Abbiamo scritto come l’estate sia una stagione che ci spinge verso giochi di carte e party game.
Ci siamo però anche trovati a giocare anche a giochi in solitario.
Una categoria che ha dato il meglio di sé durante il lockdown del 2020 e che ha permesso di farsi (ri)apprezzare.
In qualche serata, o durante la sonnolenza post-grigliata, abbiamo avuto l’occasione di giocare ad Orchard di Gate On Games.
Tempo di lettura 8 minuti
E’ un gioco che tenevamo d’occhio da un po’ per il suo aspetto minimal.
Le dimensioni ridotte è uno dei motivi che ci ha permesso di tenerlo nello zaino durante tutte le vacanze e giocarlo in diversi momenti spenti.
Ammettiamo che è stata complice anche una scontistica su Get Your Fun.
Parliamo infatti di davvero pochi elementi, 18 carte e una manciata di dadi colorati da usare come contatori.
Lo abbiamo visto molto nelle foto di giocatori della community, sia italiana che straniera.
Alle conclusioni parleremo anche di un nuovo filone di proporre giochi da tavolo che apprezziamo.
Orchard
di Mark Tuck
Gate on Games
Un solo giocatore. Età 14+
Durata: 10 minuti
Costo: 14 eur circa
La scatola riporta espressamente “gioco in solitario di 9 carte”, in realtà all’interno del regolamento troviamo le istruzioni per giocarlo con più persone.
Sottotitolo comunque onesto, dal momento che per la modalità multigiocatore serve una confezione per partecipante.
Anche questa condizione è chiaramente riportata.
Tutte informazioni corrette che aiutano il giocatore nel valutarne l’acquisto.
Non capiamo il motivo per cui sia indicata come età minima 14 anni.
Su BGG, ad esempio, troviamo che Orchard è indicato a partire dagli 8 anni.
Siamo anche noi d’accordo che sia un titolo anche per giocatori più giovani.
Si potrebbe trattare di un errore di stampa o, come accaduto altre volte, il rispetto di una qualche legge particolare che norma i giocattoli.
Partiamo dalla confezione
Con Orchard è interessante partire dalla confezione, o packaging, come dicono quelli bravi.
La dimensione della scatola è quella di un normale mazzo di carte francesi, o di un pacchetto di sigarette.
Si sfila in due parti come le scatole di fiammiferi, sempre per rimanere in tema.
A proposito di tema, l’ambientazione del gioco è proposta sulla scatola.
Orchard è la parola inglese per frutteto. Sul coperchio campeggia quindi un albero con tre tipi di frutta: mele, pere e susine.
Anche il regolamento propone giochi di parole e ammiccamenti su questi frutti, ma il tutto finisce qui.
Orchard è difatti un gioco astratto, saldamente alla posizione 34 di Board Game Geek.
Anzi, sempre come la scatola riporta, ha vinto nel 2018 il Best Print & Play Game.
Cosa troviamo nella scatola
Passando invece all’interno, troviamo un mazzetto di 18 carte Frutteto.
Sembra un po’ una contraddizione dal momento che il sottotitolo indicava che il gioco si basava su 9 carte.
Vedremo che in effetti si usa la metà del mazzo in ogni partita.
Ogni carta ha 6 simboli, 6 frutti, due di ciascun tipo organizzati in una griglia 3×2.
Uno ziplock contiene 3 gruppi di 4 dadi a 6 facce dei colori dei frutti che abbiamo indicato: gialli, rossi e viola.
Alla fine si fa sempre riferimento al colore che non al frutto in questione.
Per i dice haters nessun problema: i dadi non sono da lanciare ma sono semplici contatori.
Chiude la dotazione una bustina con due segnalini neri Frutta Marcia.
Un piccolo excursus sui solitari di carte
Da bambino il Redattore giocava molto ai solitari di carte. Forse glieli insegnavano perché stesse buono.
Alcuni solitari classici si ritrovano anche sulle App e ancor prima su Windows.
Uno dei suoi preferiti era il Solitario di Napoleone.
A dire il vero questo gioco in particolare ha i requisito minimi per essere definito “un gioco”.
Forse il fatto che uno dei giocatori fosse stato un famoso generale, così almeno si dice, stuzzicava la fantasia del Redattore.
Un gioco rapido, solo se non siete pensatori
Passato questo paragrafo amarcord, torniamo al nostro Orchard.
Delle 18 carte se ne seleziona la metà casualmente e si mescolano in un mazzo.
Due carte formano la mano del giocatore, una è stesa per avviare il motore del gioco.
Il giocatore infatti deve scegliere una carta e posarla sopra, almeno parzialmente, ad una già sul tavolo.
Una mossa è lecita se almeno un simbolo della carta giocata copre un simbolo uguale di una o più carte delle carte giocate.
Più complesso a dire che a fare.
In sintesi, laddove due simboli “fanno scopa”, si pone un dado di quel colore con valore 1 sopra.
Se vi fosse già un dado, dal momento che sono permessi “multistrati”, si incrementa il valore del dado già presente.
La progressione del dado è 1-3-6-10. Dieci è il valore massimo, inutile fare un ulteriore strato.
Si pesca sempre una carta per reintegrare la mano, fino all’esaurimento del mazzo
La fine delle carte, comprese quelle in mano, è generalmente la condizione che termina la partita, anche se talvolta può accadere che non siano possibili mosse legali.
