Quante coperte abbiamo cucito? Sia per noi che per gatti?
Anche sui parchi possiamo dire la nostra, che sia il giardino zoologico di New York o il parco degli orsi.
Oggi facciamo un passo indietro. Molto indietro.
Un passo di almeno 40.000 anni indietro. Solo così possiamo incontrare i Cavernicoli.
Tempo di lettura 6 minuti
Siamo già stati nella Preistoria, ma dovevamo gestire le sorti economiche e generali di una piccola tribù.
Cavernicoli, in Italia per Playagame, è tutta un’altra storia.
Cacceremo senza dadi e i risultati delle nostre imprese abbelliranno le nostre caverne.
Mentre ci prenderemo cura della nostra caverna, dovremo anche pensare ad uscire all’aperto a cercare ispirazione per i soggetti da dipingere.
Come sempre un sunto alla conclusioni.
Cavernicoli
di Alexandre Emerit e Benoit Turpin
Playagame Edizioni
Da 2 a 5 giocatori. Età 8 anni
Durata: 30 minuti
Costo: lo trovi su Get Your Fun
Non scapperanno le tessere dalla vostra plancia
Cavernicoli si presenta con una scatola a libro, uscendo dal cliché della scatola quadrata da 12 pollici circa.
Possiamo a livello logico dividere in due gruppi il materiale.
Il primo è dato dalle plance quadrate, le pareti della grotta, con le carte Obiettivo che indicano come ci si aspetta la pittura rupestre sia dipinta.
L’altro gruppo di elementi è formato dalle carte, un mazzo per ciascun giocatore e dal tabellone pieghevole stretto e lungo.
Il tavoliere rappresenta un po’ il terreno di caccia dove i giocatori inviano le loro squadre, formate dalle carte, per raccogliere le tessere.
Questi elementi, le classiche tessere a forma di Tetris sono gli elementi congiungenti fra la vostra plancia e il tabellone dove tutti cacciano.
Aperta la scatola, due minuti di bricolage
La plancia del giocatore è appunto la parete da abbellire con le pitture rupestri.
E’ la classica griglia quadrata vista in altri giochi di piazzamento tessere.
Aperta la confezione alcuni elementi sono letteralmente da incollare.
Impossibile sbagliarsi e all’interno della scatola trovate già il biadesivo 3M che cementerà letteralmente i pezzetti.
I bordi della plancia eviteranno che i pezzi del Tetris scappino ovunque.
Un tabellone fronte-retro per maggior scalabilità
Il lato da usare del tabellone dipende dal numero di giocatori.
A parte un buon lavoro di artwork, il suo scopo è di alloggiare i pezzi del Tetris prima che arrivino in caverna.
Ci sono diversi spazi e ognuno indica il costo per portare a casa quella tessera.
In un lato sono riassunti gli obiettivi “permanenti”: ogni qualvolta si completa una riga, una colonna o si piazza la tessera di un Animale Leggendario si fa punti.
Sotto è spiegato meglio questo concetto, dal momento, diversamente da quanto si vede in genere in questi giochi, non c’è un tracciato dei punti.
Un gioco molto fluido
La spiegazione del materiale è abbastanza sibillina.
Passando all’illustrazione del gioco tutto risulterà estremamente chiaro. Cavernicoli è un gioco difatti estremamente semplice e lineare.
Ogni giocatore ha un mazzo di carte con i Cavernicoli della sua tribù.
Ciascuno di loro ha un numero che lo contraddistingue che rappresenta la sua Velocità.
Dalla propria mano i giocatori calano quante carte vogliono in contemporanea gli uni con gli altri.
La somma delle Velocità è, in certi sensi, la lentezza della squadra.
In puri termini di meccanica, il giocatore con la somma più bassa sarà il più veloce a raggiungere il tabellone dove cacciare le prede, alias le tessere.
