I bagni funzionavano.
Lo sappiamo che tanto era la vostra prima curiosità. Ci siamo tolti il pensiero.
Per il resto, come da tradizione, arriviamo con qualche giorno di ritardo al reporting di Play.
Anche in questo 2025, come il direttore di Jurassic Park, non abbiamo badato a spese e ci siamo fatti un giorno di vacanza lunedì.
Ma ligi al nostro dovere eccoci ora qua con il nostro report di Play 2025
Questa Play 2025 era carica di aspettative da parte di tutti. Le nostre ve le avevamo condivise pochi giorni prima della partenza.
Il motto era “Evolution”, ma per certi versi è stata una vera Revolution.
E forse soprattutto per noi, che frequentammo la Fiera di Bologna un secolo fa, ai tempi del Cosmoprof o di quando il treno di portava all’interno del Motorshow.
Ci fermeremo marginalmente nel parlare di giochi. Le varie esperienze ludiche che abbiamo avuto le racconteremo di volta in volta nelle prossime settimane (e magari mesi).
Questo articolo sarà incentrato sulla fiera in se per se.
In qualche modo è anche un promemoria per le volpi giocose del futuro (o darà risposte a chi magari non ha partecipato).
Play 2025

Meglio Modena o Bologna?
Dopo qualche preambolo andiamo subito a rispondere alla domanda delle domande. E saremo netti.
Meglio Bologna.
Riposta in realtà non così scontata e maturata nella giornata di sabato.
Un attimo di smarrimento…
Il nostro articolo precedente riportava meticolosamente i numeri del comunicato stampa degli organizzatori. E cioè più tavoli, più metri quadrati, più tutto.
Questo vuol dire anche più dispersività.
Già all’entrata per raggiungere la meta del desiderio, il padiglione 20, ci siamo mossi con cartine e cellulari alla mano. Come nelle migliori Escape Room.
Dopo una serie di chilometri, inutili, siamo tornati a vedere le stelle.
Stessa agonia però per spostarsi agli altri padiglioni, come quello dei Goblin.
Sali e scendi, scendi e sali.
…ma poi diventa tutto familiare.
Modena era ormai casa. Magari una casa di quelle vecchie dove hai imparato a gestire ogni difetto. Ma era familiare.
Già verso sera del venerdì avevamo preso comunque le misure anche a Bologna.
Ecco alcune regole che ci sentiamo di condividere:
- Se non ti interessano i giochi di carte collezionabili, non scendere mai le scale (giusto una rampa, al limite, per bar e panel)
- C’è un corridoio che collega 20 a 18 che rimane nascosto fra gli stand (che conferma la regola 1)
- Potresti scendere al piano terra per cibarti. Ma, giovane Padawan, scoprirai che non è indispensabile e la prima regola sarà confermata di nuovo
- Quando si entra, mai puntare dritto alla preda

Hic manebimus optime
Gli spazi più grandi si vedono. Nella giornata di sabato, comunque affollata e con una Tana dei Goblin presa d’assalto, la fiera era ancora vivibile.
Chiudiamo la fiera con zero spintoni. E un’aria più respirabile.
E quest’ultima affermazione rileggetela se non l’avete capita.
Tutto questo nonostante i più di 35.000 accessi unici riportati dall’organizzazione.
Ma in particolare:
- Al Boardgame Storico non ci si urtava con le sedie.
- Gli stand delle realtà più “indie” avevano ora una maggiore dignità
- Più tavoli demo hanno fatto la differenza, anche se non sono mai abbastanza
Organizzazione degli spazi
La logica del padiglione 20 è stata più o meno questa: major all’interno, con stand di dimensioni generose, e gli altri ai lati.
Funzionale.
Avremmo preferito un’organizzazione che però permettesse di avere più vicini i ragazzi del Boardgame Storico.
Si trovavano al padiglione 15, raggiungibili solo dopo aver attraversato l’oceano dei giochi di ruolo.
“Riportarli in famiglia” potrebbe essere un punto di miglioramento per l’anno prossimo.
I Trading Card Game
E’ un’area che frequentiamo poco e quindi potremmo essere facilmente contraddetti.
Detto questo, ci è parsa per lo più deserta per buona parte dell’evento.
E’ anche un effetto ottico. Qui l’intera zona centrale era coperta da tavoli, senza alcuna scenografia.
Effetto che potrebbe in parte giustificare la sensazione di vuoto.
Tuttavia, sabato a pranzo, i tavoli erano per lo più destinati al bivacco dagli avventori dei food truck.
Ci dicono i Un Meeple per Due che fosse invece popolata la domenica, anche a causa di un torneo.
Un riassetto, o un maggiore pushing delle loro attività potrebbe essere comoda a tutti.

