Marrakech è un gioco che in realtà ha qualche anno.
La nostra fonte BGG lo data 2007 per Gigamic. La versione che vi proponiamo è stata recentemente ristampata da Ghenos Games in italiano.
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Marrakech è un titolo che divide. Alcuni lo trovano noioso, altri invece ne lodano la freschezza nonostante abbia più di 10 anni sulle spalle.
Come al solito non daremo voti, non siamo così autorevoli.
Vi diremo cosa cioè ci è piaciuto e cosa meno, cercandovi di vendervi un tappeto alle conclusioni.
Marrakech
di Dominique Ehrhard
Ghenos Games
Da 2 a 4 giocatori. Età 8+
Durata: 30 minuti
Costo: 35 eur circa
Non le solite pedine o miniature
Marrakech è un gioco che si presenta elegantemente.
Come ricorderete Gigamic e lo stesso produttore di Squadro e Quoridor (e altri giochi simili che avremo modo di proporvi).
Anche in queste due circostanze, avevamo trovato materiale ordinato e curato.
Un piccolo esempio: all’interno della confezione trovate un sacchetto di stoffa con un laccetto per chiuderlo.
E’ utile per contenere una pedina, Assan, e il dado che gli consente di muoversi sul tabellone.
Non sappiamo quanto questa soluzione sia più costosa di uno ziplock di plastica (o anche di niente), ma il risultato è un effetto di maggior cura del prodotto.
Entrambi gli elementi sono poi in legno, con dimensioni e peso che ne facilitano il maneggiamento.
Il dado a 6 facce, ad esempio, è molto più grande di uno standard.
Noi abbiamo messo all’interno del sacchetto anche le monetine in cartoncino.
Anche queste danno una sensazione al tatto di solidità.
Il nostro primo unboxing “unplugged” è proprio dedicato a Marrakech. Lo sappiamo, c’è da lavorarci…
C’è comunque un effetto wow
Tuttavia i componenti, oltre a essere curati, non sono neppure frugali.
All’interno della confezione c’è una scatolina che ospita tappetini in 4 colori e trame differenti.
Sì, tappetini.
Sono pezzi di stoffa piuttosto pesante, caldi al tatto, quasi pile.
Probabilmente l’editore e l’autore potevano trovare un’altra soluzione per Marrakech, che sostanzialmente è un astratto.
Tuttavia questa scelta permette al loro gioco di spiccare nello scaffale rispetto ad altri giochi concorrenti.
Chiude la dotazione un tabellone, una classica griglia quadrata.
Semplicissimo ed elegante
Marrakech ha un regolamento semplicissimo.
E’ talmente semplice che alcuni lo pongono, erroneamente secondo noi, nella categoria di giochi per bambini.
Probabilmente è fruibile anche da volpine giocose, ma non è un gioco prettamente a loro dedicato.
Sicuramente poi, l’età indicata di 6 anni su BGG potrebbe essere troppo bassa.
Una pedina comune, ma tappetti personalissimi
Al centro del tabellone si pone Assan, mentre ogni giocatore prende dei tappetini di un colore.
In ogni turno di può scegliere che direzione prenderà Assan, ma non può girarsi di 180 gradi o muovere in diagonale.
Il lancio del dado indica di quanti passi si debba muovere e delle frecce indicano dove rientrare se dovesse uscire dal tabellone.
Giunto sulla casella di destinazione, il giocatore pone uno dei suoi tappetti sul tabellone.
Le dimensioni sono tali che occuperà esattamente due caselle, una delle quali deve essere una delle quattro confinanti con Assan.
Nel poggiare il tappetto si possono coprire anche tappetti avversari, ma anche i propri, purché non ne sovrapponga esattamente uno.
Pagare la decima
Dicevamo che ci sono anche delle monete.
Ogni giocatore ne ha infatti una certa dotazione iniziale. Quando Assan nel suo turno finisce su un tappetto avversario, dovrà verificare quanto si estende l’area coperta dai tappetti di quel colore.
Fatto questo, dovrà elargire al suo possessore una moneta per ogni quadratino.
Il gioco termina quanto tutti i tappetti sono stati piazzati.
Ogni casella coperta da un tappetto del proprio colore vale un punto, così come una moneta arrivata alla fine del gioco.
Marrakech è un gioco ad altissima interazione
Il tabellone è 7×7, ovvero ci sono 49 caselle. I tappetini in caso di 3 giocatori coprono in tutto un’area di 90 caselle (15 tappeti a giocatore).
Diventano 96 in due o quattro giocatori.
E’ chiaro che ci si pesti i piedi, cercando di coprire il più possibile tappetti avversari.
Si creano così dei pancake di tappetti che richiedono un po’ di precisione nella posa, sebbene i tappeti siano abbastanza pesanti da non muoversi con un alito di vento.
Il gioco scala anche bene, difatti in 2 giocatori vengono affidati due set di tappetti.
In questo modo le proporzioni riportate pocanzi sono valide anche in questo caso.
Il Kingmaking
E’ un concetto molto tecnico che può avere diverse interpretazioni.
Tra l’altro per molti, in alcuni contesti, tipo i wargame, non è un difetto, ma una chance che il gioco mette a disposizione dei giocatori più deboli.
Teoricamente questo concetto si applica quando un giocatore, che ormai non ha più possibilità di vincere, possa con le sue mosse decidere chi vincerà la partita.
Ad ogni modo Agzaroth della Tana dei Goblin è più qualificato di noi per spiegarlo.
C’è da dire che, per come proposto, è più una pratica infantile del giocatore che non un difetto della Scatola.
Ora, la nostra esperienza ci porta a dire che Marrakech non abbia questo difetto.
Però è un gioco molto severo.
Se si fa un errore, capitando ad esempio su un tappeto avversario che richiede un notevole esborso, la strada di tutti sarà in salita per recuperare.
Significa cioè che se un giocatore, magari per inesperienza, commette un errore, avvantaggia significativamente un suo avversario e mette nei guai tutti.
Se ciò è comunque generalmente vero, in Marrakech abbiamo percepito questa sensazione in modo più netto.
In conclusione
Marrakech è un gioco del 2007 che Ghenos Games ha recentemente stampato.
Noi lo avevamo già giocato, in quando è disponibile in formato digitale e gratuito su Board Game Arena.
Il gioco nel formato fisico è tutta un’altra cosa.
Marrakech, con componenti in legno e tessuto, è un piacere per il tatto.
La composizione finale che si ottiene è un piacere per gli occhi e lo ha reso famoso.
Tuttavia non parliamo di sola apparenza, ma anche di sostanza.
Marrakech ha un regolamento semplice adatto a tutti, ma una profondità che non lascerà deluso il giocatore più esigente.
Amanti dei componenti di qualità, giochi logico-astratti con una dose di casualità
Marrakech è un astratto, lo abbiamo detto subito.
Trasmette un sapore nordafricano grazie ai componenti, ma non siamo in un suk né sicuramente sembra di vendere tappeti.
E’ un gioco simile a Quoridor e Squadro, che con Marrakech condividono l’editore.
Rispetto ai suoi cugini duri e puri, qui è stato introdotto l’uso del dado.
Provare a “saltare un tappeto nemico” per collocarsi poi meglio o no?
E’ chiaramente un elemento push your luck:
Se amate quest’aspetto, allora vi piacerà la variante dove non decidete voi la direzione di Assan, ma il giocatore che vi precede
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