Great Western Trail lo stiamo giocando da diverso tempo.
Era infatti in Volpe Giocosa prima dell’uscita nei negozi.
Tuttavia, e avremo modo di vederlo, è un gioco che richiede diverse partite per essere padroneggiato.
Abbiamo preferito quindi fare un po’ di esperienza prima di proporvi questa seconda edizione localizzata da Ghenos Games.
Tempo di lettura 9 minuti
Prima abbiamo nuotato nel nostro stagno di Volpe Giocosa, poi ci siamo spinti su altri tavoli.
Da principio volevamo misurare la nostra competitività su tavoli internazionali, poi proprio per capire non ci fosse sfuggito qualcosa.
Ecco perché, oltre diverse partite con la nostra copia, ci siamo misurati anche su Board Game Arena.
C’è da dire che tutta questa esperienza non è che ci ha permesso, ad oggi, di sviluppare chissà che punteggi.
Tuttavia, abbiamo sperimentato molte delle osservazioni che sono state riportate da Agzaroth in un articolo sulla Tana dei Goblin.
Great Western Trail
Alexander Pfister
Ghenos Games
Da 1 a 4 giocatori. Età 12+
Durata: 75-150 minuti
Costo: lo trovate su Get Your Fun
Materiali progettati con attenzione, quasi deluxe
Premettiamo che non abbiamo la prima edizione del gioco, anche se la conosciamo.
Minimizzando i confronti, diciamo che abbiamo apprezzato le plance giocatori in doppio cartoncino.
Per intenderci quello con le scanalature che permettono ai gettoni in legno e altri token di non finire spazzati via.
Probabilmente ci stiamo avviando verso uno standard, dal momento che se questo tipo di plance sono vendute a parte in Terraforming Mars, le troviamo ad esempio nel sequel Ares Expedition.
Una buona organizzazione dentro la scatola
Anche senza ricorrere ad un organizer professionale, il materiale rimane ben ordinato, anche se consigliamo l’uso di ziplock e di elastici.
Trovate nella scatola già un preformato di plastica che, non sempre accade, per ogni spazio un simbolo indica che materiali dovrebbe ospitare.
Tre sacchetti in tela, che sono usati nel corso del gioco per estrarre casualmente dei segnalini, possono tenere in ordine gli stessi quando Great Western Trail riposa in libreria.
Buffi Mandriani e politically correct
La qualità, ma qui con effetti nulli sulla praticità, la troviamo nei meeple giocatori, i Mandriani.
Non si differenziano per il colore, ma è il tipico cappellone da cowboy che permette di riconoscere la propria pedina.
Comunque, anche se è una mera questione di gusti, l’intera grafica è stata rivista.
In alcune scelte c’è anche un adeguamento, rispetto alla prima edizione, verso il politically correct.
Non più indiani d’America ad ostacolare il viaggio delle mandrie, ma fuorilegge.
Gli aiutanti reclutabili ora sono uomini, donne e persone di colore.
Una nuova qualità di mucca: la Simmenthal
Qui si vede l’ignoranza di Volpe Giocosa che pensava che la Simmenthal fosse solo una marca di carne in scatola, molto comoda nelle gite estive e molto proteica. In realtà è una specie di bovino.
Troviamo poi un mazzo di diverse altre mucche.
Escluso il set Base, punto di partenza di ogni giocatore, ciascuna razza ha un suo valore di Punti Vittoria a fine partita.
Tutte i bovini hanno invece in valore di mercato e sono divisi per colore.
L’ambientazione e il gioco
Il commercio delle vacche nel vecchio West
Il trail è un percorso attraverso la pianura che parte dal vostro ranch fino a Kansas City.
Qui gli animali vi sono pagati e vengono caricati su un treno per essere inviati in tutti gli Stati Uniti.
Consegnato il bestiame, ai riparte dal ranch con una nuova mano di carte.
La strada per Kansas city non è univoca e potete fare scegliere al Mandriano la via che preferite.
