Sara spippola mentre io guido sul GRA, o, sarebbe meglio, dire mentre siamo in coda.
“Sembra che ci sia una convenzione GdT Roma Players – LS Giochi per i giochi di Essen”
“C’è qualcosa ci piace?”
“C’è questo con l’Egitto vedi bello”
Do una rapida occhiata a qualche immagine.
Spazi azione, segnalini di legno, nessuna roba del tipo miniatura super elaborata che in questi giochi ci sta come il parmigiano sul tonno.
“Dai, ok segniamoci”
E così oggi sono il felice possessore di una copia di Men-Nefer
Ora questo siparietto potrebbe gettare un’ombra su come Volpe Giocosa seleziona i giochi di cui poi parla sul blog o sui social.
C’è anche la corrente di pensiero che vuole che un buon blogger debba proporre tutti i giochi, che li piacciano oppure no (sì, ma c’è anche una vita fatta di mutuo e bollette…).
Comunque in realtà sentimmo già parlare di Men-Nefer in alcuni report da Essen.
Il parere era alquanto unanime, anche considerando giocatori con “sensibilità” diverse: Men-Nefer potrebbe essere una delle migliori uscite di Essen.
Il fatto che Ghenos lo localizzi nel 2025 può essere un ulteriore conferma di questo insight.
C’è da dire, dal nostro punto di vista e per i nostri gusti, che ci sembra che Essen abbia proposto diversi giochi interessanti, più di quanti se ne possano contare sulle dita di una singola mano.
Comunque, aneddotica a parte, imbarchiamoci in questo viaggio nell’Antico Egitto. Chi ha fretta ci aspetti alla foce del Nilo.
Men-Nefer
Autori
Germán P. Millán
Editore
Ludonova
(prossimamente Ghenos)
Giocatori
2-4
Età
14+
Durata
30 min a giocatore
Costo
65€ circa
Un po’ di storia
Men-Nefer è il nome originale di Menfi, capitale dell’Antico Regno finché è durato.
Ecco quindi che all’interno del gioco troviamo tutti quegli elementi, a volte cliché, sull’Antico Egitto.
Troviamo quindi mini-giochi sul culto dei morti, con imbalsamazione, sarcofagi e quant’altro.
In questo senso Pharaon è il top della categoria.
Troviamo anche la costruzione della Piramide di Cheope che, non solo per i blocchi in plastica che si sovrappongono, ricorda lo stile Teotihuacan.
Allo stesso modo è presente anche la questione del peso della piuma e del cuore, già proposto in Tekhenu.
Insomma, l’ambientazione non è innovativa, ma in fondo l’Egitto nazionalpopolare è questo.
Attenzione ai materiali (anche superflua)
Come da introduzione, i materiali ci hanno incuriosito, vicenda che conferma probabilmente l’imprescindibilità del gioco dal giocattolo e che anche i più duri hanno sotto sotto un cuore tenero.
C’è anche da dire che, e si veda la metafora del parmigiano e del tonno, c’è un limite a tutto.
Men-Nefer non lo valica.
La tonnellata di elementi in legno con decals sono non infatti indispensabili, laddove elementi più semplici avrebbero portato ugualmente a casa il risultato, ma neppure dannosi o eccessivi.
Apparenza e funzionalità
Un po’ scomoda forse la Cava, una mini-plancia da “incastrare” in un angolo del tabellone per impilare gli elementi della piramide (quelli in plastica).
Questa soluzione rompe un po’ l’ergonomia e ingombra spazio inutilmente. La pila di “mattoni” della Piramide vive inoltre in un eterno bilico.
Probabilmente merita la fine dell’obelisco di Tekhenu.
Viceversa, sempre cercando un rapporto materiali e funzionalità, una plancia dual layer sarebbe stata gradita.
Sgargianti colori fluo
I colori fluo degli elementi, con anche un notevole rosa Schiaparelli, sembrano fuori luogo per il contesto, laddove il tabellone ha i tipici colori caldi del deserto.
Qui crediamo invece sia stata premiata la funzionalità. Colori che risaltano così tanto rispetto allo sfondo permettono di avere costantemente tutto sotto controllo.
L’iconografia, sebbene molto spinta per ottenere l’indipendenza dalla lingua, è tutto sommato funzionale.
Solo alcuni simboli possono essere fraintesi, ma dopo il primo errore si impara.
Un po’ d’ordine in scatola
Certo che tutto questo concistoro, dove ai circa 30 pezzi per giocatore si aggiungono anche token vari sulla plancia comune, richiede un po’ di organizzazione della scatola con ziplock e scatoline, altrimenti il setup diventa un’operazione… faraonica.
Con questo accorgimento si procede poi nelle successive partite anche a memoria.
Giochi e mini-giochi
Men-Nefer può essere visto, ma non solo, come la somma di diversi mini-giochi.
