Fino a qualche tempo fa, seppure con le dovute precauzioni, era possibile giocare in un ristretto numero di persone.
E’ in una di queste occasioni, un weekend, che abbiamo giocato a Bookmaker, un gioco di qualche tempo fa edito da Giochi Uniti.
Essendo un gioco di probabilità, che simula un gioco d’azzardo, lo abbiamo poi “vivisezionato” per carpirne gli aspetti matematici.
Tempo di lettura 7 minuti
Come sapete Volpe Giocosa è contraria al gioco d’azzardo.
Abbiamo chiesto il parere di esperti per capire l’effetto di un gioco come Bookmaker su chi è affetto da ludopatia.
In effetti potrebbe essere un gioco che permette loro di avere le stesse “sensazioni”, senza perdere denaro.
D’altra parte potrebbe essere il trampolino di lancio per scommesse reali.
In entrambi i casi, lo vedremo anche nelle conclusioni, Bookmaker è un gioco che dimostra come il gioco d’azzardo non sia redditizio.
Bookmaker
di Giuseppe De Carolis
Giochi Uniti
Da 3 a 9 giocatori. Età 12+
Durata: 45 minuti
Costo: 14 eur in promozione
Bookmaker è consigliato a partire dai 12 anni. Come scritto nell’introduzione parliamo di un gioco che “mima” un gioco d’azzardo, le scommesse ippiche.
Vedremo anche che è abbastanza realistico.
Insomma, dateci un occhio.
Componenti essenziali che permettono di emulare un picchetto
Il bookmaker è colui che accetta scommesse su alcuni avvenimenti, in genere sportivi.
Un allibratore insomma, che nell’ippica prende il nome di picchetto.
In effetti ci sono diversi modi per gestire le scommesse.
Bookmaker usa la notazione inglese e, per l’appunto, il sistema del picchetto.
La confezione contiene un tabellone pieghevole in 2, di modeste dimensioni, che mostra un circuito dove correranno i cavalli.
Il tracciato è composto da 10 caselle numerate e i cavalli, quattro, sono meeple in legno.
Gli equini si muoveranno per mezzo di un mazzo di carte.
Fate attenzione perché un punto importante: ci sono 20 carte per ciascun cavallo, tralasciando quelle Jolly che si usano in una variante.
Trovate anche diverse banconote per simulare il denaro, in molti tagli.
Servono per l’appunto per piazzare e ripagare le scommesse.
I bookmaker tengono traccia delle puntate su un taccuino, che è dentro la scatola.
Le quote offerte sono riportate su una lavagnetta dove si scrive con un pennarello cancellabile.
Un regolamento semplicissimo, capito come funzionano le scommesse
Se no siete avvezzi alle scommesse, forse è opportuno fare un richiamo.
Nel gioco, in ogni round, vengono definiti 2 bookmaker (1 solo se si gioca in tre).
Questi offrirà delle quote, vedremo su che basi, sui cavalli in corsa.
Usa per questo scopo una notazione del tipo “3:1“.
Significa che per ogni 10£ scommessi su quel cavallo, in caso di vittoria, vi saranno dati 30£ più gli stessi 10£ che avete puntato.
Già perché quando piazzate la scommessa pagate subito la puntata al bookmaker, un po’ come si paga la schedina in ricevitoria.
Sebbene possa sembrare una considerazione intuitiva, abbiamo visto non esserlo.
Come simulare un campione e un brocco
In una competizione ippica non tutti i cavalli hanno le stesse capacità di vincere.
Ci sarà per forza di cosa un favorito, ovvero quello che gli esperti suppongono vinca, e un brocco, che nessuno si aspetta possa portare a casa il premio.
Bookmaker simula questo comportamento attraverso le carte.
C’è un unico mazzo con le 80 carte dei 4 cavalli.
All’inizio ne vengono scoperte 4 in una vetrina comune e consegnate altre a ciascun giocatore, che guarda in segreto.
Inizia così la fase dove i bookmaker scrivono le loro quote sulla lavagnetta e si scommette.
La corsa viene simulata girando una alla volta le carte del mazzo, avanzando di una casella il cavallo-meeple qualora esca una carta del suo colore.
Il primo che copre 10 lunghezze vince.
Questione di probabilità
E’ chiaro che le carte che sono, o in mano ai giocatori o i vetrina, non sono più a disposizione durante la corsa.
In altre parole, più carte sono in circolo di un colore, meno il cavallo abbinato avrà possibilità di vittoria.
I bookmaker dovrebbero fare le loro quote proprio in base all’informazione che hanno.
Rispetto ai giocatori non guardano solo 4 carte che sono state consegnate loro e quelle 4 nella vetrina.
Infatti, i bookmaker si scambiano due carte, cosicché ciascun bookmaker abbia l’informazione derivante da 10 carte.
Un piccolo vantaggio, per il banco, se volete.
Le informazioni sono sufficienti?
Quelli più bravi, o che seguono Volpe Giocosa da più a lungo, avranno notato nella meccanica un elemento push your luck, ovvero sii artefice della tua fortuna.
