Tornati dalla missione Play 2024 lunedì sera (come è noto noi volpi giocose ce la prendiamo comoda), abbiamo ripreso il solino tran-tran.
Dopo qualche giorno di riposo, si fa per dire, siamo pronti a condividere con voi la nostra esperienza.
Attenzione, non troverete nell’articolo nessun bottino e riporteremo solo alcuni dei giochi provati, senza in realtà una vera cernita. Troverete qualcosa nella didascalia delle immagini e ci sarà un approfondimento in futuro in articoli dedicati.
Tempo di lettura 10 minuti
Un po’ strano vero per un blog di giochi da tavolo? Beh, diciamo che vogliamo più che altro concentrarci sull’aspetto fieristico e sulla festa in sé.
Perché alla fine Play quello è.
Inoltre, prendendo spunto da vari commenti (e polemiche?) emersi online vorremmo dare un nostro punto di vista.
Troverete anche un report organizzativo, per così dire, con costi e suggerimenti.
Generalmente è un paragrafo utile prima della fiera e non dopo.
Sarà buono per l’anno prossimo.
Tutti gli argomenti trattati
Organizzazione
Si è parlato molto dell’organizzazione. In particolare, le aspettative dei visitatori sono alte in funzione anche del costo percepito.
Proviamo a vederle qua e là una alla volta.
Padiglioni divisi
Noi di Volpe Giocosa praticamente al 90%, per gli amanti delle percentuali, ci interessiamo soprattutto di giochi da tavolo.
Avere creato delle aree tematiche è una comodità per noi.
Sappiamo che buona parte di quello che ci interessa è nel padiglione A, salvo alcuni stand e aree in altri padiglioni, come astratti, Boardgame Storico e Tana dei Goblin.
Evitiamo così di perderci e macinare chilometri avanti e indietro.
Ora c’è da capire se la somma fa il totale, ovvero se l’offerta è la stessa che c’era quando il gioco da tavolo era diluito su un’area più estesa.
Difficile dirlo. Nel senso che, ovviamente, questa organizzazione non ha escluso questo o quell’editore, ma non sapremo dire se in totale i tavoli per le demo fossero in numero maggiore o minore rispetto all’anno scorso.
Tutto sommato, andando a percezione, è un tipo di organizzazione che ci piacerebbe trovare anche l’anno prossimo.
Un po’ sorpresi della sorpresa di alcuni che vedevano un padiglione intero per i giochi di ruolo come uno spreco.
Beh.. il nostro mondo non è un mondo, ma è un sistema planetario con tanti mondi.
E con questo abbiamo anche finito con i giochi di parole.
L’annoso problema dei bagni
Prima della fiera si era parlato di un bagno All Gender. Ricordiamo come ad alcuni questa iniziativa avesse suscitato ilarità, non tanto per la tematica in sé, in quanto il fatto che le toilette sono un po’ una croce del Play. In particolare, quelli del corridoio.
Ora non si è mai capita la ragione e sembra anche triviale parlarne. Ci siamo sempre chiesti se il KO dei bagni fosse dovuto a qualche difetto dell’impianto, al cattivo uso dei visitatori o alla commistione di diversi fattori.
Comunque a parte ormai questa situazione che sembra una gag, non ha creato a noi un particolare disservizio.
Non abbiamo mai trovato chissà che fila nei bagni all’interno dei padiglioni, per intenderci quello dove lo stand Pendragon e quello dove la Tana dei Goblin.
Comunque abbiamo speso fin troppo inchiostro virtuale per la questione.
Play ma quanto mi costa?
Non abbiamo un tracciamento dei prezzi negli anni. Sempre rimanendo sulla percezione, che per definizione potrebbe differire dalla realtà ma non per questo essere meno importante, i costi di biglietto e parcheggio sembrano essere lievitati.
Se per i biglietti ci sono diverse promozioni e costa sempre meno quanto più si acquista in anticipo, la situazione parcheggio è differente.
Nel 2022 e nel 2023 il parcheggio all’interno della fiera costava 13€, il Parkofun 7€ con prenotazione e 10€ senza.
Quest’anno sono saliti a 20€ quelli davanti alla biglietteria e non c’era più lo sconto prenotazione su quelli “esterni”.
Tutto sommato è un po’ una stangata per chi era abituato a parcheggiare vicino, ma non cambiano grosso modo le cose per gli altri utenti.
Forse poco comoda la prenotazione obbligatoria, ma che forse ha permesso di facilitare altre operazioni?
Non si poteva cioè andare all’avventura di un parcheggio gratuito e ripiegare, nel caso, su uno a pagamento. Probabilmente non sarebbe stato comunque possibile perché, ad esempio sabato, anche il parcheggio interno è andato subito sold out.
