Non tutti stanno passando le Feste in compagnia. In primis, qualcuno di Volpe Giocosa.
Per questo, ma anche per interesse ludico, siamo partiti alla ricerca di solitari print & play.
Fra gli altri, abbiamo trovato Decathlon.
Tempo di lettura 8 minuti
Diciamo chiaro e tondo fin da subito. Decathlon non è il gioco dell’anno.
Se vogliamo è quasi un esercizio, dove il celeberrimo Reiner Knizia, ci dimostra come con poco si riesca a progettare un gioco.
Se poi vi fate coinvolgere qualche mezz’ora di divertimento ve la strappa.
Alle conclusioni saprete qual è il nostro record.
Decathlon
(print and play) di Reiner Knizia
Da 1 a 99 giocatori. Età 8+
Durata: 45 minuti.
Costo: gratuito
BGG riporta che si possa giocare da 2 a 4 giocatori.
Tuttavia pensiamo che non ci sia un limite superiore e anche in solitario può essere giocato.
Non serve niente per giocare
Decathlon è un print & play. Significa che servirebbe a regola una stampante in bianco e nero. Infatti bisogna stampare un foglio giocatore per ogni partecipante e il regolamento.
E’ anche un roll & write. Un gioco di questo tipo ha bisogno di dadi.
Decathlon ha infatti bisogno di 8 dadi a 6 facce (quelli tradizionali insomma).
Ora, la stampante ha sempre qualche problema. Manca la carta, manca l’inchiostro o il driver fa i capricci.
Siete fortunati perché in Decathlon basta appuntarsi dei risultati su un foglio bianco e seguire le istruzioni sul smartphone o computer.
Non avete neppure i dadi?
Allora ci mettete del vostro. Nessun problema nemmeno in questo.
Se avete uno smartphone Android, potete scaricare Dice.
Le funzionalità base sono sufficienti, ma se volete di più con 50 centesimi sbloccate le premium. Esisterà sicuramente qualcosa di simile anche per altri sistemi operativi.
Una matita l’avete, sì?
Il Decathlon: un po’ di storia
Il Decathlon è una specialità dell’atletica leggera. E’ un insieme di 10 competizioni, da cui il nome, dove gli atleti si cimentano in gare di corso, lanci e salti.
Atleti completi insomma, non specialisti della singola disciplina ma con buoni risultati in tutte.
Alcuni vedono nel gioco di Knizia qualcosa che gli assomigli.
C’è da dire che quest’autore non è conosciuto per le capacità di ambientare il gioco, quanto più per la solidità dei suoi giochi.
Con 8 dadi, una matita e un foglietto non è poi che si ci possa sentire come a Tokyo per la XXXII Olimpiade.
In realtà fa il suo lavoro sul salto in lungo e salto in alto, ad esempio.
Poi ci direte voi.
Dove scaricare tutto il materiale
Su BGG trovate il regolamento tradotto in italiano da parte dell’utente Gardellino.
E’ molto preciso e spiega le regole di ciascuna delle 10 gare che compongono Decathlon.
Se masticate un po’ di inglese, questo foglio giocatore indica già per ogni disciplina le regole che bisogna seguire.
Questo è un formato simile, revisionato nel 2019-2020. È disponibile anche il materiale originale di Knizia, in modo sempre gratuito.
Un regolamento semplicissimo, ma poco chiaro sui punteggi
Non è chiaro come si assegnano i punteggi per ciascuna gara.
Si consiglia di dare 3 punti al primo classificato (medaglia d’oro), 2 al secondo (argento) e 1 al terzo (bronzo).
Questo in realtà tradisce la realtà atletica del Decathlon.
Infatti in questa disciplina non conta, per ciascuna delle 10 gare, l’ordine di arrivo, ma la prestazione. Una tabella in puro stile anglosassone aiuta a calcolare i punti.
Per fare un esempio: è meglio arrivare secondi ai 100 m con un tempo di 11 secondi che non vincere il salto in alto saltando 2 metri.
Nel primo caso, infatti, si fanno 861 punti, nel secondo solo 803.
Dovreste adottare quindi nel gioco un sistema di punteggio che non confronti i giocatori sulla singola disciplina.
Scrivete, ad esempio, semplicemente il risultato ottenuto con i dadi per ciascuna disciplina.
In realtà il regolamento originale di Knizia spiega come il sistema a medaglie sia una variante per simulare le Olimpiadi e non il Decathlon.
Aiutati che la fortuna ti aiuta
Questo potrebbe essere il motto di Decathlon e di tutti i giochi push your luck.
Sono quei giochi, come l’intramontabile Catan, dove è vero che i dadi decidono l’andamento del gioco, ma la gestione del rischio e delle opportunità è responsabilità del singolo giocatore.
In Decathlon per ogni disciplina è indicato quanti dadi lanciare e l’opzione che si ha nel caso si vogliano ritirare.
Un esempio chiarisce tutto: i 100 metri
La prima gara è dei 100 metri, una classicissima competizione.
Il regolamento indica di dividere i dadi in due gruppi da 4.
Si inizia col primo set. Una volta lanciati i dadi si somma il risultato, considerando che i 6 valgono -6 (si sottraggono).
