Di Revive se n’è parlato molto da quando fu presentato ad Essen.
La localizzazione da parte di Ghenos Games, comunicata con qualche immagine sibillina sul profilo della loro pagina, è stata accolta con entusiasmo dalla community italiana.
Personalmente lo abbiamo giocato all’evento organizzato ad Ostia presso l’Associazione la Farfalla (avrete visto qualche post sia su Insta che su Facebook).
Detto ciò partiamo e esploriamo la superficie ghiacciata 5000 anni dopo la distruzione.
Tempo di lettura 7 minuti
Semmai i nostri articoli non sono delle vere recensioni, a maggior ragione non lo sarà questo.
Lo abbiamo visto giocare qualche volta, ma solo questa esperienza a Ostia ci ha permesso di completare una partita a tre giocatori (secondo BGG il numero perfetto).
Diciamo che alle conclusioni raccogliamo più che altro sensazioni e non proprio una disamina finale.
Revive
di Helge Meissner, Eilif Svensson, Anna Wermlund and Kristian Amundsen Østby
Ghenos Games
Da 1 a 4 giocatori. Età 14+
Durata: circa 2 ore
Costo: lo trovate su Get Your Fun
Un sacco di tracciati
L’immagine sul coperchio di Revive, con un fiore che sboccia, potrebbe non indirizzare il giocatore verso la vera ambientazione del gioco (sebbene non è che uno spenda 60€ solo guardando la confezione).
Tuttavia questo fiore ha la valenza dell’erbaccia che lotta per crescere nel cemento: se guardate lo sfondo vedrete come questo bocciolo si faccia strada tra i ghiacci.
È questo il vero tema di Revive: ogni giocatore guida una tribù alla scoperta di un mondo ghiacciato e cerca di colonizzare di nuovo il pianeta.
Un pianeta ghiacciato
Dopo un preambolo puntiglioso e poetico (?), passiamo al tabellone di gioco. Come nel più classico dei german è orlato dal tracciato dei punteggi, ma quello che conta lo troviamo al centro.
Durante il setup comporremmo la superficie del pianeta con la maggior parte dell tile, ognuna con 4 esagoni, ancora coperte, ovvero che offrono la parte ghiacciata e indicano il costo per essere esplorate.
Solo una manciata di tile forma la parte centrale del mondo noto alle tribù.
Parte di Revive consiste proprio nell‘esplorare il pianeta ghiacciato, rivoltando le tile, per raggiungere i confini del tabellone dove, tra l’altro, si trovano succosi bonus.
La plancia del giocatore
Attenzione perché sono ben 2. La prima è uguale per tutti.
È qui che si trovano la maggior parte delle track. Tre di queste rappresentano 3 tecnologie, nel gioco chiamati Tracciati Macchina.
Durante il gioco progredirete in questi tracciati, che con un serpentone si divincolano sulla plancia del giocatore.
Raggiunti certi punteggi si sbloccano delle abilità, alcuni collegati ad un singolo tracciato, altri a due.
Questa meccanica in parte giustifica il tracciato disegnato come appunto un serpentone, insieme al fatto di avere una plancia di dimensioni contenute. In realtà tocca farci un po’ l’occhio per capire le concatenazioni.
Alcune track gestiscono anche le risorse: la posizione di un segnalino indicano quante se ne possiedono, senza usare quindi token o meeple sagomati. Questa soluzione probabilmente velocizza il gioco.
Le risorse comunque sono 3: ingranaggio, libro e cibo, mentre il cristallo è una risorsa jolly.
Infine, i bordi della plancia giocatore sono sagomati: sono degli slot dove si giocano le carte, ovvero i Seguaci.
E non finisce qui
La plancia precedente è uguale per tutti i giocatori, ma ognuno di loro ne ha poi un’altra, peculiare della sua tribù.
In particolare è un’abilità speciale che contraddistingue l’una dalle altre.
Su questa troviamo i meeple da sbloccare, la Popolazione, da inviare all’esplorazione del mondo che si sta scongelando.
La plancia è anche il luogo, almeno così lo abbiamo usato, per ospitare le carte.
Revive ha anche una meccanica di deckbuilding.
Ad inizio partita ogni giocatore parte con un mazzo di carte base, ma avrà poi modo di potenziarlo.
Non andiamo oltre nel dettaglio, se non indicando una particolarità su si giocano le carte.
Ogni carta ha un’azione indicata nella parte alta e una in quella in basso.
Se la carta sarà giocata in uno slot nella parte alta della plancia giocatore, l’azione riportata in calce sarà coperta e sarà attivata quella nell’intestazione e viceversa.
La nostra partita
In Revive non esiste un vero e proprio round. Ogni giocatore nel suo turno sceglie due azioni fra quelle proposte dal Player Aid.
Ad un certo punto, o per esaurimento degli slot per le carte o perché scarseggiano le risorse, deciderà di ibernarsi.
Detto questo, ripristinerà la sua plancia giocatore, avanzerà nell’opportuno tracciato e si preparerà per il prossimo turno.
