Parlett’s History of Board Games: una pietra miliare del gioco da tavolo

Oggi vi vorremmo parlare del libro di David Parlett, la sua History of Board Games.

La copia che andremo a illustrarvi, grazie anche alla cortesia dell’autore, è l’edizione ristampata nel 2018.
Con la ristampa, è stata colta anche l’occasione per rivisitare alcuni capitoli, come riportato nella prefazione.
Abbiamo tratto anche delle sintetiche conclusioni, ma secondo noi vale la pena leggere tutto l’articolo.

Copertina del libro di Parlett

Copertina del libro di Parlett

Due righe sull’autore

L’autore, il dott. Parlett, è un vero esperto nel campo dei giochi da tavolo, con alcuni libri sui giochi di carte che sono davvero dei capisaldi del genere.
Per non dimenticare niente, preferiamo rimandarvi direttamente al suo sito personale.
Ricordiamo invece come Parlett nel 1974 pubblicò “Hare and Tortoise” (La lepre e la tartaruga, favola di Esopo), che lo portò a vincere il primo Spiel des Jahres, nel 1979.
Il gioco, la cui meccanica è adesso stata ripresa per “Il Giro del Mondo in 80 giorni“, all’epoca fu davvero innovativo.
Stiamo parlando di un Race Game (gioco di corsa, vedi sotto), dove non ci muove per mezzo del dado, ma con criteri meno, o per niente, aleatori.
Vi consigliamo anche la sua pagina non dedicata al nostro hobby, ma che comunque ci dà un’immagine a tutto tondo dell’autore. Vi farete un’idea dello “spessore” di questo profilo.

Hare & Tortoise: un titolo che ha fatto la storia dei giochi da tavolo

Hare & Tortoise: un titolo che ha fatto la storia dei giochi da tavolo

Il libro

Indice

Parlett, come riporta nell’introduzione del libro, si basa su diverse fonti. In particolare cita spesso Murray e il lavoro di Bell, che abbiamo già proposto.
L’indice è molto chiaro, riportando un’organizzazione più moderna e lineare rispetto a Bell.
Per il resto l’autore suggerisce una classificazione abbastanza simile a quella degli altri autori, con qualche accorgimento.
I giochi sono così classificati in 5 macro aree, che proviamo timidamente a riassumere con alta probabilità d’errore:

  • Race Games
    Tutti quei giochi dove c’è una partenza e un arrivo, dove il movimento è, generalmente, deciso da lancio di un dado.
    Esistono diverse tipologie, da quella semplice puramente casuale, a Hare & Tortoise, dove ci si basa su strategia e calcolo.
  • Space Games
    Nei giochi spaziali, il giocatore deve disporre dei pezzi secondo una configurazione.
    La caratterizzazione è molto labile, con sovrapposizione con i wargame.
  • Chase Games
    Un giocatore scappa sulla scacchiera, l’altro cerca di catturarlo.
    La sua particolarità è che all’inizio i giocatori non partono in condizioni simmetriche.
  • Displace Games
    Includono i wargame, con metodi di cattura diversi (si pensi alla Dama o agli Scacchi).
    Anche giochi con pezzi “neutrali”, di tutti, come il Mancala, rientrano in questa categoria.
  • Today’s Games
    I giochi attuali come Cluedo e Monopoli sono qui riportati, ma ben segmentati secondo la loro tipologia e la loro origine.
    Sono infatti radunati per la loro ambientazione (es: economica, fantasy…)

Chiarezza di esposizione

Parlett è molto sistematico nello descrivere i possibili scacchieri e, anche per i dadi, è molto chiaro nel mostrare le loro proprietà statistiche.
In questo si aiuta con immagini e schemi che sfruttano la tipografia moderna.
Il capitolo 17, che mostra tutti i giochi possibili derivanti dagli Scacchi, ne è un esempio lampante.
Infatti, nonostante la complessità dell’argomento trattato, considerando le varianti, Parlett riesce a descriverle in modo chiaro e semplice.
Anche molti titoli citati riescono ad essere riassunti in poche righe, quando si cerca solo una similitudine o si vuole fare un paragone.
Questo favorisce la lettura.

