Domenica si è tenuto il Long Day Play organizzato da GdT Roma Players per il mese in corso.
Giornata ludica dedicata ai giochi da tavolo a tema scientifico, dove l’atteso Darwin’s Journey è stato il tavolo (meglio dire “i tavoli”) che ha forse suscitato maggiore interesse.
Non da meno le altre opportunità di gioco: un Leaving Earth superpimpato e un The Search for Planet-X di cui dovremmo parlare.
E poi c’è stato anche il nostro tavolo con CO2.
Tempo di lettura 6 minuti
CO2 è un Lacerda localizzato da Giochix. Sinceramente è diverso tempo che siamo sulle sue tracce, come del resto stiamo ricercando anche altri titoli dell’autore portoghese.
Quindi come farci scappare opportunità di provare questo titolone?
Un bel tavolo da 4 con dimostratore MimmoZ (Domenico), che ancora ringraziamo per la disponibilità.
Le righe che andrete a leggere non hanno nessuna valenza di recensione, ma raccontano la nostra esperienza avuta nel salvare il pianeta.
Tutti insieme appassionatamente
CO2 si può giocare in due modalità: cooperativa e competitiva.
Sebbene i più indichino come la versione “diamoci mazzate” sia quella più naturale, è stato preferito giocarlo in modalità cooperativa.
CO2, a avrete modo di farvene un’idea in queste righe, è molto severo. Se, oltre alla sfida col cambiamento climatico, ci fossimo messi anche a darci le gomitate, il game over sarebbe arrivato presto.
Tenete conto che tutti i partecipanti hanno appreso il regolamento sul posto.
Un po’ di contesto
Per capire CO2 tocca un attimino calarsi nel contesto, meno immediato ad esempio di Vinhos.
Iniziamo col dire che la CO2 è il male. Nel gioco, ma anche nella realtà, l’anidride carbonica prodotta dalle centrali a combustibile fossile (carbone, gas, petrolio) avvelena il pianeta.
In particolare il nostro pianeta sarà spacciato se il tracciato della CO2 supererà le 500 ppm (parti per milione, unità usata, ad esempio, per misurare la concentrazione degli agenti inquinanti).
Sulla plancia trovate rappresentati 6 continenti, dove il continente extra è dovuto al fatto che le Americhe sono state divise.
Nel corso delle 4 decadi, ovvero i round di gioco, ogni continente richiederà energia.
Se i giocatori, ciascuno CEO di una società energetica, risponderanno a questo fabbisogno con energie green, la Terra ringrazierà.
Se così non fosse, ciascun continente che non ha avuto una centrale ecologica in quella decade soddisferà le sue necessità “alla vecchia”.
I Carbon Emission Permits
Altro elemento da approfondire prima di immergerci in CO2.
Fermo restando che altre fonti possono essere più precise, ad esempio già Wikipedia, qua lo spiegheremo “in volgare”.
Questi certificati sono dei permessi ad inquinare. Sostanzialmente acquistando uno di questi certificati, si acquista il permesso di compiere un’azione (nella realtà come nel gioco) che rilasci CO2.
Tra l’altro possono essere comprati e venduti, si veda ad esempio questo sito, ed anche in questo il gioco è fedele.
Può sembrare un sistema cinico, ma probabilmente perché abbiamo esageratamente semplificato.
Qui ci basta entrare nell’uso che ne fa l’autore. Partendo dai link proposti, o googlando, potrete farvi un’idea più precisa.
Farsi le ossa
Non che sia stato semplice. CO2 è stretto e punitivo.
E partite pure “a caro amico”.
La vostra compagnia non ha nessuna competenza nella realizzazione delle 5 tipologie di centrali green.
Per ottenerla dovrete avanzare sui singoli tracciati.
Ad inizio partita avete uno sparuto scienziato, quale milioncino di dollari e poco più.
La competenza la farete inviando il vostro scienziato, e quelli che acquisirete, a supervisionare Progetti o a partecipare a Summit sulle fonti rinnovabili..
Tra l’altro, acquisire competenze e costruire centrali green, vi permette di fare punti.
I punti, oltre ad un ovvio scopo, sono in realtà utili per abbassare a fine round il segnalino sulla track dell’anidride carbonica.