Per non sapere né leggere né scrivere
Abbiamo visto come Revive abbia diversi tracciati su cui si avanza in modo diverso.
Alla prima partita cerchiamo di essere lineari: giochiamo le carte in modo da accumulare le risorse e le spendiamo per Esplorare le tessere congelate.
Già questa operazione fornisce punti e la possibilità di scegliere una carta dal mercato.
Detto questo il passo successivo è quello di collocare Edifici, ovvero attivare la Costruzione. Gli edifici costano ingranaggi e quando si piazzano dannò le risorse (in senso lato, intendendo anche progressi sulle track o punti) degli esagoni attorno.
Comunque tocca quasi sempre aggiungere Cibo: bisogna pagare tanto cibo tanto più ci si allontana dall’ultimo pezzo del proprio colore sul tabellone.
La partita procede bene
Revive premia la programmazione.
Una corretta gestione della distanza ci fa Esplorare e Costruire spendendo poco Cibo e ci fa avvicinare ad una casella che, se colonizzata, dà punti a fine partita per ogni carta presa dal mercato.
Dal momento che ogni Esplorazione permette di acquisire una carta Seguace, ci dà l’idea che il nostro motore sia ben oliato.
Ecco che durante i turni di gioco avanziamo nel tracciato dei punti e, raggiunti certi livelli, otteniamo dei premi.
Le Cassette danno risorse o bonus una tantum, sempre comodi.
Gli Artefatti Grandi, divisi in tre colori, invece sono dei moltiplicatori.
Ad inizio partita ogni giocatore riceve una carta Artefatto con tre obiettivi segreti che faranno fare punti a fine partita e ad ognuno, ma guarda un po’, è associato il colore di un Artefatto Maggiore.
Uno dei nostri obiettivi era quello di prendere carte dal mercato. Essendo sulla via giusta abbiamo fatto il possibile per raccogliere Artefatti Maggiori che moltiplicassero il numero di carte “acquistate” per fare punti.
Dopo un po’ se ne sono accorti e ce gli hanno fregati.
Un gioco che parte lento e poi accelera
È una caratteristica comune a questi giochi.
All’inizio triboli tantissimo per creare il tuo motore, poi però sblocchi delle tecnologie che aprono a nuove azioni.
O ancora le carte che arrivano dal mercato, che o forniscono più risorse o azioni più potenti, permettono di fare più azioni fra un’ibernazione e l’altra.
Gli Artefatti Maggiori quando si esauriscono triggerano la fine della partita. Vengono assegnati per lo più come premi quando si raggiunge un certo livello sul tracciato dei punti (come abbiamo visto).
Con un motore rodato ad ogni turno si fanno più punti che durante i precedenti e ci si avvia alla fine della partita e alla nostra sconfitta.
Già perché terminati i giochi si svelano gli obiettivi segreti di cui sopra.
Inoltre si somma tutto quanto è stato sbloccato che abbia un simbolo relativo ai punto.
Quando poi si sbloccava qualcosa, il segnalino in legno che copriva quello slot si andava ad impilare in una track della plancia giocatore, come un tracciato punti personale il cui risultato si somma a quello ottenuto sul tabellone principale.
In conclusione
In conclusione è andata male. Sembrava corressimo sul tracciato dei punti, ma non avere curato i Tracciati Macchina e gli Artefatti Maggiori / Obiettivo segreto ci ha penalizzato e fatto recuperare dal buon Antonio di GdT Roma Players. Morale? Un secondo posto.
Partita comunque piacevole anche se, ovviamente, Revive è un gioco che necessità di essere giocato e rigiocato, possibilità che concediamo sempre meno spesso alle nostre scatole.
Comunque non è poi così complicato in quanto le azioni sono lineari, presa anche confidenza con i simboli.
Il problema, come sempre in questa tipologia di giochi, è capire come far fruttare al meglio le proprie risorse.
Qui forse si aggiunge anche il tempismo dell’ibernazione.
L’ambientazione
Un po’ strana. Ok, l’idea della rinascita, del mondo post-apocalittico, ma è un po’ appiccicata.
Comunque poco male: da questa tipologia di giochi non è che ci si aspetti di essere trasportati in un nuovo mondo.
Ci sta.
Il sistema campagna, come fa notare Alkyla nel suo video, non in realtà una vera campagna, ma quasi un tutorial per imparare il gioco un po’m alla volta.
Possibilità un po’ bistrattata dai giocatori, può essere un aiuto per chi si avvicina al genere.
L’interazione? Giudizio sospeso
Ok, ci sono possono rubare carte Seguace ed Artefatti Maggiori, ma la maggior parte della competizione l’avrei vista sulla plancia comune.
Tuttavia, il “sistema distanza”, ovvero pagare cibo per allontanarsi dall’ultimo avamposto, ha fatto sì che ognuno si concentrasse sulla propria parte di mondo.
Forse questo è accaduto perché eravamo un po ‘niubbi: da rigiocare.
Qui di seguito vi proponiamo una lista di giochi che possono piacerti se hai gradito l’articolo.
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24 Luglio 2023