L’ambientazione di Peak Oil – Profiteer è strana.
O meglio… è di quanto più realistica ci si possa aspettare. Tuttavia il regolamento ci pone l’intera questione con un trascinante black humor marcato di cinismo.
Andiamo però per gradi a conoscere il gioco.
Tempo di lettura 7 minuti
Peak Oil – Profiteer e’ il più recente capitolo della sua serie.
Non avendo giocato gli altri titoli non troverete paragoni in questo senso nell’articolo.
Non sappiamo cioè dirvi se è meglio e se è peggio dei predecessori, ma possiamo affermare che non è necessario conoscere gli altri capitoli della serie.
Noi infatti abbiamo goduto quest’avventura nel campo petrolifero nonostante la nostra ignoranza sul resto della sua saga. Potrebbe essere anche il vostro caso.
Peak Oil – Profiteer
di Tobias Gihrbandt, Heiko Günther
Giochix
Da 1 a 5 giocatori. Età 14+
Durata: 40 minuti
Costo: lo trovate su Get Your Fun
Una storia tristemente nota
L’ambientazione, sicuramente dal punto di vista di instabilità politica, si addice forse all’estrazione mineraria (i cinefili ricorderanno Blood Diamonds o Lord of War).
In Peak Oil – Profiteer abbiamo un tabellone diviso in regioni. Non c’è nessun riferimento a luoghi reali, ma ad esempio la mappa base (il tabellone è fronte-retro) ha disegnate le coste che ricordano il Golfo di Guinea.
Un Paese in difficoltà
Quello ci interessa è che il tabellone gorgoglia di petrolio.
Come accade nella realtà, questi Paesi con grandi risorse petrolifere spesso hanno anche problemi di instabilità politica. Nel gioco, divisi in tre colori, vedremo tre fazioni contendersi il territorio.
A dire il vero una di queste è il governo stesso.
Arrivano gli avvoltoi
Comunque nel gioco il vostro ruolo non è quello di guidare questo o quel gruppo di potere.
Al limite si tratta di manipolarli, ma lo vediamo dopo.
Diciamo che una multinazionale vi invia “a risolvere i problemi del Paese con il petrolio”.
Avete capito dove vogliamo arrivare.
Ogni giocatore è stato inviato dal suo CEO a trarre più profitto possibile dal territorio: trivella, estrai, invia l’oro nero al porto e vendi.
Per portare avanti la propria missione ogni giocatore ha 5 carte che permettono per l’appunto di attivare 5 azioni diverse.
Ha anche a disposizione due simpatici meeple-pozzo petrolifero con sticker.
Scendere a compromessi
Il Paese collasserà. E’ certo.
Ad un certo punto il conflitto, la guerra civile in atto, renderà anche alle multinazionali impossibile fare affari.
È proprio il trigger che determina la fine della partita: il segnalino che arriva al 100% di instabilità politica.
Fino a quel momento avete bisogno del supporto delle tre fazioni citate in precedenza per fare profitto.
Ognuna di queste è governata da un triumvirato: un Leader Politico, un Leader Militare e uno Religioso.
Il denaro apre un sacco di porte
Se volete trivellare in una regione, dovete avere un amico nella fazione che controlla con le sue truppe la regione.
Conoscere magari il leader giusto vi farà avere anche dei benefici. E come si fanno gli amici?
Già, con qualche regalino.
Ogni Leader qui menzionato è un gettone tipo fiche.
Presentandovi il mondo di Peak Oil – Profiteer vi abbiamo illustrato la maggior parte del materiale che troverete nelle scatola.
Ah…manca ovviamente il denaro.
Siamo qui per questo, no? Per riempirci le tasche nel mezzo della guerra civile.
Allora non poteva mancare un bel mazzone di banconote vecchio stile.
Atterriamo con la valigetta dei contanti
Sebbene ci sia questo intreccio fra giocatori-imprenditori e fazioni, Peak Oil – Profiteer gira con semplicità.
Abbiamo detto che atterriamo in questa Repubblica delle banane con nemmeno troppi soldi, il nostro mazzetto di 5 carte azioni e poi avremo le carte Ricatto.
