E’ vero, lo diciamo sempre. Per alcuni può sembrare piaggeria, ma in realtà è la verità.
Il gioco di oggi, come molti altri, lo attendevamo da un po’.
Si tratta di Operazione Vienna, come altri giochi di Portal Games, da Pendragon Game Studio.
Tra l’altro attendiamo la nuova edizione di Robinson Crusoe. Così lo sapete già.
Tempo di lettura 9 minuti
Ci sono due motivi principali che ci hanno fatto attendere con impazienza Operazione Vienna.
Il primo è squisitamente “tecnico”.
Abbiamo difatti apprezzato Detective – Sulla Scena del Crimine. Difatti abbiamo anche giocato a Detective – Prima Stagione. E’ chiaro quindi che fossimo intenzionati a provare Operazione Vienna, che con i precedenti titoli condivide il paradigma.
La seconda motivazione, se volete, ha ragioni quasi affettive. Era il 2020, in pieno lockdown.
Con insistenza chiedemmo a Ignacy Trzewiczek un’intervista. Fummo davvero entusiasti quando ci dedicò il suo tempo, dal momento che è un autore che apprezziamo. Ecco perché ve la proponiamo spesso.
In quella circostanza ci parlò di Operazione Vienna e di come il lockdown non lo avesse fermato.
Se leggete, o ascoltate l’intervista, verrete a conoscenza di una storia in gran parte in salita che ha portato l’autore di Operazione Vienna, ed altri numerosi titoli, ad arrivare a diventare il CEO di Portal Games.
Detto questo, oggi ci concentriamo proprio su questo gioco ambientato nel pieno della Guerra Fredda.
Alle conclusioni un nostro punto di vista su questa storia.
Faremo attenzione a non mettere spoiler.
Per chi va di fretta
Operazione Vienna
di Jakub Poczęty, Przemysław Rymer e Ignacy Trzewiczek, Jakub Łapot
Pendragon Game Studio
Da 1 a 5 giocatori. Età 16+
Durata: 2-3 ore
Costo: lo trovate scontato su Get Your Fun
Una spy stories negli Anni 70
Il periodo della Guerra Fredda è ancora avvolto da diversi misteri (alcuni tragici).
Operazione Vienna ci porta in questo mondo che si muove su diverse gradazioni di grigio, così come diversi film e libri ci hanno raccontato.
Gli aspetti proposti non sono quelli militari-politici di Twilight Struggle o di 13 Giorni.
Questa volta siamo all’interno delle partite a scacchi tra agenzie di spionaggio, con codici segreti e doppiogiochisti.
Tutto nasce con l’invio da parte della CIA di una squadra della Divisione Attività Speciali per indagare sulla morte di un cittadino americano a Vienna.
La missione APE BIANCA inizia così.
Riproposto l’uso di Antares
Operazione Vienna re-implementa la meccanica di Detective.
Come per il titolo base, e per Prima Stagione, anche qui dovete accedere al database Antares.
Una volta che avete fatto il login potete accedere ad un sotto-dominio dedicato a Operazione Vienna.
Potete evitare questi passaggi e scaricare l’app, ad esempio da Play Store.
L’app interviene nel gioco in diversi momenti. Ad esempio per accedere a reperti multimediali, oppure per inserire elementi che si raccolgono durante le missioni (Puzzle).
C’è anche una terza funzionalità, che permette di avere la soluzione di minigiochi all’interno delle missioni.
Ci torneremo.
Materiali che si mettono a disposizione dell’ambientazione
Ancora una minimizzazione del tabellone…anzi è sparito
Detective è sempre stato un equilibrio fra un librogame e un gioco da tavolo.
Prendete ad esempio Sherloch Holmes – Consulente Investigativo. In questo gioco di Asmodee i giocatori saltano da un paragrafo all’altro ed è assente completamente un tabellone.
Non fatevi ingannare dalla mappa di Londra: serve solo per accedere ai paragrafi.
Detective aveva un tabellone e diverse meccaniche proprie dei giochi da tavolo. Erano inoltre accennate abilità speciali per i singoli personaggi.
In Prima Stagione tutta questa logica era stata semplificata, dove il tabellone era un escamotage per segnare il trascorrere del tempo. Per questo motivo anche le stesse dimensioni erano state contratte.