E’ vero che non sapremo mai in che ordine usciranno le carte che fanno correre i cavalli, ma sappiamo cosa possiamo aspettarci.
I bookmaker dovrebbero fare delle quote dove pagano di più i cavalli che è meno probabile vincano, e viceversa.
Carina anche l’idea che ci sia più di un bookmaker, così che si instauri anche una concorrenza sulle quote.
La domanda è: quanto incide il fattore casuale?
Un’analisi matematica
Una risposta al quesito precedente si può dare tramite un’analisi matematica.
Ci poniamo nei panni del bookmaker che deve fare le quote.
Lui ha l’informazione di 10 carte, ma in realtà ne sono state tolte molte di più dal mazzo (ogni giocatore ne ha 4 in mano di cui non svela le indicazioni).
Conoscere 10 carte su 80 non dà un grandissimo vantaggio.
Secondo i nostri calcoli più del 50% delle volte riesce a capire quale cavallo è il favorito.
Riesce cioè a capire nel mazzo qual è il cavallo che ha più carte del suo colore.
Ciò è particolarmente vero quando si gioca in tutto in 4 giocatori, ma la situazione diventa più aleatoria all’aumentare degli scommettitori.
Attenzione però: abbiamo semplicemente detto quello che è il favorito, non quello che vincerà la corsa.
A inizio gara i cavalli, in sintesi, hanno all’incirca la stessa probabilità di vittoria.
Analizziamo le probabilità di vittoria di ciascun cavallo.
Lo scarto fra il favorito e il brocco è al massimo del 12.5%, con alcuni casi che si riduce al 0.5%.
Mediamente la differenza in probabilità di vittoria tra i due è del 4%.
Un po’ difficile fare quotazioni affidabili.
Un gioco con diverse varianti, alcune imprescindibili
Bookmaker ha diverse varianti, dove in una si può influenzare la corsa e in un’altra si simula il trotto.
Quella che noi abbiamo usato fin da subito è la regola che permette di scommettere anche durante la corsa stessa.
Questa variante ha il doppio effetto di rendere più dinamico il gioco e di ovviare in parte alla questione che abbiamo visto.
Durante la corsa infatti si vedrà un cavallo avvantaggiarsi sugli altri (non sempre in realtà).
I bookmaker potranno aggiornare la loro lavagnetta e gli scommettitori fare nuove scommesse.
Ovviamente ogni puntata è regolata dalla quota vigente nel momento si consegnano i soldi al bookmaker, che ne prende nota su un taccuino.
Questa modalità permette anche ai giocatori di studiarsi a vicenda, in modo da capire che informazioni hanno preso dalle loro carte.
In conclusione
Bookmaker è un gioco che simula le corse ippiche uscito nel 2012 per Giochi Uniti.
Il concetto alla base è molto semplice: ogni cavallo ha una probabilità di vincere la corsa in proporzione alle carte del suo colore in un mazzo.
Quello che ruota intorno alla corsa è un sistema di scommesse, organizzate come si fa in un picchetto di un ippodromo.
Il gioco è un party game chiaramente, dove si fa ancora più concitato se si consentono scommesse con la corsa in atto e non si stabilisce un ordine di turno.
In questo modo ogni scommettitore può correggere il tiro se pensa di avere presi un granchio.
In questo senso sarebbe comodo fare un sistema di “ricevute”, o dotare anche gli scommettitori di un taccuino, in modo che abbiano chiaro quanto sono esposti.
Un gioco in balia del caso?
Per quanto l’autore abbia creato un motore semplice e intuitivo per muovere i cavalli, le informazioni che fornisce a scommettitori e bookmaker sono limitate.
E’ chiaro che è molto probabile che le cose prendano una piega diversa da quanto previsto.
Questo però avviene anche nella realtà.
Sarebbe interessante vedere in un calendario di corse ippiche quante volte vinca davvero il favorito.
Il lavoro di fare i bookmaker e organizzare le quote non è semplicissimo.
In realtà esistono metodi che permettono al banco di vincere sempre.
Sono difficili da implementare e qualche regola di Bookmaker ne rende ancora più complessa l’attuazione.
Ancora più difficile scommettere forse, cosicché molto spesso diventi un po’ una lotteria.
Per gli amanti della gazzarra
Bookmaker è un gioco di qualche anno fa che prima di simulare una corsa ippica vuole divertire.
E’ chiaro che la verosimiglianza ad un ippodromo può essere data per quello che consente un mazzo di carte.
Il gioco tuttavia è divertente e andrebbe preso per l’appunto come un party game.
Un gioco cioè dove tutti si possono divertire, e magari vincere, dove l’esperienza nei giochi da tavolo ha un ruolo secondario.
Il paragone che viene fa fare è con Horse Fever e con la sua versione più moderna, Unicorn Fever.
Questo secondo titolo è più laborioso, già qualcosa più di categoria family, che richiede più attenzione.
Bookmaker è sicuramente, con i suoi limiti, più immediato.
Bookmaker avrà qualche anno, d’accordo, ma Get Your Fun ce lo propone scontato al 60% (ovvero al prezzo indicato nello specchietto).
Per quel prezzo vale la pena un giro a cavallo.