Come detto poc’anzi, l’ambientazione di questa tipologia di giochi è quella che è, ma qui l’autore fa del suo meglio, facendola passare attraverso i mini giochi.
Sono essenzialmente 5 e sono costruiti su 2/3 passi:
- Preparo il Sarcofago ➜ Invio alla Mastaba
- Intaglio una Sfinge ➜ Colloco in città
- Acquisto un Artigianato ➜ La sacerdotessa lo porta al Tempio ➜ Avanzo sul tracciato obelisco (spesso e non solo)
- Avanzo sul tracciato del Calcare / Poso un permesso ➜ Costruisco una sezione della Piramide
- Muovo e Attivo una barca ➜ Prendo Cibo o Contratti
Ogni singolo mini-gioco non brilla proprio di originalità. Il sistema della Mastaba ha una meccanica che ricorda Tekhenu o Tabannusi, che fa punti e attiva azioni come in una matrice.
La costruzione della Piramide di Cheope fa prendere bonus in base a cosa copre, come in Teotihuacan (che l’autore sia un fan di Tascini?)
La parte pratica
Una partita di Men-Nefer è strutturata in 3 round e ciascuno è suddiviso in 3 fasi.
La prima fase è quella di ripristino e preparazione del round, tant’è che si salta al primo round.
Nella seconda fase si effettuano le scelte, ovvero i giocatori fanno le loro azioni. Questa è forse la meccanica più particolare di tutto Men-Nefer.
Nella terza fase si passa soprattutto allo scoring. I punti che si ottengono sporadicamente intra-round sono pochi. Il malloppo si raccatta proprio nella terza fase dove si calcolano i punti derivanti dalle rendite.
Un contratto soddisfatto al primo round genererà, ad esempio, punti in quelli successivi.
Nessuno scoring strano di fine partita che può ribaltare il risultato come in 4 Ristoranti è, secondo noi, una nota di classe.
Il twist della fase azioni
Tocca un attimo concentrarsi per capire come funziona la seconda fase, dove in effetti giochiamo e non facciamo bookeeping. Saremo molto precisi e a tratti prolissi, ma è proprio in questa parte che si concentra la bellezza di Men-Nefer.
Nella nostra plancia, oltre a varie Sfingi e Sarcofagi che possiamo preparare, abbiamo 3 Lavoratori.
Ad ogni Lavoratore è associata una Tessera Azione.
Nel nostro primo turno, di qualunque round, dovremmo per forza posizionare un lavoratore in uno spazio azione sulla plancia comune.
Attenzione perché non si attiverà, come generalmente accade nel piazzamento lavoratori, lo spazio azione dove atterrerà il lavoratore.
Le azioni da svolgere sono infatti quelle associate alla sua Tessera Azione che viene contestualmente scartata (è usa e getta).
Tre possibili azioni
Quando sarà di nuovo il nostro turno, all’interno dello stesso round, avremo ora 3 opzioni possibili.
La prima è ripetere, quanto fatto al turno precedente, con uno dei due lavoratori ancora disponibili.
La seconda opzione è quella di rimpiazzare una Tessera Azione già giocata acquistandone un’altra da un mercato.
L’azione che svolgeremmo, ora, nell’esatto momento che raccogliamo la Tessera Azione, non è quella sulla tessera ma dipenderà dalla posizione dalla quale l’abbiamo acquistata (ci sono delle icone stampate sul tabellone).
La terza opzione a disposizione è la specializzazione di un lavoratore piazzato in precedenza.
Ogni spazio azione ne ha uno di fianco e, ancora, un tracciato alla sua destra.
In tutto abbiamo così 5 coppie di spazi e azione e tracciati.
Specializzare un lavoratore lo sposta in quest’altra casella affianco e fa avanzare il proprio segnalino sulla track corrispondente, una sorta di tracciato delle tech.
A questo punto svolgeremo un’azione a seconda del livello raggiunto sulla quella track.
Una partita di 27 azioni
Se ci siamo spiegati bene, dovreste avere chiaro che in ogni round ogni giocatore compie sempre 9 mosse e sempre così divise:
- 3 azioni dalle Tessere Azione
- 3 azioni quando si acquista una Tessera Azione in funzione della sua posizione nella vetrina
- 3 azioni legate alla specializzazione di ciascun lavoratore.
Totale? 27 azioni per partita. Tutto si incastra da solo, senza un contatore turni ma solo uno dei round. Ciononostante il casino è dietro l’angolo, tenendo conto anche l’ordine di turno variabile, legato alla posizione in classifica all’inizio del round.
In conclusione
E quindi Men-Nefer è stato quasi un acquisto a scatola chiusa. E siamo stati fortunati.
Nell’era dove molti giochi sembrano progettati per essere giocati una volta sola, dove non c’è più il gioco del mese ma forse è solo della settimana, abbiamo inanellato già diverse partite a Men-Nefer.
