Uno dei più nostri attesi appuntamenti a Play e l’incontro nella Blue Room.
Anche quest’anno Pendragon Game Studio è stato così gentile da invitarci.
È proprio in uno dei due incontri è stato possibile provare Mosaic nella sua versione Colossus.
E, soprattutto, con quel colosso dell’autore Gleen Drover.
Tempo di lettura 6 minuti
Mosaic è un gioco di cui avevamo già parlato all’epoca dell’annuncio della sua localizzazione 2 anni fa.
Siamo contenti che oggi sul nostro tavolo troneggi una copia di questo gioco fortemente desiderato dal Redattore.
Del resto è un grande fan della serie Sid Meier’s Civilization e ancora un po’rimpiange le prime versioni, forse meno accattivanti graficamente, ma magari meno sempliciotte.
Quindi le prossime righe non spiegano per filo per segno come Mosaic funziona, bensì l’esperienza di gioco avuta un quella circostanza.
Opulenza, opulenza oltre modo
Quando entriamo nella Blue Room e’ tutto apparecchiato as usual e Pendragon Game Studio ha ovviamente tirato fuori per l’occasione il servizio buono.
Se la versione “base” è uno scatolone di 5 kg, quella deluxe ha miniature sia per i lavoratori che per gli eserciti e monete in metallo. Tutto ciò che potete costruire è a sua volta una minitura.
Detto ciò, arrivati last minute, ci rimane l’ultimo posto: quello sul lato corto (stacce).
Seguire il proprio leader
Diamo quindi uno sguardo al leader che siamo riusciti ad ottenere per capire le sue abilità speciali.
Abbiamo il Magistrato. Non sembra male: ci fa partire con dei buoni valori sui alcuni tracciati di produzione ed ha un’abilità one shot che converte Popolazione in risorse. Da ricordare.
Vedremo poi che già a partire dalle carte iniziali, le Tecnologie che di base potremmo giocare, faremo subito un mismatch fra carte e personaggio. Ottimo lavoro di drafting Volpe Giocosa!
Del resto questo tipo giochi richiede un po’per ingranare: le carte, ma in generale le possibilità offerte, sono tante.
I simboli delle Tecnologie forniscono delle icone, oltre alla loor intrinseca abilità, che permettono di soddisfare i requisiti per giocarne altre, “mimando” l’albero delle tech proprio di Civilization.
Molte meccaniche del gioco capiamo ruotare attorno i I Pilastri delle Civiltà.
Le carte tecnologia iniziale che abbiamo in mano, dopo un draft, sono più o meno inutili ad inizio partita.
Sono avanzamenti militari che fanno fuori anche unità avversarie…che ancora non sono state disposte.
Una partenza a rilento
Partiamo quindi piano piano, con la nostra prima città, diciamo la capitale, in Grecia.
Mosaic premia le maggioranze, la presenza nelle varie aree del territorio, sette in tutto.
Essere partiti con poche tecnologie utili ci fa stare un po ‘più indietro rispetto alla media degli altri giocatori che iniziano a costruire nuovi insediamenti.
Noi, mici mici, ci buttiamo su aree meno contese come l’Egitto e la Numidia.
Nel frattempo, seguendo il monito del Sommo Poeta “Fosti non fosse per vivere come bruti…“, acquistiamo carte Tecnologia.
Qualche risorsina per i nostri investimenti viene anche dal bonus di piazzamento di qualche insediamento: quando su un esagono se ne trova un token Tesoro, si porta a casa il premio indicato.
Come le altre civiltà si organizzano
Sebbene alcuni top player iniziano a costruire Meraviglie, noi lottiamo turno per turno per ottenere risorse per la mossa successiva. Mosaic, come si aspetta, premia la pianificazione.
A volte riusciamo a prendere qualche carta Popolazione, grazie al Cibo, che vi porta carne fresca.
Qualcuno più furbo di noi inizia a sfruttare le Merci. Sono token che si raccolgono un po’ come i Tesori, ma non danno benefici istantanei.
Concorrono a valutare invece gli introiti che i Dazi danno.
