Avevamo avuto la fortuna di giocare DEFCON allo ChefCon proprio con il suo autore, Carlo de Gregorio (e i suoi figli).
La prima sensazione avuta in quella partita ci ha incuriosito e ci ha portato a pensare di approfondire questo gioco.
Tempo di lettura 7 minuti
DEFCON è in titolo che “ok c’è la mappa, ci sono i dadi, ci sono i soldatini… è Risiko!“.
Beh, lo vedremo in questo articolo e con un focus al paragrafo dedicato.
Anche se, col fatto che siamo qui, potete intuire che per noi non è un clone.
DEFCON
di Carlo de Gregorio
Giochi Uniti
Da 2 a 4 giocatori. Età 12+
Durata: 60 minuti
Costo: lo trovate su Get Your Fun
Mappa extra large, ma scatola standard
La mappa di DEFCON è in… 16:9.
È molto più grande di una mappa normale ma, a differenza di altri giochi, fra i quali proprio Risiko, tutto sta in una scatola standard “Kallax approved“.
Ogni giocatore prende le redini di una Nazione in un futuro dove i singoli Paesi si sono organizzati a livello continentale.
Abbiamo quindi Africa, Europa, tutto l’Est unito sotto un unica bandiera e l’America è un unico Stato dal Canada all’Argentina.
Il Quartiere Generale di ciascuno Stato è una plancetta.
Non ha molte pretese, è un foglio di carta diviso in quarto settori: quello che è sulla plancia è disponibile e dispiegabile in campo.
Non solo fanteria, anzi
Ci sono diversi tipi di unità.
La base è la fanteria, sono miniature, o più volgarmente soldatini. In realtà sono prodotte da ITALERI e i soldatini si distinguono tra loro per pose ed equipaggiamenti.
Sono disposti, come confà ai modellini, in sprue (reticolo in plastica con attacco in testa e alla base).
Disassemblateli con la cura che meritano (al link forse una procedura anche eccessiva per giocatori da tavolo), non sono meeple.
Ci sono poi unità spendibili: Missili Convenzionali e Missili Nucleari.
Si comprano, si lanciano e si applicano gli effetti. Le unità navali sono semplici token, da non sottovalutare dal punto di vista strategico.
Le meccaniche della guerra
Ad inizio partita ogni giocatore piazza la propria Capitale, e in questo DEFCON ricorda Risiko+.
A differenza del noto titolo di Editrice Giochi non si è eliminati se se ne perde il controllo.
Comunque può essere buona norma piazzare Fortificazioni nei territori contigui per rallentare eventuali avanzate nemiche. Anticipiamo il punto sugli scontri: si risolvono con i dadi. Tuttavia non sono dadi numerici, ma hanno solo un simbolo del colpito con il 50% di possibilità di realizzarsi.
La reputazione e’ tutto
I tracciati principali in DEFCON sono tre. Quello dell’Aggressività‘ si azzera ad oggi turno.
Non siamo qua per ripetere il regolamento, quindi andremo dritti al sodo.
Se lanciate un Missile Convenzionale contro delle unità militari, il vostro token sale nel tracciato Aggressività.
Se invece sparate un’atomica, vi lasciamo solo immaginare.
Attaccare senza casus belli, e qui ci ricorda il videogioco Europa Universalis, vi farà passare come un aggressore.
Tuttavia, se il vostro bersaglio è uno Stato Canaglia, l’opinione pubblica sarà più permissiva nei vostri confronti.
Già perché uno dei tracciati invece rappresenta la vostra reputazione.
Se siete dei santi, o se siete semplicemente furbi, allora sarete uno Stato Guida. Se fate come vi pare, non curanti delle conseguenze, allora siete per l’appunto la feccia dell’umanità.
C’est l’argent qui fait la guerre
Il PIL, altro parametro importante del gioco, dipende dalla vostra reputazione e dal numero di territori controllati.
E’ la fonte di denaro che serve per armarsi, quale che sia il tipo di unità.
Si possono inviare anche aiuti umanitari. No, non lo fate perché siete buoni, ma è solo una forma di washing per migliorare la reputazione.
Non solo scontri frontali, ma anche black ops
Un altro elemento di DEFCON sono le carte.
