Come sapete non siamo grandi giocatori di giochi di ruolo (o RPG che si voglia dire).
Lo abbiamo sottolineato più volte come sia in realtà un’esperienza che ha fatto solo il Redattore, durante l’adolescenza e gli anni universitari.
È anche vero che ci sono giochi che quasi mirano a un crossover fra l’esperienza di un gioco da tavolo o un GDR.
Ad ogni modo, il gioco di ruolo che oggi andiamo a presentare, Crystal Adventures, ha delle caratteristiche che ci hanno incuriosito.
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Ecco quindi il perché di questa ennesima incursione in territorio GDR e, se volete, sempre in casa di Vas Quas Editrice di Giovanni Micolucci.
Ricorderete Apprendisti Eroi e Thompson 1928, sempre dello stesso autore.
Il gioco che ci propone oggi Giovanni ci ha colpito perché è stato “progettato con metodi sperimentali” ed è un solitario.
Solo chi leggerà per intero l’articolo capirà a cosa ci riferiamo.
I materiali
I giochi di ruolo, almeno quelli storici da “letteratura tecnica”, si basano su carta, penna e una serie più o meno copiosa di dadi con differente numero di facce.
Abbiamo visto sia con Giovanni stesso, ma anche con i giochi di Fumble GDR (si veda German Democratic Republic ad esempio), come la modernità sia arrivata anche in questo settore.
In Crystal Adventures Giovanni non rinuncia ai dadi (per l’esattezza serve questo set: quattro dadi a 6 facce e due dadi a 8 facce).
Quello che aggiunge è un mazzo di carte da poker.
L’utilizzo di questo strumento lo stavamo valutando in Volpe Giocosa, a dire il vero, per un nostro giochino da tavolo ambientato durante il Proibizionismo.
Se ci pensate un mazzo di carte può essere, dal punto di vista nudo e crudo della statistica, un elemento molto versatile.
Se con un lancio di un dado si ottiene un numero, pescare una carta da poker fornisce due informazioni: il valore e il seme. Senza contare l’utilità del Jolly come sparigliatore.
E dopo che questa soporifera analisi meccanica, entriamo nel mondo di Crystal Adventures.
L’universo del Cristallo Blu
Beh, il titolo del gioco doveva farci intuire che i cristalli erano al centro dell’universo creato dall’autore.
Un universo fantasy, ma non nell’accezione classica di nani, elfi e compagnia tolkieniana.
Il giocatore in Crystal Adventures ha la possibilità di vestire i panni di un Guerriero, un Esploratore o un Evocatore.
La scelta della “classe” influisce poi sulla storia, come ovvio, ma ogni personaggio ha comunque caratteristiche comuni.
La prima, legata al “motore del gioco”, è la Volontà e l’Esplorazione.
L’altra è invece che vestirà comunque i panni di un custode del Cristallo Blu. Anzi il custode ha dentro di sé un frammento del Cristallo, fatto esplodere dai cattivi.
Il Cristallo Blu è un oggetto magico, portare di bontà (pace, armonia e questa roba che piace ai “buoni”), ma c’è sempre qualcuno che lo vorrebbe per i suoi loschi traffici.
Ecco che la Corruzione lo ha fatto detonare e il cristallo si sta macchiando di striature viola (il colore antagonista del gioco).
Il motore di gioco
Secondo noi l’aspetto più interessante della faccenda, insieme, ribadiamo, all’opportunità di giocare ad un GDR in solitario (sebbene Giovanni, con grande onestà intellettuale, ci fa notare non sia un caso isolato).
Le carte sono lo strumento che indica al giocatore che Luoghi ha l’opportunità di esplorare e a quali Eventi andrà in contro.
Infatti all’inizio di un Giorno di Viaggio abbineremo coppie di due carte (per il numero serve scendere nel regolamento, ma qui non serve).
Per fare un esempio concreto, un Luogo rappresentato da un 10 di Picche indicherà che sono stati trovati i resti di una civiltà (Picche).
Il valore (10) ci racconta, o ci fa raccontare se preferite, di una civiltà che si nascondeva nella roccia, magari fra cunicoli nelle montagne.
E cosa accade?
Le cate, quando usate per identificare un Evento, ci mettono davanti a due tipi di prove: Sfida o Ricerca.
In base al seme della carta Luogo abbinata, il seme della carta Evento genera un evento diverso. Ecco quindi che al giocatore è proposta una golosa varietà di opportunità.