Buona l’uscita ufficiale di Aeterna e dell’anteprima Baka Sardinia, che già avevamo giocato in anteprima
C’erano offerte?
Un’implicazione logica non sempre verificata negli anni: fiera quindi offerte imperdibili.
Se è un’affermazione generalmente falsa, quest’anno di più di altre volte.
E quindi no, non ce n’erano.
Gli acquirenti abituali avranno notato come diversi store online abbiano giocato in anticipo. Diverse offerte erano disponibili giorni, ma anche settimane, prima di Play.
Ecco la maggior parte dei prezzi erano quelli che avreste trovato sul web.
Gli sconti ci sono sembrati applicati dal prezzo di listino, magari quando ormai non più considerato da nessun negozio.
Diversa la questione di Weega, che offriva pezzi particolari scontati. Diverse le persone in coda già venerdì all’aeprtura.
Ok, siamo partner di Weega, quindi potremmo essere in malafede.

Le nostre novità
Come scrivevamo nei giorni scorsi, chi va a Play spesso va a caccia di anteprime.
Speravamo di provare Transgalactica, ma la lotteria non ci ha premiato.
Shinjuku (Studio Supernova) ci è sembrato quel gioco con poche regole ma spremi meningi. Un sistema che ricorda Bus e Brass.
Una scoperta La Via delle Spie (Pendragon Game Studio), un simpatico giochino di bluffing che ci ricorda i pacchi di De Martino.

Chi cerca le novità dovrebbe comunque scrostare le pareti.
Le più interessanti novità correvano infatti lungo il perimetro del padiglione 20.
Un appunto per l’anno prossimo: ioGioco ha aperto le sue prenotazioni, con titoli come Baghdad e Wunderwaffen, avevamo l’agenda piena come quella di un CUP.
Vediamo di tenerci slot liberi per questi eventuali last minute l’anno prossimo.

Il futuro nelle bacheche
Diverse le novità ad Little Rocket Games, ma il vero futuro è custodito nelle loro bacheche. E Sara sa come fare pressione… Se Treetopia e Tinderblox erano forse i titoli più adocchiati, ci sono poi le novità legate a Cascadia.
Secret Identity, che consigliamo come step ahead agli amanti di Dixit, ha trovato ora un formato più compatto che preferiamo.
Il resto erano per lo più, salvo qualche eccezione, giochi già visti ad Essen e proposti in altre circostanze.

New York può non essere la storia d’amore di Cremonini
Nella seconda sessione di Blue Room, quella di domenica, abbiamo provato No More Dead: New York.
Scenario post-apocalittico da rilascio virus crea-zombie. Però le cose ci dicono non vadano così male.
La razza umana riesce a gestire gli zombie e siamo quasi in procinto di riprendere possesso della città.
Un gioco competitivo con diversi trigger che possono portare al fine partita.
Sarà lanciato nei prossimi mesi su Gamefound.
Nel frattempo il vostro Affezionatissimo vince la demo con una manovra inaspettata. Ve la racconteremo.

Tè per l’imperatore
Titolo che incuriosiva Sara, da cui la prenotazione per la demo.
Tea Garden è dello stesso autore di SETI e anche lui “figlio” di Essen.
Diverse meccaniche interessanti, come quella relativa alla gestione delle foglie di tè e al gioco della carta.
Qualche copia disponibile in fiera, il grosso arriverà a metà estate probabilmente.

Oltre la palla a spicchi
Vogliamo però indicarvi come i ragazzi di Pick ‘N’ Roll Lab (ricordate Valley Hoopers?) ci stiano dando dentro.
Segnatevi Audience. Già una prima run ridotta era disponibile in fiera, ma il grosso arriva a mesi.
Ed anche il loro Panopticon, prossimo crowdfunding. E’ un cooperativo in scatola grande che ci vedrà impegnati a fuggire di prigione.
Se pensate a un clone di Dig Your Way Out, vi sbagliate: Panopticon è qualcosa di molto più spesso.

