia un Cerchio dove essere posizionato.
Un po’ macchinoso, in particolare ad ogni rotazione del disco riordinare il tutto, ma in realtà darà adito ad una meccanica interessante.
Azioni differenti, da declinare in base al numero del dado
I sei Settori servono a identificare 6 azioni differenti, che si scelgono prelevando il dado dal cerchio.
Il numero sul dado generalmente declina meglio l’azione, “descrivendola” in modo diverso in base al numero.
Attivare un settore in genere costa risorse di un qualche tipo.
Ci sono diversi modi per ottenerle, uno di queste è usare il dado non per compiere l’azione ma per prendere un certo numero di risorse pari al suo numero e del tipo dipendente dal suo colore.
Cosa conviene fare?
I concetti chiave, per quanto male li possiamo avere descritti, sono comunque assimilabili facilmente.
Con il regolamento alla mano ancora meglio.
Dopo qualche turno poi, l’iconografia sul tabellone inizierà a prendere senso, senza bisogno di consultare troppo spesso il regolamento.
Il problema è che il Giocatore Inesperto si troverà davanti una miriade di possibilità e potrebbe rimanerne confuso.
Potrebbe infatti avere qualche difficoltà su “dove attaccare” il Disco e la vetrina delle Carte aumenta ancora l’imbarazzo della scelta.
Alcune azioni sono articolate e coinvolgono meccaniche secondarie, quasi mini-giochi. Un esempio è la costruzione delle colonne nel tempio, dove bisogna creare una griglia ordinata (pattern building).
…che da lì trae la sua forza
Se come abbiamo visto la varietà di possibilità crea un po’ di imbarazzo all’inizio, una volta digerita la gestione del turno, diventa la sua forza.
Questa grande varietà, insieme a una preparazione variabile, sia nell’organizzazione del Disco che nelle risorse iniziali, aumenta la longevità e strategia.
Alcuni aspetti sono forse troppo intricati, come le tessere del tempio che si attivano con la luce (capirete dal regolamento), ma generalmente le meccaniche non allungano solo il brodo.
Alcune chicche di seguito.
La bilancia che pesa il cuore
Come abbiamo visto nei concetti chiave, i dadi si posizionano su diversi Cerchi. Alcuni risultano così puri e altri contaminati.
Ci piace pensare che alcune azioni siano quindi delle azioni buone, mentre altre cattive. Alla fine della nostra vita (ogni tot turni nel gioco), queste azioni andranno su due piatti della bilancia diversi.
Persone troppo malvagie saranno punite (malus di punti vittoria).
Ci è tanto piaciuta questa idea che avremmo voluto qualcosa come un reale bilancino nel gioco. E’ davvero chiedere troppo in realtà!
Avere un popolo felice
Interessante il doppio tracciato della popolazione e di quanto sia felice.
Sicuramente avere una popolazione elevata permette al giocatore di avere accesso a più opzioni e punti, ma conta anche se sia felice.
Alcune azioni infatti richiedono lo sfruttamento dei lavoratori, che non la prenderanno bene.
Un gestionale che tiene conto della felicità del lavoratore: progressista.
Strategie dominanti per gruppi o in assoluto
Giochi strutturati di questo tipo necessitano di un sacco di partite di prova (playtesting).
Gli autori di questo gioco ne avranno fatti a iosa per poter incastrare tutti le azioni e creare percorsi diversi per raggiungere la vittoria.
Questo è particolarmente vero nei giochi come questo, nei german in generale, dove il punteggio è calcolato come somma di diversi fattori o classifiche in vari tracciati.
Sul web girano voci su possibili strategie che conducano sempre alla vittoria.
Alcuni precedenti che non abbiamo mai capito
Certe indicazioni ci sono state anche su Tzolk’in, mentre su Glass Road si parlava di bug (errore di progettazione).
Non abbiamo fatto chissà quante partite, quindi non ci possiamo sbilanciare.
C’è da dire che anche su Tzolk’in queste strategie non le abbiamo mai percorse, e sono trovate forse da giocatori davvero esperti.
A noi capito che un membro della Redazione trovò una buona strategia su La festa per Odino e avevamo difficoltà a intralciarlo.
Non sappiamo se fosse un difetto del gioco o dei giocatori.
In conclusione
Tekhenu è un titolo di Giochix che ci porta a costruire edifici e templi nell’Antico Egitto.
Il nome deriva proprio dal nome dell’obelisco.
Tutto il gioco è corredato da riferimenti, con nomi e grafica, dell’epoca dei faraoni.
Il materiale è molto abbondante e curato, con meeple di ogni tipo, da quello classico a edifici e colonne.
Carini i colori fluo, che ricordano Xi’an.
Sicuramente di effetto l’uso dell’obelisco, probabilmente non indispensabile ma con l’autore che riesce a trovargli la giusta utilità nell’economia del gioco.
Prendetevi il vostro tempo
Il gioco va un po’ digerito, nel senso che le meccaniche tirate in ballo sono molte e connesse tra loro.
Una curva di apprendimento a esse: all’inizio imparerete piano, poi presa confidenza con la meccanica vi dedicherete al gioco in sé, cercando le strategie migliori.
Il setup variabile vi chiederà ad ogni partita di riallineare la vostra tattica in base alle condizioni di partenza vostre e delle possibilità offerte dal tabellone.
Il regolamento è scritto bene, con diversi esempi, e questo aiuta. Un po’ meno il fatto che le azioni sono chiamate col nome del dio egizio di riferimento e quindi all’inizio faticherete un po’ ad abbinare nome a immagini.
Anche la riorganizzazione del dadi in base alla luce nel Settore richiede un po’ di “manualità”, che si apprende dopo qualche turno.
Meccaniche di successo e nuove chicche
L’autore reimplementa in Tekhenu alcune meccaniche di successo, come l’uso del dado da abbinare alle azioni.
La suddivisione fra “azioni buone e cattive” (pure e contaminate) è una meccanica interessante che pone il giocatore davanti al dilemma se valga la pena o no raccogliere un certo dado.
Lo stesso vale per la raccolta delle risorse, non citate nel paragrafo dei concetti chiave, dove l’eccessiva cupidigia è punita dal gioco.
Anche la stessa meccanica di luce e ombra date dall’obelisco è stimolante.
All’inizio va assimilata, ma il variare dell’illuminazione permette ai dadi di variare la loro purezza creando diverse strategie e richiedendo abilità di pianificazione.
Per Inesperti che vogliano imparare e strateghi scafati
Tekhenu è un gioco che richiede concentrazione. Non adatto a chi si stufa subito, ma da avere per coloro che vogliono mettersi alla prova e sono disposti a confrontarsi con una fase di apprendimento.
Magari da giocare con un gruppo assiduo, così da imparare assieme, sebbene la stessa modalità in solitario può essere una buona palestra.
In questo senso può giocare anche il Giocatore Inesperto, al quale non faccia fatica fatica sfogliare il regolamento e veda possibili errori non come frustranti, ma come possibilità di apprendimento (atteggiamento sempre proficuo nella vita).
Per questi la complessità del gioco sarà un plus, nel senso che permetterà loro di provare diverse strategie in un gioco che assicura un’alta rigiocabilità in questo senso.
Se volete sollevare un obelisco anche voi alle divinità egizie, Get Your Fun ha tutti gli strumenti per potervi dare una mano.