Lungo il percorso ci sono infatti diverse biforcazioni.
Già da principio, lungo la strada si trovano degli Edifici Pubblici: il percorso verso Kansas City può essere influenzato in base a quali edifici volete visitare.
Ciascuna di queste strutture di permette due azioni, o una più base rinunciando a queste opportunità.
Lungo il viaggio può succedere di tutto, come acquistare nuovo bestiame oppure venderlo, ma anche finire vittima dei banditi.
It’s a long road… ma non siete da soli
In questo viaggio non siete da soli.
Lungo la strada, in particolare come azione permessa da un edificio, potete reclutare 3 tipologie diverse di specialisti.
Ognuna di queste professionalità renderà più facile compiere un tipo di azione e, indirettamente, una strategia di gioco.
In sintesi, l’Ingegnere sposta in avanti la vostra Locomotiva sul tracciato ferroviario: spedire più lontano le mucche dà dei vantaggi, così come appropriarsi delle stazioni.
A sua volta il Costruttore sarà utile per posizionare edifici sul trail, che a loro volta permetteranno nuove azioni solo a voi che gli avete edificati.
Per ultimo il Cowboy, forse il personaggio più emblematico, che consentirà di pagare meno le mucche al Mercato del Bestiame.
Il commercio del bestiame
È l’idea centrale dell’intero gioco, ma non per questo l’unica strategia possibile, come vedremo.
Da un punto di vista della meccanica, il bestiame è rappresentato da delle carte da gestire con deckbuilding.
Lungo il trail può accadere di scartare carte e pescarne altre dal proprio mazzo, mentre a Kansas City é pagata l’intera mano.
Gli scarti si rimescolano quando il vostro mazzo è finito e il Cowboy vi aiuta, come dicevamo, ad arricchirlo con razze sempre più pregiate.
Un gioco che vuole la vostra attenzione
Spiegare il regolamento per filo e per segno, oltre ad essere inutile, sarebbe oltremodo noioso.
Racconteremo invece a grandi linee la filosofia e l’ambientazione dietro Great Western Trail e come abbiamo, speriamo, imparato a giocarci.
Molte, troppe, opportunità
Great Western Trail offre un sacco di opportunità.
Gli edifici sono diversi, con azioni diverse.
Il Mercato del Lavoro offre la possibilità di reclutare i tre tipi di collaboratori a prezzo diverso e i modi per fare punti sono tanti, considerando anche le carte Obiettivo.
Nelle prime partite cercavamo, come l’articolo dei Goblin consiglia di NON fare, di ottimizzare ogni singola mossa al fine di fare tutto.
Così al Mercato del Lavoro assumevamo lo specialista più economico, ci davamo dentro col deckbuilding e spingevamo i treni per occupare le stazioni.
Morale della favola? Punteggi indecenti.
Non dovete mollare
Come spesso accade quando abbiamo un gioco nuovo, insistiamo nel giocarci di seguito in giorni successivi.
È un buon modo per apprendere come bisogna muoversi.
Giungemmo infatti alla conclusione che Great Western Trail ha una logica che premia la specializzazione, a differenza appunto da Agricola, dove per ogni tracciato di punteggio conviene fermarsi al 60%-70% per dedicarsi ad altro.
Trovare le stesse conclusioni fatte da Agzaroth ha riempito di orgoglio il nostro ego di giocatori.
Un sistema esponenziale
In Great Western Trail le abilità di Ingegneri, Costruttori e Cowboy crescon oin base a quanti ne avete arruolati.
Più sono meglio è.
Anzi, disponendoli in fila nella plancia, vi accorgerete che dal quarto o quinto collaboratore dello stesso tipo guadagnerete un bonus.
E, ci ripetiamo, reclutare un Cowboy o un Costruttore in più non dà un vantaggio più piccolo rispetto all’assunzione del precedente.
La “multi-specializzazione” non paga.
