Confrontandoci in Volpe Giocosa abbiamo visto come tutti nella nostra infanzia abbiamo giocato allo stesso gioco.
Non era stato comprato per noi, stava magari in un cassetto della casa dei nonni.
Era difatti o un gioco di uno zio o di un fratello maggiore.
Ci riferiamo al gioco del 15 che, vedremo, ha molto in comune con Pakal.
Tempo di lettura 5 minuti
Pakal è una recente uscita di Cranio Creations, dove la meccanica del gioco del 15 la fa per l’appunto da padrona.
La trovata degli autori è quella di trasformare un rompicapo in una meccanica di un gioco competitivo.
In effetti il gioco del 15 può essere visto come il cugino del cubo di Rubik.
Vediamo alle conclusioni se abbiamo trovato la quadra.
Pakal
di Luca Bellini e Luca Borsa
Cranio Creations
Da 2 a 4 giocatori. Età 8+
Durata: 20 minuti
Costo: 23.74 eur
Un coloratissimo viaggio nella foresta Amazzonica
Pakal si presenta con la classica scatola quadrata, dove il coperchio non tenta di invaghirci con effetti speciali UV.
All’interno si trova un tabellone, delle stesse dimensioni della confezione.
E’ rappresentato un tracciato segnapunti, dove però non ci sono numeri.
Laddove infatti avremmo pensato di trovare la tipica lista progressiva di punteggi, troviamo una serie di immagini.
Sono ispirate all’arte precolombiana e si ritroveranno spesso in tutto il gioco.
Del resto il nome Pakal dovrebbe farvi ricordare qualcosa.
Le famose tessere quadrate
Come riportato nell’introduzione, la meccanica del 15 è il motore di Pakal.
Per questo trovate dei quadrati, delle cornici, di plastica. Sono le Plance Personali, di dimensione più grande di quelle che erano solite essere usate nel classico passatempo.
Allo stesso modo però, sono costruire per contenere una griglia 4×4.
Queste griglie, le Carte Plancia, sono stampate fronte-retro su dei cartoncini, così da avere 8 possibilità.
Ogni griglia contiene tutti i 9 simboli che abbiamo visto nel tabellone, mentre le altre 7 caselle sono vuote.
Il resto della dotazione è opportuno vederla all’interno di uno schema di gioco.
Ragionamenti veloci e destrezza
Il setup iniziale del gioco permette di capire dove gli autori di Pakal vogliano andare a parare.
Ogni giocatore ha un sacchettino di Quadrati di plastica opaca del proprio colore.
In principio deve usarne 11 per coprire tutte le immagini della Carta Schema e alcune caselle vuote.
Ci sono poi altri Quadrati trasparenti. Ogni giocatore ne include nella propria Plancia Personale altri 4, in modo che rimanga solo un quadrato della griglia scoperto.
Come corre un round
All’inizio del round si gira una Tessera Obiettivo.
Sono cartoncini da inserire nella Plancia Personale, in buon numero nella scatola, ciascuno dei quali riporta un set di tre immagini.
Un app, scaricabile gratuitamente o un cronometro di un cellulare, scandirà il tempo del round.
I giocatori in questo frangente dovranno muovere i Quadrati della propria Plancia Personale, facendoli scivolare.
Nel setup avrete notato come una casella sia rimasta vuota, infatti.
Lo scopo è riuscire, entro lo scadere del tempo, riuscire ad organizzare la propria Plancia Personale in modo che si vedano solo i simboli della Tessera Obiettivo.
La destrezza serve anche per il punteggio
Chi per primo completa la sequenza, per primo accede alla scelta di una Tessera Punteggio.
Ad inizio partita ne sono state selezionate casualmente un certo numero.
E’ importante scegliere bene.
La propria pedina, sul tabellone, avanzerà fino che non ha raggiunto la stessa immagine che avete scelto fra le Tessere Punteggio.
Quando una pedina arriva nel settore con la lava, il gioco termina: chi ha fatto più strada nel percorso vince.
Alcune caratteristiche che denotano un buon bilanciamento
Non ci perdiamo in altri dettagli, anche se abbiamo raccontati buona parte del gioco.
Per il resto Cranio Creations permette di scaricare gratuitamente il regolamento dal proprio sito internet.
I sistema di punteggio ci ha divertito.
Facciamo mea culpa perché all’inizio non lo avevamo compreso correttamente dalla sola lettura del regolamento.
La nostra interpretazione portava effettivamente a un non sense.
Invece anche il sistema per determinare il punteggio del round è in linea con la frenesia dell’intero gioco.
Accorgimenti che evitano fughe in solitario
Come abbiamo visto parlando del setup, ogni Plancia Personale ha un certo numero di Quadrati opachi e trasparenti.
Fate attenzione: in ogni round dovrete riproporre lo stesso tris di immagini, non una di più né di meno.
Capirete subito che i Quadrati trasparenti sono di intralcio.
Gli autori quindi propongono che un giocatore, che in un turno non riesca a far avanzare la propria pedina nel tracciato, possa sostituire un Quadrato trasparente con uno opaco.
Al contrario, nel tracciato sono disegnati dei passaggi con delle torce.
Una volta attraversate si compie l’operazione inversa, incrementando la difficoltà della propria Plancia Personale.
Questo stratagemma permette a chi è rimasto indietro di riprendere il fuggitivo.
In conclusione
Pakal è un gioco di Bellini e Borsa, che abbiamo conosciuto con Più o Meno.
La grafica è molto colorata e ricorda l’arte centroamericana.
Anche le immagini, le icone che sono riportate in tutto il materiale di gioco, si ispirano all’arte Maya.
Sono disegni anche abbastanza complessi, che, forse volutamente, confondono un po’.
In questo modo ordinare la propria Plancia Personale è ancora più complesso e divertente.
L’avere aggiunto una “logica tempo” al classico rompicapo de gioco del 15, rende Pakal sia un gioco di logica che di destrezza.
In questo senso gli autori confermano il lavoro del loro gioco precedente.
Anche un Party game
Generalmente i party game, proprio per il loro nome, sono giocabili da un buon numero di persone in contemporanea.
Pakal arriva al massimo a 4 giocatori, ma è immediato come altri giochi della stessa categoria.
Allo stesso tempo funziona bene anche in 2.
Tutti infatti conoscono la meccanica del gioco del 15.
A parte la grafica, non c’è nessun aspetto del gioco che trasmetta un’ambientazione.
E’ un gioco totalmente astratto e matematico.
Come sempre non è un difetto, ma una caratteristica. Almeno per noi.
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