Un gioco con un’ambientazione fantasy-mitologica ereditata da un videogioco.
Con queste poche parole potremmo riassumere God of War di Asmodee.
Si tratta di un gioco di carte collaborativo dalla scatola parecchio pesante.
Tempo di lettura 7 minuti
Come si può leggere in altri articoli (ad esempio Breaking Bad o Zagor Odissea Americana), siamo interessati a capire se questo tipo di giochi siano solo per appassionati oppure no.
Un po’ quanto fatto per Dune e Fallout.
Nel senso che qualcuno legato al quella serie tv o fumetto, magari ha piacere a rivivere in prima persone certe avventure.
Tuttavia potrebbe essere questa l’unica leva dell’autore.
C’è da dire che nella serie di titoli di questi tipi, da noi selezionati in precedenza, non c’era mai dietro solo un’astuzia di marketing.
Alle conclusioni, un po’ come per il mostro finale, vedremmo di capire se è così anche per God of War.
God of War
di Fel Barros e Alex Olteanu
Asmodee Italia
Da 1 a 4 giocatori. Età 14+
Durata: 90-180 minuti
Costo: 16 eur
Una scatola pesante e ordinata
La scatola di God of War è quadrata e spessa più del solito.
Questo perché all’interno contiene un bel preformato in plastica per ordinare tutto.
E’ talmente di dettaglio da sembrare quasi già un organizer.
Tutto è poi chiudibile da un tappo di plastica trasparente, aspetto generalmente riservato ai giochi con miniature (si veda Dungeonology).
In God of War non ci sono miniature. Lo stesso compito è assolto con personaggi 3D in cartoncino che stanno in piedi con la basetta di plastica.
Ogni personaggio, sono cinque, ha una sua scheda in un formato davvero maxi.
Molto utile, come si vedrà in seguito, dal momento che bisogna tenere traccia della Rabbia muovendo un segnalino su un tracciato.
I segnalini sono davvero tanti e servono per lo più per tracciare le ferite inferte e subite e per tenere traccia degli stati.
Il resto della dotazione, oltre a un dado a 6 facce, è costituito da una valanga di carte.
Il mondo di God of War
Se non conoscete le vicende di Kratos tocca fermarsi un attimo.
Questo personaggio nasce con God of War, essendo il protagonista di questa serie videoludica, nel 2005.
Sebbene il gioco che andiamo illustrandovi si riferisca all’episodio uscito nel 2018, vorremmo darvi una panoramica generale.
Uno spartano nel mondo norreno
Kratos è un guerriero spartano che finisce per diventare un servitore degli Dei dell’Olimpo.
Una cosa e un’altra, questi dei si approfittano di lui.
Già nel primo capitolo Kratos uccide Ares divenendo lui il Dio della Guerra (God of War appunto).
Rimane comunque invischiato in queste sordide trame degli dei. E’ così che nel terzo capitolo sbrocca e con un gruppo di alleati sale all’Olimpo e li uccide tutti.
Nel 2018 esce l’episodio dove Kratos va in Scandinavia dove ha un figlio. La sua fama lo precede e anche qui ha delle noie.
Cos’è il Ragnarök
Sempre per apprezzare God of War, bisogna almeno sapere cosa sia il Ragnarök.
Anche qui non si sono inventati nulla, un po’ come per alcuni “aiutanti” di Kratos.
Questo evento era infatti profetizzato nella mitologia norrena, forse contaminata dall’avvento del Cristianesimo e dell’Apocalisse di Giovanni.
Fatto sta che siamo di fronte alla battaglia finale fra il Bene e il Male, che comporterà la distruzione del Mondo e la sua rinascita.
La scatola di God of War mi mette proprio di fronte al Ragnarök e alle battaglie da vincere per evitare di essere distrutti.
Accumulare esperienza e affrontare livelli come in un videogioco
Come detto nell’introduzione, non è la prima volta che viene presa a prestito un’ambientazione da un altro contesto.
In God of War però si ripropone proprio la logica del videogioco, non limitandosi anche alla sola grafica.
In questo collaborativo ogni giocatore impersona un personaggio di God of War 2018, con le abilità che gli sono proprie e dovrà superare una serie di livelli per vincere, compresa la sconfitta del mostro finale.
La piramide delle sfide
Durante il setup, si crea una piramide rovesciata che ha come vertice una singola carta.
