L’Assedio di Runedar: tamburi nell’abisso

Chi segue Volpe Giocosa avrà capito che nella nostra libreria (tra l’altro da poco rinnovata), campeggiano più titoli di un autore rispetto ad un altro.
Più difficile possono tratteggiare i gusti di Volpe Giocosa anche per genere, vista l’eterogeneità dei gusti.
Questo preambolo per dirvi che oggi parliamo di uno dei nostri autori preferiti: il dr. Knizia con il suo L’Assedio di Runedar.

Tempo di lettura 6 minuti

Il prolifico e serioso Knizia, è quasi un mantra, non brilla per le ambientazioni che mette nelle sue scatole.
Generalmente troviamo un bilanciamento matematico e un twist, colpo di scena, che spiazza i giocatori. Poi, probabilmente costretto con la forza, ci incolla una copertina.
Un esempio sono Modern Art, Alta Società, Le Città Perdute, senza arrivare a Decathlon.
Questo suo modo di progettare giochi deriva probabilmente dal suo background.
In L’Assedio di Runedar, tenendo in conto quanto detto che quindi ci porta ad abbassare in questo senso le aspettative, troviamo qualcosa di ambientato.
Ecco il primo elemento che ci ha fatto avvicinare a questo gioco edito in Italia da Ghenos Games.

Per chi va di fretta
  • Un collaborativo dove vi difendete da un assedio
  • Allargate il tavolo: un sacco di materiale all’orizzonte
  • Tutto 3D, compresa la Fortezza costruita con la scatola del gioco
  • Un deckbuilding di lusso
  • Può essere ripetitivo?

L’Assedio di Runedar
di Reiner Knizia
Ghenos Games

Da 1 a 4 giocatori. Età 10+

Durata: 60-90 minuti
Costo: lo trovate su Get Your Fun


Uno scatolone ricco

Le dimensioni dello scatolone de L’Assedio di Runedar attirano l’attenzione. Una bella confezione quadrata e pesante, fuori dallo standard dei 12 pollici.
Anche ricca in termini di materiale, così da rendere difficile, e forse tediosa, la solita disamina pezzo per pezzo.
Svuotata la scatola e defustellato tutto, quello che si scopre è che il fondo della confezione è parte del campo di gioco.
Lasciate però un po’ di spazio attorno: i pericoli nascono proprio sul tavolo (frase sibillina che avrete modo di capire).
Un foglio di istruzioni vi indicherà come assembleare il tutto (è molto semplice) e non servirà ripetere l’operazione nelle partite future.
C’è anche del nastro biadesivo se volete.
Quello che avete di fronte, costruito in plastica e cartoncino, è una Fortezza con tanto di Mura e Torri.

Orchi, fatevi avanti…

Un maniero da difendere

La Fortezza all’interno è divisa in 5 settori. Al centro troviamo la stanza con le Pepite d’Oro che i vari Orchi e Troll si vogliono portare a casa.
Attorno a questo caveau, ci sono 4 stanze.
Tre di queste ospitano una Falegnameria, un’Officina e una Conceria dove si trovano le risorse di competenza (Cuoio, Metallo e Legname).
Nel gioco sarà importante raccogliere risorse, ma lo si può vedere dopo.
La terza stanza dà sul lato dove manca una torre ed è l’ingresso del tunnel.
E’ da lì che i giocatori, alias i nani che difendono la Fortezza, dovranno passare per uscire da Runedar e organizzare una sortita.

Aprire un tunnel verso l’esterno: l’unica soluzione

Orchi, Troll e strumenti di assedio

Tutti i personaggi che assediano la Fortezza sono in cartoncino, con la loro basetta in plastica trasparente che li sorregge.
Lo stesso dicasi per i Nani, i personaggi dei giocatori.
Nessuna miniatura fatta con da scultori insomma (e nemmeno se ne sente l’esigenza).
Gli elementi più massivi sono forse i blocchi che i giocatori devono rimuovere e che rappresentano il tunnel che i Nani scavano per rompere l’assedio.