I materiali sono davvero scenografici e per lo più funzionali, con qualche eccesso, come nella Cava e i Sarcofagi fronte-retro che confondono un po’.
Anche l’iconografia delle Sacerdotesse poteva forse essere migliorata. Ma sopratutto può capitare di non capire quale sia il verso corretto delle pergamene del Libro della Vita.
L’editore non cede alla tentazione di introdurre meeple sagomati come risorsa, ma usa due tracciati per tenere conto della disponibilità di Cibo e Heka.
Quest’ultima risorsa è un po’ strana e forse forzata, in termini di ambientazione, ma fa il suo dovere all’interno della meccanica e del risparmio del tempo.
Del resto l’ambientazione si basa sui soliti cardini dell’Antico Egitto, ma l’autore incastra bene la sequenza nei mini-giochi.
Ad ogni turno si ha la sensazione di avere costruito qualcosa e le azioni sono legate tra loro.
Scalabilità
Lo abbiamo giocato con un numero diverso di giocatori al tavolo. Scala comunque bene, anche grazie all’aiuto dei lavoratori fittizi in 2 o 3 giocatori. Infatti, posizionare un Lavoratore dove ce n’è un altro costa Cibo e i Lavoratori fittizi aiutano a stringere il gioco.
Tuttavia non esiste un loro alter ego per Sarcofagi e Sfingi, dove gli slot disponibili sono sempre gli stessi a prescindere dal numero dei giocatori.
Una variante, proposta su TTS, blocca degli spazi anche in queste due categorie.
Comunque è proprio questa limitazione negli spazi a creare una forte interazione indiretta. Magari ho solo la Tech I nel posizionare Sfingi, ma tutti gli spazi sono già stati presi.
Un po’ di spaesamento iniziale
E’ chiaro che il sistema di azioni e le varie possibilità che Men-Nefer offre possono dare un senso di spaesamento, ma passa subito e ne risulta un gioco meno faticoso di Tekhenu, ad esempio (3.77 contro 4.06 del Tascini). Si poteva comunque semplificare, eliminando il Tracciato dei Geroglifici.
Bisogna fin da subito entrare nell’ottica del sistema esponenziale di punteggio, dove quasi tutti i mini-giochi offrono una rendita (non le Sfingi, in realtà).
Anche le varie opportunità di fare punti sembrano grosso modo bilanciate, con forse la costruzione delle Piramidi delle Regine leggermente più redditizia, ma dove ci può essere ancora maggior interazione per ostacolarsi.
Un po’ di randomness input è presente nei mercati, ma suvvia.
Ma quindi vi è piaciuto?
Rileggendo questo lunghissimo articolo ci siamo resi conto di essere sembrati critici e, per quanto possa contare, che Men-Nefer non ci sia piaciuto.
Anzi. E lo abbiamo per questo fatto provare e sponsorizzato.
L’analisi, più puntigliosa che in altre occasioni, è proprio legata al fatto che Men-Nefer ci ha assolutamente convinto. Come dice un nostro amico “quando rosico è perché mi è piaciuto“.
Questo, oltre per le ragioni già elencate, è dovuto in particolare per il sistema delle azioni che ti costringe di pensare adesso al prossimo round. Davvero sfidante.
Ci vediamo allora sulle sponde del Nilo.
La questione colori delle componenti giocatori deve essere una scelta x farli risaltare dai toni color deserto del tabellone, perché i colori sono gli stessi di tekhenu….. È vero che sembrano stonare col tema, ma non si può dire non siano funzionali (penso che dietro alla loro scelta ci sia questo ragionamento da parte dell’editore)
Proprio quello abbiamo detto anche noi.
Impossibile non riconoscere i propri pezzi!
Grandi! Ottimo articolo per un gioco che a noi sta piacendo molto (ma già lo sapete!)
Rileggendo l’articolo mi sono reso conto come Millan si sia “copiato”, visto che in Bitoku usavi le carte per sbloccare i dadi lavoratori (che poi saranno piazzati nella foresta) mentre qui quando piazzi i lavoratori nel tempio del sole, compi l’azione della tessera associata. Ha variato una meccanica nota, rendendola comunque diversa e interessante, sempre un ottimo autore!
Grazie a te Vincenzo per esserti speso con Daniela per gestire la collaborazione con LS Giochi.
Grazie ancora per il confronto sul bilanciamento.
Non conoscevo questo autore perché di Bitoku non amo il tema.
Mi è piaciuto invece Bamboo e voglio recuperare Sabika (Sara impazzisce per l’Andalusia e il moresco)
Sai che è sempre un piacere! 😀
Sabika noi lo adoriamo, ha un piccolo difetto ma in due si può soprassedere, mentre in 4 diventa pesante… quindi possiamo solo consigliarlo!