Ricordate? Vi parlammo di 3 giochi, un’anteprima e due prototipi, che provammo ad un evento di GdT Roma Players dedicato a Ergo Ludo Editions e MS Edizioni (società che hanno formato una partnership da qualche mese).
Pyramidice era uno di questi tre giochi e, precisamente, quello che a metà mattina e metà partita ha fatto gridare Sara da un tavolo a un altro “Bello questo…prendiamolo!“.
Non lasciandoci condizionare dall’entusiasmo che ha Sara sia per l’Egitto che per i gatti, entrambi ingredienti del gioco di Luigi Ferrini, cerchiamo di presentarvi Pyramidice.
Tempo di lettura 8 minuti
Pyramidice è un gioco che può sembrare astratto. Ma che gioco non lo è se non ci si impegna un po’?
O, ci verrebbe da dire, se non si affronta un gioco con la giusta dose di curiosità.
Perché qualche “elemento esortativo” c’è. Ben 39 carte con divinità egizie, con le piramidi che crescono sotto i vostri occhi a colpi di dadi e i Lavoratori in posizione “walk like an Egyptian“.
Se volete poi approfondire il tema, recuperate la live di Incanta Dado (qui incorporata).
Rechiamoci quindi sulla piana di Giza per vedere da vicino queste dadolose piramidi.
Pyramidice
di Luigi Ferrini
Ergo Ludo Editions
Da 1 a 4 giocatori. Età 12+
Durata: 30-60 minuti
Costo: 35€ circa
La giusta dimensione delle cose
Pyramice si presenta in una scatola adeguata al suo contenuto. Per intenderci il materiale avrebbe “sciacquato” nello scatolone quadrato da 27 cm, ma allo stesso tempo non ha il problema di reboxing di White Castle, dove parte del gioco è anche rimettere a posto la componentistica.
La riduzione del packaging è stata resa possibile anche dall‘assenza di un vero tabellone di gioco. L’editore ha risolto introducendo delle “cornici”, la plancia Sfinge, un segnapunti e una plancia degli Dei.
Quest’ultima plancetta serve a delimitare due vetrine differenti, quella delle tessere Riposo e quella delle carte Divinità.
Plance anch’esse comuni sono le tre plance piramide, fulcro del gioco.
Rappresentano le tre piramidi site sulla piana di Giza, di dimensione ed epoca differente: Cheope, Chefren e Micerino.
Ogni giocatore ha poi la sua plancia che contiene 8 slot dove posizionare le risorse raccolte. Sono previsti 3 tipi differenti di risorse: Lavoratori, Dadi Bianchi e Gatto.
Ci sono poi spazi dove alloggiare la carta Scarabeo e la carta Progetto.
Queste due carte sono assegnate ad inizio partita e danno un po’ di asimmetria al gioco: la carta Scarabeo indica un’abilità speciale che accompagnerò il giocatore per tutta la partita, mentre la carta Progetto è un obiettivo personale che premia l’adiacenza di dadi del valore indicato sulle piramidi. Sarà chiaro tra poco.
Dadi e dadi
Per un gioco che si chiama Pyramidice non può mancare un focus sui dadi.
Sono tutti a 6 facce, ma disponibili in due colori differenti: quelli bianchi sono i Dadi Pietra, mentre gli arancioni sono quelli Preghiera.
I dadi Preghiera non sono risorse, in quanto non sono accumulabili. Alla fine del turno, infatti, tornano nel pool comune, detto Cava, insieme ai Dadi Pietra non spesi dal giocatore (potremmo quindi dire che comunque i Dadi Pietra sono risorse “volatili”).
I Dadi Pietra sono l’elemento più evocativo di Pyramidice. Sono questi infatti i mattoni delle piramidi che andremo a costruire e li impileremo uno sull’altro per elevare i diversi piani della piramide.
Alternanza lavoro e riposo
Due sono le azioni possibili nel proprio turno: Lavorare e Riposare.
Sebbene storicamente il riposo venga dopo il lavoro, partiamo dall’azione più semplice da descrivere.
Riposare è’ un’azione che si compie, di regola, per incassare qualche risorsa.
Si scegliete infatti una tessera Riposo da quelle disponibili in vetrina e se ne attivano gli effetti.
Grosso modo ci verranno fornite delle risorse o opportunità del tipo “paghi 1 prendi 2”, come nelle migliori promozioni dei supermercati.
Quando abbiamo 3 tessere Riposo nella nostra riserva, si aggiorna il mercato delle Divinità, avvicinandoci difatti alla fine della partita (uno dei possibili trigger di fine partita è proprio l’esaurimento del mazzo Divinità, l’altro è l’esaurimento di Dadi Pietra nella riserva comune).
“Andiam, andiam… andiamo a lavorar…”
L’altra azione è quella di Lavorare. I propri Dadi Pietra vengono messi insieme a quelli Preghiera e se ne lanciano tanti quanti sono i Lavoratori che abbiamo a disposizione.
Per limitare l’intervento della alea, al giocatore è data la possibilità di rilanciare parte del set di dadi (re-rolling, meccanica che troviamo in Yahtzee e implementata in diversi giochi).
Inoltre, spendendo un Gatto, il valore del dado può essere incrementato o diminuito di un punto.
I Dadi Pietra possono essere spesi come blocchi in una delle 3 piramidi: a seconda del loro valore, del tipo e del piano della piramide, dovremmo scartare un certo numero di Lavoratori.