Un’interessante sistema per stabilire l’ordine di turno
È questo il sistema che l’autore adotta per creare l’ordine di turno e, seguiteci, fa parte di una struttura ben bilanciata.
Nel proprio turno si possono dividere i cavernicoli in una o più squadre per andare a cacciare le tessere.
Ogni tessera può essere presa se la somma della squadra inviata è almeno all’interno di un certo intervallo.
La tessera in quel caso viene presa, ma il giocatore subirà una Ferita.
Se invece la squadra è così competente da superare addirittura l’intervallo, allora tornerà alla caverna senza alcun problema.
Ferirsi? Non sempre una buona idea
Prendere o no Ferite non è un fattore secondario.
O meglio: una Ferita tanto tanto, due no.
Perché più botte si prendono meno carte si pescano da usare nei turni successivi.
Quelle appena giocate infatti finiscono negli scarti e tornano nel mazzo quando la disponibilità è finita.
Fate attenzione ad un aspetto: se riuscite a portare a casa una tessera, quello spazio sarà trovato vuoto dal giocatore successivo e il tabellone è ricaricato solo dopo che tutti hanno giocato.
Avere una pittura rupestre che passi alla Storia
Viene il punto si cosa fare delle tessere prese. Come il cappello dell’articolo lasciava intendere, siamo un po’ in un ambiente alla Patchwork.
A parte tessere già posizionate, come detto letteralmente incollate sulla plancia, e caselle speciali, lo scopo è quello di creare una pittura rupestre che incontri gli obiettivi delle carte estratte ad inizio partita. Ci sono anche a corredo gli Obiettivi Permanenti già citati.
Ogni volta che un obiettivo di questi è soddisfatto, si scartano un certo numero di Gettoni. Il primo giocatore che ne rimane senza si aggiudica la partita.
Alcune note distintive di Cavernicoli
Cavernicoli non è un deckbuilding.
Infatti, dall’inizio alla fine, il vostro mazzo contiene le solite carte, tra l’altro uguali per tutti i giocatori.
La vera abilità di un buon capo caverna è quella di gestire le carte nella sua mano (hand management), misurando di volta in volta la squadra da inviare (sia in termini di Velocità complessiva e numero di elementi).
Qui si evidenzia una genialità dell’autore nel connubio Velocità-forza.
Calare carte con una somma bassa vi farà accedere per primi al tabellone, quando è ancora pieno di tessere.
Tuttavia potreste essere un po’ debolucci.
Potreste quindi subire delle Ferite, avendo così una mano meno folta nel turno successivo.
Il gioco in contemporanea delle carte, in una sorta di asta al buio, non vi permette se non blandamente di presupporre le mosse avversarie.
C’è poi la storia dell’incastro tessere, più severa che in altri giochi. Se in Patchwork le ribalti come ti pare, qui hanno dei buffi animali disegnati…che la tribù vuol vedere disegnati in piedi.
In conclusione
Cavernicoli di Playagame si spinge un passo più in là del classico piazzamento tessere alla Tetris.
Per arrivare subito al sodo, può piacere a tutti coloro che vedevano giochi come Patchwork troppo stretti o monotematici.
Allo stesso tempo può interessare coloro i quali trovano che La Festa per Odino sia un monster game, rimanendo in casa Rosenberg.
Qui l’autore si inventa qualcosa di diverso sul sistema con cui procurarsi le tessere, introducendo le carte e il sistema della Velocità e delle Ferite.
L’idea è davvero buona perché porta al tavolo quell’interazione che generalmente manca in questa tipologia di giochi.
Buona anche la scalabilità. Funziona già in 2, ma da 3 in su dà il meglio.
I tempi morti sono ridotti: il gioco delle carte è in contemporanea.
Non pensavamo, ma una meccanica, che forse aveva detto tutto, ha ancora qualcosa da inventare.
Se volete acquistare questo gioco, vi consigliamo di rivolgervi a Get Your Fun.
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11 Gennaio 2022