Troviamo poi ogni fazione con una sua truppa (cubetto) nella loro regione quartier generale.
Manipolare i Leader
Ad inizio turno ogni giocatore svela che azione svolgerà quel turno.
Si fa rivelando contemporaneamente la carta Azione scelta.
Un numero sulla carta determina anche l’ordine di turno.
Le azioni permettono di vendere armi o guadagnare diritti petroliferi (piazzare la trivella) in una regione controllata da una fazione di cui avete almeno un Leader nel taschino.
Instradare il petrolio in un oleodotto fino al porto non necessita di avere amici da nessuna parte.
Certo, se un avversario ha dalla sua il Leader Militare che controlla il porto, allora potrebbe succhiarvi parte del petrolio. Avrete capito che tenersi buoni questi figuri è vantaggioso.
L’azione Networking permette di pescare carte Ricatto e, tramite una tangente, fare passare dalla vostra parte questo o quel Leader.
Dove non arriva il denaro, arriva il Ricatto
Sono venute fuori un paio di volte le carte Ricatto.
Nel vostro turno, oltre a svolgere l’azione selezionata in precedenza, potete anche ricattare un Leader.
Potete vederlo come un Networking forzato: anziché pagare una tangente, il giocatore fa leva su informazioni compromettenti, rappresentate dalla carta Ricatto, per portare nella sua riserva la fiche del Leader raffigurato sulla carta.
Ripartiamo con la valigetta
Mentre siamo indaffarati a fare i nostri loschi affari, ad ogni turno gireremo una carta Contingenza.
Può svelare un Consulente oppure un Evento.
Un Azione, fra le 5 viste, permette di interagire con queste carte (ad esempio ingaggiando un consulente che dà bonus).
Gli Eventi contribuiranno a far avanzare il segnalino sul tracciato Corruzione: arrivato a 100, come detto, si mettono i soldi in valigia e si torna in Occidente.
Domanda e offerta
La gestione dei prezzi (delle armi, dei diritti petroliferi, delle tangenti…) è gestita in modo astuto.
Quando vendiamo armi ad una fazione, un cubetto esce dal loro tracciato e si muove nella regione tramite il lancio di un dado.
Una fazione, tanto più e potente, ovvero ha molti cubetti sparsi nel Paese, meno pagherà nuove armi.
Anche i suoi Leader chiederanno più soldi per essere corrotti e il petrolio che passa attraverso il loro porto sarà pagato di meno.
È logico del resto pensare che più un gruppo è alle strette, più sarà morbido, e viceversa.
In conclusione
Peak Oil – Profiteer, con il suo modo irriverente e la sua semplicità, simula delle dinamiche economiche e politiche molto reali.
Forse la realtà è meno cinica di come l’autore la tratteggia. Non lo sappiamo.
L’età minima di 14 anni è forse esagerata, ma immaginiamo la normativa sia severa in questo senso.
Quello che troviamo è buon gioco che offre molta interazione ai giocatori mentre le fazioni sono controllate “da tutti e da nessuno”.
Se in Imperial 2030 essere l’azionista di maggioranza garantisce di avere le redini del Paese, qui, anche se controlliamo i Leader, le truppe si muovono comunque casualmente, simulando il governo di quella affiliazione.
Diverse le varianti offerte, come anche quella di avere un automa, utile quando ci sono due giocatori.
Il gioco infatti si impantana forse un po’ proprio nella modalità a 2 giocatori.
Infatti anche il gioco in solitario, con lo stesso bot Corp. Malvagia, può fornire una piacevole esperienza.
Rimane però un beat your score.
A chi può piacere
Peak Oil Profiteer offre un’alta interazione fra i giocatori.
C’è l’aspetto pick-up & delivery del petrolio, ma la parte più divertente è quella legata alla manipolazione delle fazioni e a intralciare gli avversari.
Potrebbe dar fastidio come è posta l’ambientazione.
In realtà, vista dalla giusta prospettiva, può anche far riflettere.
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20 Gennaio 2023