Ecco, in Operazione Vienna è completamente sparito.
C’è solo un Blocchetto Missione da cui staccare un foglio per ciascuna delle 4 Missioni.
Ogni foglietto riporta 4 tracciati di colore diverso. Ciascun colore indica un tipo di luogo “esplorato”, che può essere un edificio pubblico o un luogo legato al sottobosco criminale.
C’è poi un tracciato Uomini in Nero. Completato il percorso di un colore, se si insiste a raccogliere informazioni sfruttando quel canale, si passa a riempire questo tracciato.
Annerite anche queste caselle avrete attirato sulla vostra squadra troppa attenzione.
Meglio chiuderla lì e accedere alla parte di Antares che chiude la missione.
Ci sarà qualche domanda.
Un sacco di roba da leggere
Operazione Vienna contiene un botto di roba da leggere.
C’è il solito sistema di carte visto in Detective e nei suoi figli, che andremo a rispiegare.
C’è però un plico di Documenti di ben 100 pagine.
Se prima le carte Altra Pista puntavano ad altre carte, o al più al database Antares, ora puntano anche a Documenti, indicando di volta in volta quali leggere.
Immaginateli come cablogrammi, identikit o altro materiale in mano alla CIA.
Sicuramente un boost per percepire l’ambientazione.
Un ritorno anche alla dimensione del gioco da tavolo
Questa volta Ignacy e compagni introducono di nuovo elementi tipici di un gioco da tavolo, come ad esempio il raccogliere risorse.
Le risorse sono Segnalini Speciali in legno. Sono sagomati per ricordare il Denaro o contatti con la Malavita Criminale, la Rappresentanza dell’Intelligence Straniera o della Stampa Locale.
Obiettivo raggiunto tranne per questa ultima tipologia di contatti, rappresentati da un’enigmatica bottiglia.
Come muoversi sotto copertura
Tutto inizia con l’aprire una delle 4 buste sigillate. E’ il punto di avvio della Missione, che dovrebbero essere giocate nell’ordine proposto.
Un po’ come in Prospect Detective si svuota il contenuto sul tavolo.
Questo materiale permette di inquadrare gli obiettivi, tramite il prologo. Vengono poi messe a disposizione delle risorse, intese come persone coinvolte per portare a termine quanto richiesto.
Ci sono poi anche le Operazioni collegate alla missione. In pratica pagando delle Risorse Speciali si accede a informazioni o, per così dire, si può violare una regola.
Alla fine del prologo vengono indicate le prime Altre Piste.
Una catena di carte
Operazione Vienna ripropone il sistema delle Altre Piste.
Ogni carta letta dà l’opportunità di leggerne altre, a seconda della direzione che si vuole dare all’indagine, ovvero che luoghi si intende esplorare o persone interrogare.
La novità è che certe volte per accedere ad un’Altra Pista bisogna pagare Risorse Speciali.
Inoltre ogni Altra Pista richiederà di avanzare di un certo numero di passi nell’opportuno tracciato, come spiegato.
L’indagine può fuggire in diagonale, ovvero consentire la lettura di Documenti, accedendo a elementi di Antares, ma anche suggerendo di googlare alcune parole.
Elementi che differenziano Operazione Vienna da Detective e figli
Consigliamo di leggere a pag 7 del regolamento, che Pendragon Game Studio mette a disposizione.
E’ un ottimo metodo per venire a conoscenza di tutte le meccaniche all’interno di Operazione Vienna.
La maggior parte ve le abbiamo spiegate già (come l’Esposizione e la raccolta e l’uso delle Risorse Speciali).
Ci sono almeno altri due minigiochi su cui dovremmo fare attenzione.
Le Schede Codice e trovare la corretta sequenza
Nella busta iniziale trovare un cifrario, detto Scheda Codice.
Senza scendere nel dettaglio, all’interno delle missioni potreste trovare un testo enigmatico.
L’uso del cifrario permette di capire verso quale Documento o Altra Pista proseguire.
Non servono abilità speciali. Il regolamento indica le istruzioni da seguire pedissequamente per usare la Scheda Codice.
Diverso la meccanica Decifra.
E’ una sorta di escape room all’interno del gioco. Viene infatti proposta una sequenza di numeri e i giocatori devono intuire quale sia il numero che segue.
