Oggi usciamo dalla tana per raccontare qualcosa di personale.
Non siamo ancora pronti per raccontare la genesi di Volpe Giocosa, ma in qualche modo questo articolo traccia un po’ la storia che dal 2016 ci ha portato a riempire questo blog.
Lo facciamo usando come filo di Arianna una delle meccaniche più famose nei giochi definiti moderni: il piazzamento lavoratori.
Tempo di lettura 7 minuti
Frugando in rete, neppure troppo freneticamente, si trovano articoli del tipo “I migliori 5…”, “La top ten..”.
Beh, in questo articolo non troverete alcuna classifica.
Scelta, se volete, in linea con il nostro principio di non mettere voti ai giochi.
È invece la storia di un percorso che dal 2016 ci ha portato ad oggi.
Iniziamo questo viaggio, dove le conclusioni non sono la vera fine.
Snowdonia: un titolo che passò in sordina
Probabilmente il nostro primo piazzamento lavoratori?
Lo acquistammo spinti, lo diciamo onestamente, da un’offerta.
All’epoca non eravamo sicuri di essere appassionati di giochi, eravamo semplicemente incuriositi dalla grande varietà e numero di titoli che il mercato offriva.
Snowdonia ha un’ambientazione particolare, di quelle che incuriosiscono e si finisce a googlare per saperne di più.
Si parla infatti della costruzione della ferrovia sul monte Snowdon.
Carina l’implementazione del meteo, che in qualche modo regola l’efficacia delle azioni.
Il gioco si incentra sulla rimozione delle macerie e la costruzione della linea ferrata, attraverso il sistema di posa dei binari.
In tutto questo sono stati infilati i treni.
Non giocammo tantissimo a Snowdonia, più che altro ingolfati da tutte le proposte che questo nuovo mondo ci offriva.
Snowdonia lo vendemmo per pochi euro ad un evento della Tana dei Goblin di Latina.
Ora varrebbe qualcosina in più e non avremmo pensato che questo gioco, all’epoca tutt’altro che famoso, avrebbe avuto una versione Deluxe.
La trovate in vendita su Get Your Fun.
Stone Age: le prime uscite dalla tana
Questo piazzamento lavoratori lo ricordiamo per due motivi: un pomeriggio al Victorian Monkey a Roma e la nostra prima fiera di giochi, il Romics.
E’ un po’ il gioco che può essere collegato alle prime “uscite pubbliche” di Volpe Giocosa.
Stone Age è probabilmente una pietra miliare per il piazzamento lavoratori.
C’è questo villaggio con le capanne con questi uomini primitivi che cercano di sbarcare il lunario.
Si inviano a gruppetti a reperire risorse. La quantità di pezzi che metteranno nel loro zaino dipende dal risultato che otterranno con i dadi.
Ci sono poi meccaniche aggiuntive, come l’acquisto di tessere e così via.
Agricoltura e raccolta di cibo ci presentarono per la prima volta un aspetto che ritrovammo in Rosenberg: sfamare i lavoratori.
Se lo volete acquistare lo trovate qui.
L’aneddoto legato ad Agorà
All’asta del Victorian Monkey, la cui distanza non ci ha permesso mai di frequentarlo così assiduamente come avremmo voluto, ci aggiudicammo Agorà.
Per non sembrare dei pivelli arrivammo con notevole anticipo e una ragazza di Volpe Giocosa, vedendo la catasta di giochi che sarebbero stati battuti, esclamò “C’è anche Agorà!“.
Ora questo gioco ambientato nell’antica Grecia, con un divertente sistema di processi (voting), non è che sia così famoso.
Magari qualcuno fra gli astanti avrà pensato “Però…deve essere un’intenditrice”, anche perché non ci conosceva praticamente nessuno in una community molto coesa.
In realtà scambiammo Agorà con un altro gioco ed eravamo così sicuri da non controllare su BGG.
Morale della favola ci portammo a casa Agorà, che fu battuto alla fine mentre tutti ordinavano la cena, al prezzo di base d’asta (8€ ?)
Alla fine non fu un cattivo acquisto.
Agricola: la maturità
All’epoca avevamo qualche idea su Agricola perché nostri amici ci giocavano di tanto in tanto.
Non avevamo però mai visto fa vicino la confezione asciutta e professionale di Stratelibri.
In quel periodo però Uplay.it stava pubblicando una versione con i meeple risorsa (in questo periodo è stata pubblicata la versione di Asmodee).
Per alcuni questa pucciosità snaturava Agricola. Per noi, abituati alle banconote del Monopoli, era un cammeo imperdibile.
A differenza di Snowdonia Agricola è ormai consunto.
Non conoscendo gli organizer ci dotammo di porta viti in plastica presi in qualche negozio di casalinghi vicino casa. Ancora sono all’interno della scatola.
Fu un’intuizione che anticipava riflessioni più recenti: organizzare il materiale riduceva il “baby-sitting” della scatola diminuendo la polvere che il gioco prende sullo scaffale.
Con Agricola arrivano le prime nottate a giocare una partita dietro l’altra.