Non sapete cosa il vostro avversario possa avere in mano, quindi è difficile pianificare un attacco con assoluta precisione.
Potrebbe avere rinforzi o bonus che alterano la normale applicazione delle regole. Ci sarebbe anche da spiegare l’impiego dei Sabotaggi, che in qualche modo si collocano in quest’ottica.
“Se conosci il nemico e te stesso, la tua vittoria è sicura.
Se conosci te stesso ma non il nemico, le tue probabilità di vincere e perdere sono uguali.
Se non conosci il nemico e nemmeno te stesso, soccomberai in ogni battaglia.” – Sun Tzu, L’Arte della Guerra
Il confronto con Risiko
Arriviamo al confronto con un grande classico. Riferendoci al regolamento “base”, il grande classico è un lancio di dadi continuo, pure buggato se volete.
Infatti statisticamente è conveniente non attaccare.
È lo stesso per DEFCON?
Come sapete la partita con l’autore l’abbiamo vinta così, stando sulla difensiva.
L’alta reputazione ci ha consentito un abbondante accesso alle carte e di rimanere con diverse atomiche nell’arsenale.
Tenere un low profile può essere una strategia, ma non l’unica
E si spiega così il “speak softly and carry a big stick” del trailer.
E dietro a questo anche tanta fuffa per fare in modo che non si coalizzassero contro di noi.
Però è accaduto anche che… chi se ne frega delle regole! Un blitzkrieg da parte da Stati poco raccomandabili può essere letale, nonché una Santa Alleanza contro il possibile Runaway Leader.
Non tutto è prevedibile
L’imprevedibilità di Risiko è solo insita nei risultati dei dadi (e nelle carte che si pescano come preda di una conquista di un territorio).
In DEFCON l’elemento nascosto sono le carte dell’avversario.
C’è modo di vederle e di farle scartare. Un consiglio: cercate di farlo prima di attaccare.
In conclusione
Ed eccoci con DEFCON che ha inaugurato il tavolo dedicato a Volpe Giocosa con panno verde (eh già…).
DEFCON è terribilmente wargame. L’interazione è diretta e cattiva.
Non ci siamo soffermati sul sistema di combattimento, tranne per l’accenno all’uso dei dadi.
Nonostante la categoria del gioco, è la parte meno importante.
Ci sono altri aspetti che caratterizzano di più DEFCON.
Nel player aid, ad esempio, non troverete la fase negoziazione, ma al tavolo si parla molto.
Si fanno minacce e promesse, o si millantano risorse che non si hanno.
Un wargame compatto
Diverse le meccaniche all’interno del gioco, ma tutto scorre in un’oretta e il segnalino DEFCON conta i suoi 5 turni (con questo nome ci saremmo aspettati qualcosa più alla Twilight Struggle, ma ok…), senza tenervi inchiodati al tavolo per un tempo indefinito, che è più scomodo che lungo.
Sapete che abbiamo giocato anche a 2 Minutes to Midnight, ma DEFCON può essere quel pass-partout poco impegnativo ma coinvolgente che vi risolve la serata, nonché un gioco ponte per gli amanti di Risiko.
Una variante al regolamento
Articolo pronto già da un po’, ha dormito nel cassetto per un mese nell’attesa di venire a conoscenza della variante proposta dall’autore in ioGioco.
Per correttezza vi rimandiamo alla rivista per dettagli, ma il punto saliente è che a inizio partita dovete dichiarare di aderire o no al Trattato di Proliferazione Nucleare (e vi danno pure due atomiche omaggio).
Rispettare i patti dà punti a fine partita, viceversa non mantenere la parola data.
C’è da dire che più si perde credibilità, meno sono le carte che si possono avere in mano.
Si fa notare che quindi uno Stato Canaglia potrebbe avere difficoltà a salire la china (avrebbe dovuto fare più attenzione forse ?)
Questa variante va forse nella direzione di favorire una tattica “spara spara”.
Divertente l’iniziativa, che apre a nuovi scenari, ma non indispensabile.
Qui di seguito vi proponiamo una lista di giochi che possono piacerti se hai gradito l’articolo.
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27 Marzo 2023