Del resto “no pain, no gain“: un Dado Pietra di valore 6 richiede più Lavoratori di uno di valore 1 per essere posizionato, ma è premiato con più punti. Lo stesso dicasi per costruire ai livelli più alti della piramide.
Marco Mengoli, consulente storico di Pyramidice, e Alessandro Lanzuisi, CEO di Ergo Ludo, presentano Pyramidice alla vigilia del Day One. Una live degli amici di Incanta Dado
La Divinità ti aiuta
Le carte Divinità si pagano anch’esse in dadi e sono acquistabili con l’azione Lavoro. Costruire Dadi o prendere carte Divinità non sono azioni “autoescludenti”: finché si hanno risorse per pagare si può fare quello che si vuole.
Ogni carta Divinità indica, per numero e/o colore, quali e quanti dadi è necessario rimettere nella Cava per portarsi a casa la carta.
Le Divinità generalmente consentono azioni che si possono attivare una volta per turno, ruotando la carta per ricordarselo, ma c’è anche una divinità che dà punti a fine partita con una meccanica di set collection.
C’è una mezza fregatura: a fine turno se la somma di Gatti e Lavoratori nella nostra riserva è inferiore al numero delle carte Divinità che abbiamo raccolto, sarà necessario scartarne una.
Amanti delle combo, siete in ascolto?
All’evento GdT Roma Players uno degli amici della Pila degli Scarti, associazione che come avete visto dai social frequentiamo da mesi, ha acquistato una copia di Pyramidice.
Abbiamo così avuto modo di provarlo tra noi, nelle serate associative, ma anche di proporlo ad eventi pubblici.
Insomma, abbiamo macinato un discreto numero di partite.
La sensazione è che le risorse siano sempre poche. Innanzitutto sono poco “stoccabili”, essendo gli slot del magazzino personale soltanto 8.
Se un Lavoratore lo spendo per costruire una piramide, tirerò meno dadi nel turno successivo (vedi Lavorare).
Mi conviene forse riposare? Anche perché diventerebbe inutile comprare ulteriori carte Divinità, se poi ne perdo una alla volta (come abbiamo visto prima).
Ok, forse dovrei rimandare la costruzione della piramide.
Già, ma i Dadi Pietra che metto in comune nella cava con l’azione Lavorare non tornano indietro se non li uso. In questo modo li sto mettendo a disposizione del prossimo avversario in ordine di turno.
Che devo fare?
Un po’ di ottimizzazione
Sicuramente dobbiamo ottimizzare le azioni. Padroneggiare le combo è la via per farlo, usando ad esempio possibili catene date dalle carte Divinità e dalla carta Scarabeo, quella che concede un’abilità speciale e dedicata al giocatore.
Le carte Scarabeo sono generalmente potenti, ma sono tutte potenti, così da non trovare uno sbilanciamento sostanziale fra l’una e l’altra.
Ecco quindi che abbiamo messo sotto stress Pyramidice tramite attivazione di catene di combo, ma il gioco ne è uscito fuori indenne, a parte qualche dubbio poi chiarito con una lettura più attenta del regolamento.
In effetti il regolamento è davvero completo e spiega una ad una sia le tessere Riposo che le carte Divinità.
In conclusione
Pyramidice è categorizzabile, per gli amanti dell’argomento, come un manipolazione dadi (non un piazzamento dadi come Studiosi a Sud del Tigri o l’intramontabile I Viaggi di Marco Polo).
Sperando che chi odia i dadi stia ancora leggendo, possiamo informarlo circa le meccaniche e accorgimenti che l’autore ha messo in piedi per evitare di dire “i dadi non hanno girato”. Le abbiamo per l’appunto elencate non per una pedissequa condivisione del regolamento, ma proprio per farvi vedere come l’aleatorietà è stata addomesticata.
Allo stesso tempo, dal momento che le opzioni dell’azione Lavorare non sono mutualmente escludenti, ad ogni azione è comunque possibile fare qualcosa e non si verifica mai la fastidiosa circostanza di essere bloccati.
Probabilmente non riusciremo a fare tutto quello che vogliamo, ok, ma questo proprio perché le risorse accumulabili sono solo 8.
La morale è che il gioco che ne consegue è accessibile, con un peso indicato dallo sviluppatore Daniele Ursini di circa 2.5/5 con criteri BGG.
Tuttavia le opzioni di gioco e la possibilità di combo donano al gioco un certo spessore e e profondità (il vostro Affezionatissimo sta mettendo a punto una sua strategia blitzkrieg che qui non può svelare).
Il tema egizio
I materiali sono essenziali nelle loro misure, il che è un bene, nonostante il sistema segnapunti forse è fin troppo minimal e si rischia di sfasciare tutto se si è maldestri. Tutti i componenti sono curati e fanno il loro dovere nel trasmettere l’ambientazione, o comunque il tema.
Alle Divinità, ad esempio, è stata associata, laddove possibile, un’abilità in linea con le loro caratteristiche all’interno del pantheon egizio (Aton scarta gli altri dei, il dio della fertilità porta Lavoratori).
Ad ogni modo, nel regolamento trovate qualche riga descrittiva per ogni carta Divinità.
Ecco quindi che il Museo Egizio di Torino è diventata la cornice ideale per la presentazione di Pyramidice, con un evento history glamour simile a quello che lanciò Cangaçeiros.
Al di là della sfida, Pyramidice dona una soddisfazione collettiva, quasi collaborativa, quando a fine partita si vedono le montagnole di dadi che formano le tre piramidi.
Davvero appagante.
18 Gennaio 2024