David Parlett (credit: smartcookiegames.de)

David Parlett (credit: smartcookiegames.de)

Storia ma non preistoria

Il titolo suggerisce un’analisi della storia del gioco. Generalmente ci si focalizza su giochi di migliaia di anni fa (che non è un difetto, per carità…), ma Parlett tira in ballo autori come Alex Randolph.
Sono infatti personaggi di epoca recente, ma già entrati nella storia dei giochi da tavolo, del resto come lo stesso Parlett.
Anche i titoli che cita, come Cluedo, Monopoly e Diplomacy, sono titoli, se vogliamo, “storici”.
Comunque non sono i giochi da tavolo”commerciali” il focus dell’autore e questi titoli occupano solo poche pagine dell’opera.

Ludus Magnus a Roma (credit: Wikipedia)

Ludus Magnus a Roma. Ludus è una parola importante in questo hobby, parola di Parlett (credit: Wikipedia)

Le chicche del libro

Come dicevamo, il libro scorre fluido. Vogliamo però sottolinearvi dei capitoli chicca.
Ad esempio, il primo capitolo, “Welcome Aboard” (Benvenuti a bordo) introduce i tipi di gioco da tavolo.
Per arrivare a questa classificazione si fa un bell’excursus sull’etimologia della parola gioco.
Interessante il discorso relativo a gioco, giocattoli e sports.

Anche il capitolo 13, “The Infinite Game” (Il gioco infinito) illustra il Mancala in una ventina di pagine, con particolari e immagini molto chiare.
Dal punto di vista dei giochi storici, Rithmomachy è un titolo che noi non conoscevamo, abbastanza complesso, ma ben spiegato.

Rithmomachy: poisizioni iniziali (credit:BoardSpace.net)

Rithmomachy: posizioni iniziali (credit:BoardSpace.net)

Un confronto con Bell

E’ chiaro un confronto con una pietra miliare come Board and Table Games from Many Civilizations.
E’ vero che Parlett si rifà molto a quest’opera, ma poi sviluppa il concetto in un modo originale.
Come dicevamo, aldilà della tipografia moderna, Parlett si concentra maggiormente sullo sviluppo dei giochi da tavolo nella storia. Il lavoro di Bell è quasi, si conceda il termine poco preciso per gli specialisti, sociologico ed archeologico.
Il confronto quindi potrebbe essere un esercizio sterile, in quanto libri con finalità diverse.

Anche Parlett ci parla del Mancala, un gioco antichissimo. I molti esempi e la grafica aiutano la comprensione (credit: ResearchGate)

Anche Parlett ci parla del Mancala, un gioco antichissimo. I molti esempi e la grafica aiutano la comprensione (credit: ResearchGate)

Come acquistarlo

Purtroppo anche questo titolo non è reperibile in italiano, ma su Amazon si trova la copia in inglese.
Il costo si aggira sui 25€ ed arriva a 32€ se volete la copertina rigida. Non abbiamo trovato la versione Kindle. Tuttavia il costo è davvero contenuto, per un libro di 400 pagine con pagine 14 cm x 22 cm.
Magari anche il vostro librario di fiducia ve ne può trovare una copia.

In conclusione

Il libro di Parlett, History of Board Games, è un titolo di recente ristampato con diversi accorgimenti.
E’ un libro che nonostante le 400 pagine corre veloce, grazie anche ad un efficace organizzazione del testo.
Le informazioni, come già accadeva per il libro di Bell, sono interessanti anche per chi non è un patito dei giochi da tavolo.
L’autore ha un’ottima chiarezza espositiva e non risulta mai noioso.
Da comprare e tenere insieme al libro di Bell.

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