Fine partita anche in questo caso.
L’uso della Frutta Marcia
La logica base di Orchard è quindi sovrapporre simboli uguali per incrementare il valore dei dadi che si trovano sopra gli strati di carte.
Questa regola può essere violata, sovrapponendo simboli di colore diverso, accettando di mettere un simbolo Frutta Marcia sopra.
Posare il meeple nero non permette di stratificare ulteriormente quel simbolo e a fine partita segnerà un malus.
Partite rapide che ci motivano a fare meglio
Orchard gira veloce, forse qualcosa di più dei 10 minuti indicati.
In effetti capita di rimanere con una carta in mano per qualche minuto, provando a ruotarla di 90 o 180 gradi, per capire quali mosse siano possibili.
Avuto un quadro della situazione chiaro, si prova a capire come la carta possa essere impiegata al meglio.
Un giocatore esperto saprà anche valutare se conviene imbarcarsi nell’uso di una Frutta Marcia.
Magari il malus è accettabile in cambio dell’incremento di valore di qualche dado o per aprire la partita a carte future.
Il tutto è meno banale di quanto possa sembrare, dal momento che le carte permettono diverse combinazioni.
Inoltre, essendo il mazzo costruito casualmente ad inizio partita, non possiamo aspettarci niente.
Non è possibile infatti contare le carte e, sebbene ne teniamo in mano due alla volta, è difficile rimanere in attesa di una carta. Attenzione a non essere troppo avidi.
Un piccolo quesito estivo
Probabilmente l’estate è il periodo di maggior vendita della Settimana Enigmistica.
Sotto l’ombrellone molti di noi si scervellano per risolvere i quesiti della Susy.
Vi proponiamo qualcosa di simile:
Ogni carta è composta da una griglia 3×2 con 3 tipi di simboli differenti. Ogni simbolo è proposto esattamente 2 volte.
Quante carte differenti è possibile creare?
Un gioco che deriva da un Print & Play
Come sapete siamo fan dei print & play (PnP), tanto da dedicar loro una sezione all’interno del blog.
Alcuni giochi, come Supermarché e la serie xx72 sono disponibili solo in questo formato, anche se poi Mike Heim ha lanciato un Kickstarter per promuovere un gioco sulla scia della sua meccanica preferita.
Altri giochi, e pensiamo a Black Sonata e Under Falling Skies, hanno usato il sistema print & play per farsi strada.
E’ questo anche il caso di Orchard, che come dicevamo ha vinto anche un premio.
Gli autori di questo secondo gruppo di giochi hanno usato il PnP come vetrina per proporre una loro idea.
Si trovano ancora online le versioni in pdf dei loro giochi, ma poi, visto anche il successo, hanno trovato spazio negli scaffali dei negozi.
Crediamo sia un modo intelligente di proporre i propri titoli, un po’ come avveniva (avviene?) nel mondo dei videogiochi.
Di alcuni videogiochi infatti è offerta gratuitamente solo una parte, magari qualche livello o simile, lasciando poi il gioco intero al suo acquirente.
E’ lo stesso principio per cui i giochi in versione PnP sono raramente così ampi come la controparte in negozio.
In conclusione
Orchard è un solitario uscito da un contest su BGG che ha poi ha trovato spazio negli scaffali dei negozi.
Diversi i suoi editori, dove la localizzazione italiana è di Gate On Games.
Passare per un PnP è’ un modo furbo, nel senso buono, per proporre un gioco. Un altro è passare ad esempio per Board Game Arena, così come fecero per proporre Carnegie.
Carina la confezione. Nonostante le dimensioni ridotte, non si impazzisce per rimettere tutto all’interno.
Impossibile non riuscire a portarla con sé.
I materiali sono della qualità che serve. Forse un po’ complessi i numeri da riconoscere sui dadi, ma giusto per polemizzare.
Come dicevamo nel sommario c’è la possibilità di giocare in più giocatori se ognuno ha il suo mazzo.
Non è la modalità che ci ha spinto ad acquistare Orchard.
Comunque la modalità solitario vale già largamente il prezzo.
Due regole per battere se stessi
Il regolamento, un opuscoletto, spiega facilmente il gioco.
Nonostante la nostra confusione per spiegare il gioco della carta, Orchard è davvero semplicissimo.
Uno di quei giochi dove non c’è nulla tenere a mente.
Chiaramente non c’è un scopo finale, un sistema vinci o perdi, per dirla in parole povere.
A fine partita si contano i valori di dadi piazzati, si sottrae la Frutta Marcia e una tabella ci dice quanto siamo stati bravi.
Si dice essere un sistema beat your score.
Ad alcuni può far storcere il naso, non sentendosi motivati, ad altri invece spinge a fare sempre meglio.
Del resto il Mondo è bello perché vario.
Come dicevamo noi lo abbiamo preso su Get Your Fun.
Al prezzo proposto è secondo noi imperdibile.
Tenete conto che l’età minima di 14 anni è sovrastimata: anche un vostro nipotino\a lo apprezzerà, più del Solitario di Napoleone.
Se volete acquistare questo gioco, vi consigliamo di rivolgervi a Get Your Fun.
Arrivarci attraverso questo link a te non costa nulla, anzi, ed inoltre aiuterai a sostenere Volpe Giocosa.