Gli Orchi partono dal tavolo diretti verso le pepite

Tanto materiale, ma un gioco semplice

L’Assedio di Runedar si basa su un concetto molto semplice, che andiamo a ripetere.
I Nani sono assediati nella Fortezza e i soliti malandrini cercano di entrare. Se si fanno fregare le loro pepite, o l’ondata dei mostri è così soverchiante da non lasciare speranza, allora è finita.
D’altro canto gli eroici nanetti non hanno le forze per respingere i mostri all’infinito.
Nel frattempo devono scavare il famoso tunnel, dove tra l’altro usciranno fuori Goblin, ma che ci vuoi fare.
Comunque arrivare alla fine del tunnel e non farsi fregare dai Goblin è l’unico modo per vincere.

Si parte con un mazzo con azioni semplici (e Orchi).
Non basterà per sopravvivere.

Come mi attrezzo per evitare di finire preda degli Orchi

Più tecnicamente, L’Assedio di Runedar è un gioco collaborativo dove è possibile scalare la difficoltà, in particolare rendendo più o meno complessa la realizzazione del tunnel.
Dal punto di vista della meccanica troviamo il deckbuilding.
Ogni giocatore ha cioè un mazzo di carte base da cui pesca la propria mano. Le carte rendono possibili delle azioni, come muoversi, attaccare i mostri o lavorare negli ambienti visti in precedenza.
Quest’ultima azione in particolare permette di acquisire risorse che permettono di acquistare nuove carte dalla plancia delle Migliorie.
Il numero di carte nel mazzo rimarrà lo stesso, infatti ad ogni acquisto corrisponde uno scarto, ma complessivamente avremo un nano più equipaggiato e pronto ad affrontare le sfide che l’Assedio di Runedar gli propone.

Con le risorse vi pagate carte più efficienti

Un mazzo per certi versi traditore

Mentre “ciclate” da una mano all’altra, ogni tanto pescherete una carta orco (no, non si scartano mai).
In questa circostanza pescherete una Carta Assedio.
Bene che vi vada, un Orco si avvicina a un lato della Fortezza. Peggio se inizia a salire sulle mura e a dirigersi verso le pepite.
Ad ogni modo un nano su una torre potrà respingerli con un attacco a distanza, oppure buttarsi nella mischia e dare qualche mazzata all’invasore.
Il risultato degli scontri si determina con il lancio dei dadi, dove gli Orchi semplicemente avanzano come zombie.
Poi può uscire fuori anche la Catapulta o la Torre di Assedio, o ancora un Troll si può mettere all’entrata del tunnel e bloccare le operazioni di scavo finché rimane in piedi.

Risultati diversi dei dadi per attacchi a distanza o corpo a corpo

In Conclusione

Forse ignoranza nostra, ma un gioco come L’Assedio di Runedar non ce lo aspettavamo da Knizia.
Diciamo che da tempo adocchiamo il suo libro New Tactical Games With Dice And Cards e quindi questo deckbuilding ci ha colto piacevolmente alla sprovvista.
Ok… ok… non aspettativi elementi narrativi o chissà quale immedesimazione. Tuttavia metteteci anche del vostro, eh…
L’ambientazione fantasy, ma alla fine sottile, può fa avvicinare al tavolo chi non ne vuole sapere di elfi e draghi.
Ci sono dei dadi e quindi c’un elemento di casualità.
Tuttavia Knizia non poteva lasciarvi in mano al caos e anche il mazzo delle carte d’Assedio, che difatti regola gli incontri con orchi e ostilità varie, è “settupato” in modo da non farvi trovare in situazioni frustranti.
D’altra parte alcuni giocatori hanno notato una certa ripetitività.
Dal nostro punto di vista quest’aspetto non è così marcato, anche considerando il numero medio di partite che si dedica ad una scatola.

Non solo Orchi e Troll, ma anche mezzi di assedio da fronteggiare

Infine, ovviamente, l’Assedio di Runedar si presta anche ad essere giocato in solitario.
Forse la modalità che sconsigliamo per due motivi. Il primo è dato dal setup che difficilmente fa venir voglia di gestirlo da solo.
Il secondo motivo è proprio legato alla resa del gioco. Coordinarsi per far fronte all’ondata nemica è una delle parti più divertenti.
Tra l’altro, è forse i veri cultori tolkieniani ci daranno una bacchetta sulle mani, sembra di essere a Moria nella Camera di Mazarbul mentre tamburi echeggiano nell’abisso.

Qui di seguito vi proponiamo una lista di giochi che possono piacerti se hai gradito l’articolo.
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11 Febbraio 2022

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