A fine round dovrete anche pagare gli Obiettivi Ambientali non ancora risolti, come ad esempio non avere costruito una tipologia di centrale o non essere avanzati adeguatamente su una track.
E sono pure tanti, circa una ventina.
L’importante è coordinarsi e arrivare a fine 2040 non intossicati dalla CO2, avere risolto almeno un obiettivo aziendale e avere reclamato un certo numero di obiettivi ONU.
Come abbiamo salvato il mondo in 40 anni
“Come sto andando scusi?”
“Malissimo per Dio”
Ecco, così possiamo sintetizzare il 2010, il primo round.
Costruire una centrale non è semplice. Prima si pone un Progetto su un continente, poi si costruiscono le Infrastrutture (immaginate strade ed opere civili generiche) e solo alla fine, se la compagnia ha raggiunto un’adeguata posizione sul tracciato della tecnologia di quel progetto, si può costruire la centrale.
Ci si può aiutare, ovvero non è obbligatorio che lo stesso giocatore metta tutti e tre i tasselli da solo.
Tuttavia ci si dovrebbe organizzare.
E invece abbiamo fatto tutti grosso modo le stesse mosse nei 2 turni che compongono il round: arruolare scienziati.
Bene, e i soldi per costruire?
A fine 2010 si è respirata, letteralmente, un’aria pesante.
Un po’ di organizzazione…
Il primo turno, per imperizia, è corso via velocemente e ci siamo salvati per un pelo.
Per farlo abbiamo speso molti dei i punti ottenuti dalla ricerca sulle tech per abbassare disperatamente la CO2 sotto le famose 500 ppm).
I turni a seguire sono stati molto più lenti, ma più proficui.
Lacerda in CO2 è molto severo e costringe i giocatori ad ottimizzare gli 8 turni che ha disposizione in tutta la partita.
E’ ad esempio importante che ciascuna compagnia-giocatore si specializzi in un settore e che ci si coordini per inviare i propri scienziati ai Summit.
Un token Summit si risolve quando tutti i suoi slot sono tutti occupati da scienziati e premia i giocatori con un rapido avanzamento sui tracciati delle tecnologie (più che Summit avrei usato il termine Conference, congressi dove gli scienziati mostrano e condividono le proprie ricerche).
… e tutto va a posto
A posto sì, ma non a gonfie vele.
Vuoi che ti perdi un pezzo nel ragionamento, vuoi che non trovi un Summit utile per il tuo scienziato, comunque non ti puoi mai rilassare.
O ancora può accadere che scopri che qualcuno ha venduto un Carbon Emission Permits, facendo scendere il prezzo, così che adesso anche se vendi il tuo certificato non copri più costi per la centrale che avevi in mente.
In un modo o nell’altro, quindi, ad ogni round non si riesce ad accontentare ogni continente.
Di conseguenza, come detto, la regione che non ha visto costruita una centrale in quel round, si attrezza come può.
Si pesca quindi un token Centrali Fossili, l’unico elemento in cui la casualità si sente nel gioco, che prende il posto della centrale che non si è costruita e innalza il valore di CO2 nell’atmosfera del valore indicato.
In conclusione
Ed eccoci al riepilogo di questa partita a CO2, giocata nel pomeriggio del Long Day Play di Aprile.
Un gioco davvero severo (forse troppo?) che richiede un’attenta pianificazione.
Tra l’altro il malus per Obiettivi Ambientali mancanti aumenta ad ogni turno, così come il costo in punti per arretrare il tracciato della CO2.
Allungare il tracciato e lavorare sulle “conversioni numeriche” avrebbe facilitato la risoluzione del round, ma niente di critico.
In quattro giocatori si giocano difatti solo 2 turni a testa. Non che ci si annoi (downtime), dal momento che il dibattito prende subito la concitazione da riunione di condominio.
Abbiamo giocato alla seconda edizione (seconda chance) e dobbiamo dire che il tocco di Ian O’Toole e compagni si fa vedere.
Oltre alla qualità della grafica, l’iconografia è davvero intuitiva e anche i pezzi ergonomici.
Progetto, Infrastruttura e Centrale si incastrano insieme in modo che sia impossibile fare errori.
Davvero un gioco sfidante da riprovare nella modalità competitiva.
Qui di seguito vi proponiamo una lista di giochi qui citati o inerenti questo articolo.
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18 Aprile 2023