Un periodo dove Volpe Giocosa era centralizzata, mentre adesso è più diffusa.
Da una parte una crescita, dall’altra molta nostalgia.
Come funziona Agricola…beh lo sapete, è un classico del piazzamento lavoratori.
Un’iniezione di steroidi
Entusiasti dell’esperienza avuta con Agricola, ci prenotammo appena uscì La Festa per Odino.
Qui Rosenberg fa un lavorone e ficca in un’unica scatola, ciclopica, diverse meccaniche che lo hanno reso famoso.
Anche questa versione ci prese.
In particolare Ale, che interpreto in maniera eccellente il gioco. Suoi studi, anche senza tabellone davanti, la resero imbattibile.
La vita poi ci diede meno opportunità di giocare insieme a La Festa per Odino, ma lo scatolone sta ancora lì a distanza di anni sopravvissuto a vendite, traslochi e Superbonus.
Vinhos Deluxe 2016: un amore che è ritornato
“E’ arrivato?”
“No…”
“Come mai?”
“Forse perché lo hai ordinato mezz’ora fa”
“Ah… può essere”
E quando arrivo non eravamo a casa.
Ce lo ritiro l’estetista sotto casa che nemmeno conoscevamo incuriosita da cosa potesse contenere uno scatolone così pesante.
“Un gioco”
“Ah.. Monopoli?”
Con Vinhos Deluxe fu amore a prima vista?
No. Oddio, ha sempre avuto un certo fascino.
Ci riferiamo al regolamento del 2016, mentre la versione precedente è forse troppo macchinosa.
In Vinhos siamo messi di fronte alla gestione di cantine in Portogallo.
Il vino invecchia, meglio se si comprano le attrezzature giuste, e si ottiene un prodotto migliore se si ingaggiano Contadini ed Enologi.
Una delle caratteristiche di questo gioco è che vengono proposti diversi tipi di vigneto, che nel gioco si traducono in “abilità speciali” di ogni vigneto.
Non sappiamo se rispecchiano le reali caratteristiche di quei vini, ma è molto coinvolgente.
Ci aspettavamo fosse un gioco che premiava la produttività di un’azienda.
Al contrario è Vinhos premia la qualità.
Pensiamo che Lacerda sia esplicito in questo, introducendo le varie fiere del Vino.
Certi amori fanno giri immensi e poi ritornano
Inutile fare prosopopea sul lockdown di ormai quasi 2 anni fa.
Se ci fermiamo a pensare a quel periodo sembra di parlare di secoli fa.
Non sappiamo se cerchiamo di rimuovere le file al freddo fuori dai supermercati oppure siamo assuefatti e tutto s’è banalizzato.
Noi stavamo barricati in casa e…giocavamo a Vinhos. Ma in modo martellante nonostante gli scaffali pieni.
Ci fu anche il torneo intergalattico, ma purtroppo ci furono solo 2 iscritti.
Vinhos, insieme ad altri giochi su cui torneremo, è il gioco del lockdown.
Sempre storie di vino: Viticuluture
Chiudiamo questa retrospettiva a tema nostalgia con Viticulture.
Siamo qui ormai arrivati in epoca recente, Volpe Giocosa si è completamente ripresa e il letargo imposto dal lockdown piano piano si attenua.
Viticulture è il gioco della maturità in questo percorso che oggi vi abbiamo proposto.
Ormai smaliziati e non più semplici curiosi che giocavano a Snowdonia, fin dall’inizio ognuno elenca punti di forza e di debolezza di questo titolo di Jamey Stegmaier e Alan Stone.
Sebbene l’argomento sia simile, è un gioco totalmente diverso da Vinhos.
Più immediato, sconta una maggiore semplicità con un minor realismo rispetto all’ambientazione.
Viticulture è anche molto più schematico: Estate e Inverno, dove nella stagione calda si pianta la vita e ci si attrezza, mentre in inverno si raccolgono i frutti e si vende.
Le carte introducono una buona varietà e longevità al gioco, ma a volte si crea un mismatch tra vino prodotto e richieste del mercato, dove il giocatore non ha colpe ed è costretto a subirlo.
In conclusione
In mezzo, qui non riportati, ci sono altri piazzamenti lavoratori che negli anni abbiamo giocato.
Probabilmente quelli omessi non sono né peggiori né migliori di quelli citati, nel senso che come da introduzione non siamo qui a fare una classifica.
Non abbiamo infatti parlato di Dune Imperium e di suo cugino Le Rovine Perdute di Arnak, a cui abbiamo dedicato diverse ore di gioco.
E nemmeno il pimpatissimo Atlantis Rising o Kingswood, che coinvolge chi poco sopporta il fantasy.
Seduti sul divano, mentre cerchiamo i plaid a causa delle prime rinfrescate, ci siamo trovati a dire: “Ma ti ricordi di…”
Così è nato questo articolo, di pancia e di cuore.
Pensando a dove sia il nostro Snowdonia.
Volpe Giocosa è un partner di Get Your Fun. Iscrivendovi e acquistando con il nostro link supporterete Volpe Giocosa, senza nessun costo da parte vostra.
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