E arriviamo ai giochi
Ok passiamo un attimo ai giochi, alla fine siamo qui anche per questo, no?
Anche qui, sempre su base personale, abbiamo avuto demo di qualità migliore rispetto all’anno scorso.
L’area crowdfunding e diversi stand hanno presentato un buon numero di novità, in uscita a Play o nei mesi futuri.
Provare prima i prodotti che saranno proposti sulle varie piattaforme come Gamefound e Kickstarter è un’opportunità, visti anche i costi sempre più alti delle scatole.
Un po’ di dog fighting alla versione definitiva di Aces High ci ha convinto a pledgiarla e Timeless Journey e Tameri promettono bene.
Finalmente abbiamo provato anche De Influencer di Creardo Pertitas, un german che la butta sul comico parodiando, appunto, il mondo degli influencer.
Sempre fra le novità abbiamo potuto provare anche Evolversi Male: carino e adatto al segmento a cui punta.
E’ anche l’occasione per avvicinarsi a giochi un po’ più di nicchia come può essere un hex and counter. Sabato abbiamo sparato qualche freccia a Poitiers a Men of Iron Tri-Pack nell’area Boardgame Storico.
Provato anche Mesos, un gioco di carte con meccaniche open draft e set collection.
Impersoneremo un capo tribù e, per mezzo del nostro totem sul tracciato delle offerte, andremo a reclutare nuovi membri, ognuno con caratteristiche differenti, ed edifici. Interessante la meccanica dei due mercati e delle carte evento che creano scompiglio nella tribù.
Non abbiamo provato Maestri d’Ascia del Mare del Nord – Redux proprio perché lo stiamo provando a casa.
Tuttavia abbiamo scattato una foto con Shem e Sam.
Prenotazione: sì o no?
C’è una divisione nella community fra coloro che preferiscono prenotare i tavoli demo online o usare il sistema “chi primo arriva prima alloggia”.
Generalmente noi preferiamo il primo metodo, soprattutto in giornate come quella di sabato dove le corsie sono intoppate. È un sistema che chiaramente penalizza il giocatore occasionale e le famiglie, che magari arrivano all’ultimo momento.
Probabilmente l’utilità della prenotazione o meno dipende dalla tipologia di giocatore per cui quello specifico titolo è pensato.
Ad ogni modo per i tavoli prenotati si potrebbero ridurre gli slot, facendo così più turni.
Come ti trovo il prezzaccio
Sembra che Play sia l’occasione per comprare giochi a prezzi stracciati.
Questo era il nostro quarto anno in fiera e non abbiamo mai percepito questa occasione.
Nel 2021, probabilmente a causa della situazione, trovammo i Century a 10€ l’uno, ma fu quasi un’eccezione.
La circostanza diventa anche buffa quando da alcuni visitatori la disponibilità di giochi scontati è quasi pretesa.
Ora, c’erano in realtà offerte interessanti, quasi una per editore, ma o su giochi non recentissimi o su pre-ordini, vedi Dorfromantik.
Verrebbe da dire sugli avanzi di magazzino, il famoso outlet, sebbene questa terminologia fa pensare a giochi scrausi, quando invece venivano proposti Palazzi di Carrara, Golem o Newton e, con sconti minori, Age of Comics.
Girando su quello o l’altro store online, prima o poi si trova un’offerta.
Deal with the Devil era venduto a 15€.
A prezzo pieno avrebbe avuto un “costo a partita” proibitivo, viste le particolarità del gioco, ma a quella cifra, se apprezzate il genere, è regalato.
Tuttavia, bastava comprarlo in negozio già giorni prima, evitando di girare con lo scatolone mezza giornata.
Anche comprare giochi al Day One, soprattutto in fiera, ha senso se si è sicuri di giocarlo a stretto giro.
Se poi ci si somma che talvolta il gioco deve essere anche spedito con servizio esterno, se si è intoppati di buste, ci sembra che la probabilità dell’affarone diventi ancora più scarsa.
Tenete conto che poi il servizio di spedizioni quest’anno non era disponibile.
Buona l’idea invece di accordarsi sull’usato ed evitare i costi di recapito, ma senza esagerare o diventerà un appuntamento continuo.
Insomma, risparmiare sui giochi in fiera è un po’ una leggenda metropolitana.
Come ci piacciono in numeri
Passiamo a dare i numeri, che a noi piace.
E partiamo dai visitatori. I numeri di Play sono stati sempre in crescita.
C’è stato uno stop, ovviamente, nel 2020 e anche l’edizione del 2021, in autunno, ebbe una risposta modesta, anche se forse sopra le aspettative.
Ricordiamo ancora le mascherine, il caldo perché la ventilazione era spenta e il controllo del green pass all’entrata che allungava i tempi di attesa.
Quest’anno il clima è stato sicuramente più confortevole.