Molti giocatori indugiano sull’azione Tasse e Dazi per rifocillare le proprie Nazioni, strategia forse più logica rispetto a un “pochi, maledetti, ma subito” di Volpe Giocosa.
…ma Volpe Giocosa non abbozza
Però non va male.
Qualcuno se ne accorge e ne approfitta per scombinare la vetrina delle Tecnologie: piano di Volpe Giocosa da rivedere.
Un aspetto fondamentale di Civilization erano le battaglie: si mandavano frotte di unità verso le città nemiche per conquistare.
In Mosaic l’aspetto della guerra è meno bellicoso, o più german se preferite.
Quando un’unità viene schierata in una regione ne elimina un’altra, senza troppe complicazioni.
Le unità militari infine non infieriscono mai sulle città avversarie, ma una regione si rivendica e dà punti solo con un sistema di maggioranze.
Volpe Giocosa alza la testa
Forse troppo tardi, ma sì, anche la nostra civiltà prova ad affondare il piede sull’acceleratore.
Le tecnologie militari, ora che la mappa diventa più stretta rispetto ai nuovi insediamenti e unità militari, possono iniziare ad essere fruttuose.
C’è chi viene pure a rompere le scatole in Egitto, fino a quel momento regione trascurata e come molti token ancora da raccogliere.
Ecco allora che miniature avversarie sono spazzate via dalla furia di Volpe Giocosa!
Come in Civilization ci sono degli achievements, dei trigger, o chiamateli con il tecnicismo che preferite, che consentono di innescare l’ “Età dell’Oro“. Ed eccoci col premio Civiltà Militarista!
Proprio sulle ultime battute del gioco iniziamo a fare punti (o a ipotecarli per lo scoring finale).
Con uno colpo di reni, grazie a extra risorse concesse dal nostro leader, costruiamo anche noi una Meraviglia: il Tempo di Artemide.
Le Meraviglie, lo si può intuire, sono costruzioni uniche, ogni a con abilità diverse.
Visto che ormai l’Egitto è una polveriera, che cosa di meglio di una costruzione che ci premia in base al numero totale di unità militari schierate nella regione?
In conclusione
>> link al regolamento sul sito di Pendragon Game Studio
Mentre iniziano a girare le cose, ahimè, ci avviciniamo alla fine del gioco.
Mosaic prevede scoring nel mezzo della partita ogni volta una carta Punteggio è rivelata.
Il gioco finisce o per tre carte Punteggio o per altre condizioni, ma difatti non sai mai quando la scure della fine del gioco finirà
E a noi ci becca con le mani fra le tessere Governo, che ci permetterebbero, come nel gioco di Sid Meier, di ottenere abilità speciali.
E invece no.
Dallo schermo al tavolo
In questo pezzo trovate proposte diverse analogie con il gioco Sid Meier.
Ne abbiamo parlato con Gleen Driver, anche lui giocatore di Civilization.
Nell’occasione ci siamo complimentati con lui anche per Astoria – La Ferrovia degli Animali, gioco che abbiamo consumato.
Come avrete capito, molte delle azioni di Civilization, come costruire e arruolare, ma anche gestire l’economia attraverso commercio e tassazione, sono riportate in Mosaic.
Certo, sono tutte più o meno meccaniche basate sulla collezione set di simboli, ma migrano bene i concetti dal PC al tavolo.
La differenza sta, come visto, nella mancanza di uno scontro diretto, diciamo di un elemento più wargaming. Se volete è questa solo una constatazione, un taglio che l’autore ha voluto dare al suo titolo.
In secondo luogo le civiltà non evolvono, come nel videogioco, dalla preistoria al viaggio verso Alpha Centauri.
Mosaic è ambientato in un tempo sospeso che potremmo collocare nell’ Età classica.
Un antipasto
Mosaic sta entrando nelle case dei giocatori, essendo il day one passato da poco tempo.
Vi abbiamo voluto raccontare questa nostra prima partita, mentre nel frattempo lo stiamo giocando, provando anche diverse strategie.
Solo un’anticipazione quindi: ne parleremo di più nell’articolo dedicato con più esperienza sulle spalle.
Qui di seguito vi proponiamo una lista di giochi che possono piacerti se hai gradito l’articolo.
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29 Giugno 2023