Tocca spicciarsi
L’altro errore da niubbo e fare il giro delle sette chiese.
Nell’ottica di “potenziarvi”, quale che sia la vostra strategia, sarete tentati di fermarvi in tutti gli edifici possibili dal vostro ranch a Kansas City.
In questo modo potete fare un sacco di azioni, magari con combo interessanti.
Il “problema” è che Great Western Trail non è un gioco a turni fissi.
Quando un giocatore arriva a Kansas City, infatti, arricchisce il Mercato del Lavoro con nuovi specialisti e fa scorrere verso il basso un segnalino. Quando questo token esce dal tabellone il gioco è finito.
Vi abbiamo detto che Obiettivi non soddisfatti danno malus?
Programmare il proprio viaggio…
Anche in questo caso, sebbene indipendentemente e ce ne compiacciamo, siamo arrivati alla conclusione che tocca pedalare.
Vendere vacche a Kansas City, anche se non avete scelto la strategia del Cowboy, è il modo più rapido per fare quattrini.
Sono i dollari che comunque servono a finanziare quella che sia la vostra strategia e a reclutare il tipo di specialista atto a perpetrarla.
Perdersi per i campi potrebbe farvi crescere meno velocemente degli avversari: selezionate le soste in base alla strategia selezionata e stop.
…. fermandosi e costruendo laddove serve
Ciò vale anche per la costruzione dei propri edifici.
Non andrebbero messi a capocchia sul trail e quelli da costruire andrebbero selezionati in base ai propri scopi.
Un solo appunto.
Se a Kansas City vi presentate con una mandria, una mano di carte, di poco valore, incorrete in alcuni malus.
In conclusione
Eccoci infine alle conclusioni su questo articolo riguardo Great Western Trail, alla sua seconda edizione con Ghenos Games.
Rispetto alla prima troviamo una grafica (migliorata?), alcune modifiche di opportunità e una versione in solitario.
Interessante questo formato che vi fa giocare contro un automa, Sam, nato tempo fa dall’idea di un fan.
Chiaramente bisogna seguirlo, ma alla fine fa semplicemente quello che è più logico.
Poche invece le regole variate, come la gestione dei capistazione.
Insomma, per noi la possibilità di recuperare in titolo must have, se siete ammiratori di Pfister o di giochi di questa taglia.
Per chi ha la pazienza di imparare
Già, perché il gioco è nella fascia definita “per esperti”. A noi piace dire “per chi vuole imparare”.
Anche se siete alle prime armi, se vi va di mettervi lì, siete pronti ad accettare che la prima partita potrebbe non divertirvi, allora avanti tutta!
Certo, una persona al tavolo che conosca la logica di Great Western Trail sicuramente evita un po’di fatica.
Deve però mettersi nei panni del dimostratore: in questo gioco l’esperienza conta.
Se non fosse il caso, potete fare anche da autodidatti.
Evitare giudizi affrettati
Un aiuto, o un check come quello fatto da noi con Board Game Arena, sicuramente aiuta.
Il regolamento alla fine è lineare, a parte l’elevato numero di icone sugli Edifici che nelle prime partite non potrete che cercare sull’Appendice.
Un confronto, o comunque “una predisposizione allo studio”, permette di evitare paragoni con il Gioco dell’Oca o affermare che ci sia solo una strategia che paga.
Anche per divertirsi bisogna imparare
Vi consigliamo di avere questa pazienza perché, anche se siete della categoria indicata da Agzaroth “giochiamo per divertirci”, avendo l’umiltà e pazienza di apprendere almeno le basi potrete apprezzare un gran Great Western Trail.
Tra l’altro, anche la soddisfazione data dall’apprendimento, può essere divertimento.
Perché, come dicevamo anche nell’introduzione, dopo tutte queste partite non è che facciamo chissà che punteggi. In compenso ci divertiamo.
Qui di seguito vi proponiamo una lista di giochi qui citati o inerenti questo articolo.
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9 Maggio 2022