L’anno scorso ci fu l’alluvione in Romagna. Chi per un senso di solidarietà, chi per timore di problemi legati alla fiera o ai trasporti, disdisse all’ultimo minuto.
Diciamo che quella di quest’anno è stata la prima fiera senza “problemi al contorno” da dopo la pandemia.
E i numeri sono tornati quelli di un tempo. Smentendo i rumors di un mercato che ha raggiunto l’apice e si avvia al declino?
Non abbiamo elementi per argomentare questo punto e non ci resta che lasciare ai posteri l’ardua sentenza.
Si trasloca?
A proposito di rumors si è parlato di un eventuale trasloco di Play al complesso fieristico di Bologna.
C’è chi dice che i numeri attuali non siano gestibili dalla meno spaziosa Fiera di Modena, ma non sembra siano diversi da quelli pre-Covid. Tra l’altro sono grosso modo paragonabili con quelli della Fiera Campionaria, che, sebbene probabilmente meno interattiva di Play, ha la stessa necessità di parcheggi e infrastrutture.
Viceversa c’è chi dice che la struttura di Bologna è troppo grossa, con costi che Play e gli espositori non possono sostenere.
Insomma, non sappiamo quanto ci sia di vero sotto, anche se la sensazione è quella che si voglia creare una profezia auto-avverante: se lo diciamo tutti diventa vero.
Le spese di Volpe Giocosa
Se prima abbiamo parlato dei costi impliciti dell’andare in fiera, tracciamo qua i costi sostenuti da Volpe Giocosa e i friends de La Pila degli Scarti.
Un promemoria per la Volpe Giocosa del futuro e, magari, uno spunto per chi sta pensando di andare a Play 2025. Se pensate sia presto prenotare, non è così.
È anche questo un gioco, se volete. Un guessing game della prossima data, dove non perdete niente se sbagliate e risparmiate un po’ di soldini se prenotate, usufruendo dell’opzione di cancellazione gratuita che ormai molti siti offrono.
Diversa la storia dei biglietti, che comunque hanno un forte mercato secondario nel caso di impicci dell’ultimo minuto.
Anche quest’anno, come negli altri anni, abbiamo preferito alloggiare in altre località limitrofe e non a Modena.
I prezzi sono più contenuti e/o la sistemazione più confortevole.
Da Carpi alla fiera, ad esempio, sono 20 minuti e le diverse possibilità fanno evitare imbottigliamenti.
Per alcuni possono sembrare tanti, ma quando abiti in provincia a Roma questo è il tempo minimo per raggiungere praticamente qualsiasi cosa.
Siamo comunque sempre arrivati in fiera prima dell’apertura dei cancelli senza per questo fare alzatacce. Chiaramente è un ragionamento valido se automuniti.
Promossa per il 2025 la stessa strategia.
L’acquisto del pranzo prima di andare in fiera, tranne la domenica dove è più complesso, abbatte i costi e The Fork può dare una mano a cena (ma si trovano prezzi per tutte le tasche googlando a dovere).
Avremmo potuto cenare in appartamento, ma dopo 10 ore di fiera eravamo sfatti come un giornalino (da voi si usa questo paragone?).
Visto che andare a Play è un viaggio da 500 km, promossa ancora la scelta di partire a pranzo il giovedì e ripartire il lunedì, con sosta culturale nel viaggio di ritorno.
Antico Vinaio dietro gli Uffizi quest’anno per noi.
Totale pratica, escluso biglietti, 250€-300€ a testa dividendo per quattro la spesa complessiva.
In conclusione
Tirando le somme, Play promossa anche quest’anno. Ma quali sono le ragioni per non andare a Play?
Non andate a Play solo per le offertone. Non ci sono. E se ci sono il più delle volte le trovate più comodamente in un qualche store, online o fisico.
Non andate a Play solo per provare le novità. Farete solo, giustamente, qualche turno (a meno che non giochiate alla Tana) e le novità la settimana dopo diventano routine.
Non andate solo per giocare con gli amici. A meno che non sia l’occasione per giocare con persone con cui avete solo contatti “epistolari” durante l’anno.
Forse non vale la pena sciropparsi centinaia di chilometri per giocare con chi vedete ogni settimana.
E comunque in questo senso, seppure economicamente e logisticamente più complessa, GiocAosta è imbattibile.
Andate a Play per la somma di tutte queste cose.
Per incontrare persone, per giocare e per portarvi una scatola come ricordo.
In mezzo c’è il piacere di condividere il viaggio, i pranzi, le cene, le gag e le risate.
Abbracciare qualcuno che vedete raramente durante l’anno e sedersi con lui ad un tavolo.
Abbiamo già bloccato l’appartamento per il 2025, e voi?
23 Maggio 2024