Lo scopo è sempre quello di accedere a un Documento o ad un’Altra Pista
I Puzzle
E’ forse l’aspetto un po’ più complesso e articolato che gli autori ci propongono.
La facciamo breve, lasciando al regolamento i dettagli.
All’interno di Antares trovate i Puzzle. Sono “frasi” di diversa lunghezza, ma all’inizio sono solo una sequenza di spazi vuoti.
Durante la missione ci sarà modo di riempire questi spazi, posizionando le lettere all’interno e vedendo comparire “la frase”.
Sembra un po’ la Ruota della Fortuna.
Fatto sta che il completamento di un puzzle permettere di accedere a informazioni dedicate (o delicate?) e aprono finali di Missione unici.
La nostra esperienza
Proviamo darvi il nostro semplice feedback, del tutto soggettivo, su alcuni punti.
L’ambientazione
Operazione Vienna probabilmente non racconta il reale sistema di spionaggio attivo fra le varie intelligence durante la Guerra Fredda. Anche se non è che lo conosciamo, non avendoci nessuno di noi partecipato.
Ci porta invece in quel mondo di fumo di sigarette e whiskey che la narrativa spy stories ci ha sempre proposto.
Non sappiamo se la CIA usasse davvero nomi così sibillini per persone e missioni, ma così ci ha raccontato Spy Game.
E’ questo difatti un film che trovate nella bibliografia del gioco, elencata in ultima pagina del regolamento.
Lo stesso potremmo dire per Decifrare e la Scheda Codice, che fanno molto The Americans.
Un mondo stereotipato alla fine, ma non stucchevole, così come non lo è Tales of Evil nel raccontare l’horror nella provincia americana Anni ’80.
La narrativa
Storie intricate che permettono diverse strade, che sono un po’ la cifra stilistica di Ignacy Trzewiczek. Piste che si aprono insomma, con apparentemente nessun legame, ma per poi incrociarsi con buona verosimiglianza, o almeno conforme all’ambientazione proposta.
Gli autori dimostrano di essersi ben documentati, attraverso fonti differenti, come i link all’interno delle missioni suggeriscono,
L’aspetto campagna
Prima Stagione offriva missioni singole, ma Operazione Vienna torna sulla modalità campagna.
L’epilogo delle missioni non svela l’intreccio 360 gradi, così da garantire una, seppure minima, rigiocabilità.
Il diario dei giocatori viene alla fine aggiornato creando nel complesso una storia unica, portando nelle missioni successive un’eredità di quella appena conclusa.
Un buon equilibrio fra meccaniche e narrativa
Buono il mix fra gioco da tavolo e libro game, con l’introduzione dei Segnalini Speciali e delle Operazioni in favore del board gaming.
Peccato non avere spinto di più sulla caratterizzazione della squadra all’inizio della missione, che alla fine si limita solo a dare dei Segnalini Speciali iniziali.
Carina l’idea dei minigiochi alla escape room. Fanno molto ambientazione spy game e coinvolgono i giocatori.
Se poi questa novità non vi piace, Antares permette di saltarla.
Un po’ macchinosa la storia dei Puzzle. Poteva essere semplificata evitando di contare le caselle per un corretto abbinamento Puzzle-suggerimento.
Tutto sommato un giusto prezzo da pagare per il ruolo che hanno all’interno all’economia del gioco e, comunque, meno macchinoso che la prima versione di Antares in Detective.
In conclusione
Finalmente abbiamo avuto l’occasione di giocare a Operazione Vienna, titolo che seguivamo da tempo.
Quattro le Missioni ambientate nell’universo spy stories della Guerra Fredda.
Anche Antares è stato rimodulato per essere più vintage e sono state introdotte nuove meccaniche che spalleggiano l’ambientazione.
Attenzione che le missioni sono di più ampio respiro rispetto a quelle di Prima Stagione e chiedono un certo impegno per essere comprese.
Essendo un cooperativo scala molto bene e il tracciato degli Uomini in Nero è regolabile, in modo da aggiustare la difficoltà secondo la sagacia del gruppo.
Facendo un bilancio generale, come complessità, Operazione Vienna si pone all’incirca a metà dei due titoli.
Prima Stagione è immediato come leggere un libro, Detective molto più articolato.
Che forse Operazione Vienna centri la quadra che accontenta tutti?
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15 Novembre 2021