Se il risultato non ci sta bene, possiamo rilanciare tutti e 4 i dadi, considerando che in totale, fra primo e secondo set, si hanno 5 rilanci a disposizione.
Accontentati di un risultato, si passa al secondo set con le stesse regole.
Il risultato della prova è la somma di tutti gli 8 dadi.
Facciamo difficoltà a trovare un paragone fra questa meccanica e la corsa dei 100 metri.
Se invece vediamo il salto in alto, che si svolge per round, va meglio.
Qui l’innalzamento dell’asticella è simulato con un numero più alto da battere e c’è la possibilità di passare, come nelle reali competizioni.
Un gioco di fortuna
Ancora? No.
Un gioco di casualità, possibilità, chance se volete, ma non fortuna.
Da piccoli quando giocavamo al Gioco dell’Oca e si lanciava un solo dado, pensavamo che il 6 fosse il numero più difficile da ottenere.
Dal momento che era quello più desiderato, allora ci sembrava difficile uscisse.
Vedeteci anche pessimismo e scarsa autostima, se volete.
Sicuramente c’è scarsa conoscenza delle probabilità.
Torniamo ai 100 metri
Sempre riferendoci ai 100 metri, con le regole sopra riportate, è chiaro che possiamo calcolare a priori che cosa aspettarci.
Quattro dadi, con i seguenti risultati: 1, 2, 3 4, 5, -6.
Tralasciamo in prima battuta la possibilità del rilancio.
Questa tabella, per ogni singolo intervallo di valori, ci dice la possibilità che abbiamo di cadere in quella fascia e se, ritarassimo i dadi, la possibilità di fare meglio.
Tutto è scritto e codificato.
In generale capite che se ottenete un numero negativo conviene ritirare, dopo il 6 può andare bene come no.
Un esempio ancora più preciso
Non vi basta la tabella del paragrafo precedente? Lo stesso esempio si può fare tenendo conto dei rilanci. E’ un po’ macchinoso. abbiamo tenuto adottato un metodo Montecarlo, già visto ad esempio in Escape Room il Gioco.
Il grafico vi dice, in base ai lanci che potete fare per quel set, che punteggio otterreste se prendeste sempre il massimo.
Passatecela così, anche se non è proprio così.
Nel senso che anche con 5 lanci potreste ottenere sempre -6, ma la probabilità ciò avvenga è una su un milione di miliardi di volte.
E’ anche poi vero che non potete tornare indietro e molto spesso capita di lasciare un lancio buono per poi doversi accontentare di uno più scadente.
L’idea è comunque che più rilanci ho a disposizione meglio è.
Meglio l’uovo o la gallina?
Sulla stessa falsa riga potremmo chiederci: quando conviene prendere il numero uscito dai dai e quando ritirare?
In parte la tabella che abbiamo proposto rispondeva a questa domanda.
Se otteniamo un 10 si è tentati di prenderlo e mangiarsi l’uovo subito.
E’ anche vero che se otteniamo un 10 ma abbiamo ancora 5 lanci a disposizione, potremmo provare a fare di meglio. Potremmo anche pentirci, lo sappiamo.
Questa logica è un po’ la logica “gallina”: non prendo tutto subito, ma rilancio (vedi la logica sopra).
Abbiamo fatto combattere un giocatore uovo contro uno gallina.
Il giocatore che, al momento di accettare o no il risultato, teneva conto di quanti rilanci aveva ancora da potersi giocare, vince il più delle volte.
Non con tanto margine, ma ha la meglio.
In conclusione
Durante le Feste si è generalmente in compagnia.
Molti non lo sono, soprattutto in questo 2020.
Allora abbiamo scartabellato BGG e chiesto consigli per giochi in solitario disponibili subito.
Decathlon non è che sia un capolavoro di Knizia, ma dimostra come con pochi elementi si possa fare un gioco.
Ha creato di fatto un roll & write, una meccanica vista di recente in Natsumemo e tempo fa in Rome & Roll.
Ok, niente di paragonabile, ma è divertente e non esclusivamente un solitario.
Tenete a mente Yahtzee, il gioco a cui si ispira in qualche modo, perché ne riparleremo.
Non esiste la fortuna
In questo periodo siamo più riflessivi. Non è la prima analogia fra gioco e vita che proponiamo.
Anche Decathlon ha qualcosa da insegnarci.
Alcuni fattori del gioco e della vita, sono legati al caso. Se però ci impegniamo, notiamo che nella benda della Dea Fortuna qualcosina si vede.
Immagini vaghe, confuse, che però possono permettere di non prendere il palo della luce in pieno come ha fatto il Redattore uscendo da Kumar.
Insomma, è il lavoro che fanno alcuni broker assicurativi: gestire un rischio.
Amanti della probabilità
C’è un genere di giocatori a cui i dadi non vanno giù.
Volpe Giocosa rispetta tutte le scelte e li capiamo se, per un paio di ore, vogliano sedersi e confrontare contro qualcosa che sia regolato da un principio di causa-effetto.
Nella vita infatti questo non avviene con una linearità così precisa e, in questo senso, il gioco rappresenta un detox.