Qui Colleagues: una lotta per non beccare lavoro extra ma nemmeno cazziatoni
Colleagues e tanto altro
Diverse le novità che sta per lanciare Creardo.
Colleagues è forse il titolo che ci ha convinto di più.
Un semplice gioco di carte con un sistema d’aste dove non devi né vincere né essere l’ultimo degli offerenti.
In realtà in questa riga asettica abbiamo solo estrapolato la meccanica, ma dietro c’è un tema davvero divertente e surreale (forse nemmeno troppo).
Qualcosa bolle in pentola, questa volta di grosso, ispirato al Ciclo delle Fondazioni.

Alla caccia della balena
Andrea La Rosa (Llamascape Games) non rompe invece con la tradizione. Dopo Don Quixote, reinterpreta un altro grande classico della letteratura mondiale: Moby Dick.
Ancora un prototipo, con magari qualcosa da limare. Ma Andrea ci è sembrato propenso nell’accettare critiche e si sta addentrando in acque più profonde rispetto all’altro titolo.

Nel mondo di Jane Austen
Complici i Un Meeple per 2, che già conoscevano questo progetto, siamo finiti letteralmente nel mondo di Orgoglio e Pregiudizio.
Ribbon and Rumors, quindi, era ina novità solo per noi.
Davvero tematizzato lo stand con ragazze in abiti d’epoca e un test che ci ha detto che personaggio di Austen fossimo.
Il progetto è davvero qualcosa di surreale. Sarete delle signorine del ‘800: un po’ anche arrampicatrici sociali, ma soprattutto perfide.
Non badate a trame e merletti: e’ un gioco con un’interazione cattiva.
Attesissimo il crowdfunding di Industrie Creative.

Il COIN della Resistenza
Come anticipato, migliore lo spazio a Boardgame Storico, ma si può fare di più.
Non abbiamo avuto il tempo di provare il prototipo I Nidi di Ragno.
Aleph Games ha adattato, modificandolo, il sistema COIN per raccontare la Resistenza.
Un progetto che abbiamo scoperto all’ultimo.
Come per il caso di ioGioco siamo rimasti vittime della nostra stessa agenda.

Un paio di turni con Varnavas Timotheou
Un ricordo indelebile: due ore e mezzo di gioco con Varnavas, uno degli autori di Hegemony.
Tra l’altro persona squisita.
Mentre Sara dimostrava a Little Rocket Games Calico in una extra-sessione (adora dimostrare), il vostro Affezionatissimo era ad uno dei più competitivi tavoli di Hegemony degli ultimi tempi.
L’autore tirava le redini dello Stato e gli altri due avversari avevano dozzine di partite alle spalle.
Questa pressione psicologica lo portano a un dubbio inizio con i Capitalisti.
Prova l’intesa con Varnavas, che un po’ lo asseconda, ma le leggi virano verso il socialismo: tasse e stipendi minimi alti.
Colpo di classe la carta Offshore che salva dignità del vostro caro.
In conclusione
Siamo sbriciolati. Come dice la nostra amica Giulia, rende di più l’idea rispetto a stanchi.
Come tutti gli anni, nonostante la partenza e il ritorno soft, siamo stanchi ma felici.
Questa Play 2025, e questo fatto si è perso tra le righe, ha visto più numerosa e partecipe la “delegazione” dei Goblin di Anagni, di cui ci onoriamo di fare parte.
Tanto il lavoro svolto dai goblin, con l’usuale entusiasmo.

Ma questa foto parla da sè: Bauza, Luciani, Eklund e Borsa
La grande adunata
Play è la grande chiamata alle armi. E’ per i giocatori da tavolo, e non solo, il Mare dei Sargassi per le anguille.
Solo che noi non ci andiamo a riprodurre, ma ci piace stare insieme. Infatti non ci vedo neppure della FOMO in tutto questo.
E’ proprio perché una volta all’anno ci piace vederci, scambiarci un gadget, passare del tempo di qualità insieme. C’è chi viene a Play solo per giocare con persone che vede raramente.
Una scelta contro ogni logica economica, se ci pensate.
In fondo Play è un incantesimo che ti sospende nel tempo per 3-4 giorni.
Ed ecco perché questo articolo è stato scritto lunedì sera appena riaperta la porta di casa.
Diman […] Ciascuno in suo pensier farà ritorno.
Ma non finché batto colpi su questa tastiera.