Questa indica lo Scenario di partenza, ovvero un insieme di carte che sono in una busta e che sono il teatro degli scontri “per quel livello”.
Questa carta, la carta Missione, indica anche degli obiettivi per vincere quello Scenario e altri criteri di sconfitta, oltre alla morte del gruppo di personaggi.
Superare uno Scenario fa passare a quello sopra della piramide, fino ad incontrare un boss.
Gli Scenari
Sono una decina e non sequenziali, ma scelti dalle carte Missione.
Ci sono delle istruzioni per disporle su due file in tavola, così da creare anche un mosaico.
Ogni carta riporta o un Nemico o la possibilità di interazione. Ci sono anche disegnate delle Rune. Vedremo più avanti l’utilizzo.
Ognuno col suo mazzo di carte
In un turno di gioco ogni giocatore si muove una volta lungo le righe del mosaico che ha creato con le carte Scenario.
A sua volta pesca delle carte da un suo mazzo personale e nel suo turno le gioca (meccanica deckbuilding vista in Kodachi, ad esempio).
Il gioco della carta permette di attaccare un Nemico, sottraendoli mano a mano punti vita, oppure Interagire.
Generalmente si pagano un certo numero e tipo di carte al fine di attivare un effetto, che può essere il voltare la carta Scenario stessa.
Per ogni attacco la Rabbia del giocatore aumenta di un livello.
Arrivati alla fine del tracciato è disponibile un’abilità speciale che riporta la Rabbia a 0.
Anche lo Scenario si attiva
Dopo le mosse del giocatore, c’è la risposta della Scatola.
Si gira una carta Miglioria, che poi andrà alla fine nel turno in un mazzo di un giocatore, migliorandolo.
La runa riportata dalla carta attiva tutte le carte Scenario che la riportano.
Generalmente significa che qualche Nemico proverà a prendersela con un personaggio, oppure si attivano altri eventi poco piacevoli.
Il Gioco in Solitario
God of War ha anche una modalità in solitario, dove l’unico eroe è Kratos, aiutato dal figlio Atreius e dal sapiente Mimir.
Non sono questi personaggi giocabili, ma sono semplicemente abilità extra a disposizione.
Buona l’idea di avere Schede Personaggio dedicate per la modalità solitario, disponibili voltando la scheda.
In conclusione
God of War è un titolo di Asmodee che ci riporta nel videoludico mondo di Kratos.
Il videogioco, per violenza e talvolta linguaggio, è consigliato a partire dai 16 anni e penalizza un po’ questo gioco di carte, consigliato maggiori di 14 anni.
Se avete giocato su Playstation questo gioco, ritroverete tutti i personaggi, ma anche la grafica, del gioco del 2018.
L’editore fa la scelta di non mettere miniature in plastica o resina questa scatola.
Questa scelta forse ha penalizzato eccessivamente questo titolo, in un modo ludico che vede a questi elementi come reliquie.
Tuttavia cura gli altri dettagli, a partire dalla confezione stessa, che richiede un po’ di abilità per essere richiusa.
Il regolamento è semplice.
Se lo trovate complesso, basta che andate nella quarta di copertina e il riassunto della sequenza di gioco non darà adito a dubbi.
Serve avere giocato al videogioco?
Serve averne un’idea. Se non sapete distinguere fra i 5 personaggi il protagonista e da dove proviene, vi perdete qualcosa.
Certo, potete girare comunque a menare mostri, ma una lettura ai link proposti la faremmo.
Per il resto l’autore fa un buon lavoro portandoci davvero dentro un videogioco.
E’ ripetitivo o almeno rigiocabile?
Gli Scenari non sono consecutivi e il sistema della “piramide rovesciata” crea storie sempre diversa.
Non è quindi un gioco legacy o one shot come escape room e investigativi.
Ogni singolo scenario, quello sì, è sempre lo stesso, ma la scatola offre un bel po’ di varietà.
Chi dovrebbe acquistarlo?
Se siete amanti di God of War probabilmente lo state già mettendo nel carrello.
Se siete invece amanti del fantasy e di una meccanica di “miglioramento” dell’eroe (qui attraverso deckbuilding), allora fa per voi.
Fermo restando di documentarvi un attimo sulla trama del videogioco.
C’è anche la possibilità di giocarlo in solitario, anche se il bello dei collaborativo è proprio la cooperazione.
Siete in dubbio? Acquistatelo lo stesso e vediamo perchè.
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