Ci sarebbe poi da descrivere l’uso dei dadi e come la Corruzione accumulata, rappresentata dai Cristalli viola, porti ad altre variazioni.
Ma non siamo qui a riscrivere il manuale di Crystal Adventures.
Crystal Adventures e l’Intelligenza Artificiale
Il collegamento con l’articolo di qualche giorno fa è puramente casuale.
Del resto, chi è appassionato dell’argomento, sarà sicuramente al corrente di quella che ci è proposta dai media come una rivoluzione.
A nostro avviso, se dovessimo fare una sintesi dell’attuale stato emotivo della rete, ci sembra prevalga il clima alla Matrix.
Le previsioni sembrano che Midjourney soppianterà i disegnatori e GPT, nelle sue evoluzione, qualsiasi attività di intelletto.
Giovanni Micolucci col suo Crystal Adventures ha fatto un esperimento: farsi supportare dalla IA per il design del suo gioco.
Lo esplicita subito nell’introduzione: le immagini suggestive, quasi oniriche, che trovate nel manuale sono state realizzate con Midjourney e Dall-E.
Inoltre, fino a qui ci eravamo arrivati pure noi prima che scadesse il periodo di prova con Midjourney, anche il testo è stato “rivisto e arricchito utilizzando OpenAI”.
L’esperienza dell’autore
Abbiamo chiesto all’autore in che misura, e a che costo, l’Intelligenza Artificiale lo abbia aiutato.
In altre parole Crystal Adventures è frutto della IA?
Giovanni è un fan della IA (la usa dal ’99), tuttavia è incline a pensare ci sia ancora molto da fare per arrivare ad HAL-9000.
Al momento gli strumenti che ha utilizzato, perché di strumenti alla fine parliamo, gli hanno richiesto più tempo che non recuperare disegni e farsi supportare “con metodi tradizionali” alla revisione del testo.
Probabilmente molto del tempo, almeno così pensiamo e così ci è successo nel nostro esperimento, finisce che ti ritrovi a saltellare far un’applicazione e l’altra.
Chi fa grafica, non fa testo, e viceversa. L’obiettivo da traguardare, ci suggerisce Giovanni, potrebbe essere, anche, quello di avere un AI unificata.
Ci sarebbe da fare un bilancio economico più dettagliato, ma non è questa la sede.
Ci sarà comunque occasione.
In conclusione
Crystal Adventures ci ha incuriosito per 3 fattori: l’uso della AI, l’uso di un mazzo di carte da poker e la possibilità di essere giocato in solitario.
Per quanto riguarda l’uso dell’Intelligenza Artificiale vi rimandiamo all’esperienza dell’autore citata poc’anzi.
Il sistema di utilizzo delle carte da poker è avvincente.
Secondo noi Crystal Adventures presenta un ottimo motore, applicabile e scalabile in qualsiasi altra ambientazione. L’attuale proposta ci sembra un po’ generica, con cristalli e la lotta tra il bene e il male che non eccelle per originalità.
È anche però vero che l’alto numero di combinazioni proposte che il sistema propone, nonché la fantasia del giocatore stesso, lo possono teletrasportare in qualsiasi universo.
Il gioco solitario
L’esperienza in solitario, inedita per noi, è del tutto gradevole. Ad onor di cronaca il Crystal Adventures permette di giocare anche in due, ma forse non è proprio la sua natura.
In effetti la sua forza è di permettere di giocare a un gioco di ruolo anche a chi non ha un gruppo con cui condividere questa esperienza.
Facendo un’osservazione più generica, che trascende Crystal Adventures, giocare un GDR in solitario ci è parso comunque limitante.
Il gioco di ruolo, a modesto parere, non può fare a meno dell’interazione fra i giocatori che si raccontano storie a vicenda.
Il gioco di ruolo in solitario, per certi versi, sta allo stesso modo di come il gioco da tavolo si rapporta con il suo clone digitale.
Esperienze diverse, con i loro pro e contro.
Che forse l’Intelligenza Artificiale possa invece fare il ruolo di un master, rilanciando le avventure testuali dei primi PC (all’epoca spesso frustranti)?
Forse sarebbe ancora più rivoluzionario un master umano che “faccia giocare” un party di Intelligenze Artificiali ciascuna con la loro propria personalità.
31 Gennaio 2023