Between Two Cities – Essential Edition: la big box

Between Two Cities ha per noi anche una valenza affettiva. Se rovistate nel blog, o ci seguite fin dai primi, timidi, passi, troverete già un articolo relativo a questo gioco.
Beh, non l’Essential Edition che è stata pubblicata nel 2022, ma bensì la versione del 2015.
Era l’epoca che muovevamo i primi passi nel territorio, per noi inesplorato, dei giochi da tavolo.
Da quel giorno abbiamo fatto un po’ di strada? Questo lo potete dire solo voi lettori.
Quello che possiamo dire è che un cammino che siamo felici di avere intrapreso.

Tempo di lettura 7 minuti

All’epoca dei fatti eravamo giocatori sfegatati di 7 Wonders. Ancora oggi, il bestseller di Bauza, è uno di quei titoli erroneamente, o forse superficialmente, definiti come introduttivi.
Between Two Cities ha molto in comune col noto gioco di civilizzazione.
O meglio, alcune meccaniche come il draft e il giocare i turni in simultanea, sono effettivamente il motore che fa girare Between Two Cities, ma il gioco che abbiamo tra le mani è in effetti completamente diverso.
E con questa introduzione, a metà tra la chiosa e l’amarcord, andiamo ad esplorare questa versione “big boxata” di Between Two Cities.

Per chi va di fretta
  • La somma del gioco base del 2015 e l’espansione Capitals
  • Costruite due città, ciascuno con l’apporto di un avversario differente
  • Draft e gioco in simultanea ricordano 7 Wonders, ma è un’altra cosa
  • Un po’ di esperienza per imparare il sistema di punteggio

Between Two Cities – Essential Edition
di Matthew O’Malley, Ben Rosset
Stonemeier Games (Ghenos Games)

Da 1 a 7 giocatori. Età 14+

Durata: 30 minuti
Costo:


Un omaggio allo stile liberty

Non è che siamo degli esperti d’arte o di grafica, anzi. Tuttavia ci sembra che l’artwork di Betwen Two Cities sia decisamente migliorato rispetto alla versione del 2015.
Uno stile più leggero, che si nota già dall’immagine sul coperchio, con toni acquerello.
All’interno il gioco ha la stessa componentistica della versione base con in aggiunta l’espansione Capitals, essendo l’Essential Edition una sorta di Big Box.
C’è qualche cambiamento, che vedremo più tardi.
Per chi non conoscesse del tutto Between Two Cities, se in 7 Wonders abbiamo delle carte, in questo gioco pubblicato da Stonemeier abbiamo tessere.
Una valanga di tessere quadrate e, in numero minore, doppie, ovvero due tessere quadrate unite.
In tutto se ne contano circa 150 e sono essenzialmente gli unici elementi di gioco.
Ci sono i Token Città e altre tessere e carte per le varianti, ma Betwen Two Cities è un piazzamento tessere duro e puro con uno scoring più che altro basato sul set collection, ma anche sulle maggioranze.
Vediamo come si gioca e questi aspetti.

Una delle caratteristiche di Between Two Cities e di avere un mare di tessere

Nessuno è padrone di una città

Il titolo del paragrafo richiama la trovata, o il twist, che dà carattere a Between Two Cities.
Riprendendo ancora in prestito 7 Wonders, se in quella circostanza ognuno fa evolvere la sua civiltà, nel gioco di oggi ogni giocatore deve sviluppare due città.
Costruirà infatti due città, una griglia di tessere 5×5, una interposta fra lui e il suo avversario alla sua destra e una condivisa con quello alla sua sinistra.
Ogni città è quindi come se avesse due sindaci, se volete, per un gioco che non è per niente cooperativo.
A fine partita, delle due città che gestirete, solo quella col valore più basso sarà il vostro punteggio.
Un’ottima scelta di design, anche standard se vogliamo, che fa sì che non si crei una bad city che raccoglie tutti gli scarti.

Lo scopo del gioco è quello di creare due città 5×5, combinando gli ediifici nel modo più proficuo

La struttura di gioco

Una partita è strutturata in tre round. Nel primo e nel terzo girano fra i giocatori, col metodo del draft, le tessere quadrate.
Scelte due tessere, una per la città di destra e una per quella di sinistra, si dialoga con i rispettivi co-sindaci per piazzare al meglio le tessere.
La prima tessera deve essere piazzata su uno spazio del playmat in cartoncino, le altre devono essere contigue alle precedenti e piazzate in modo che sia possibile ottenere un quadrato 5×5.
Nel second round si piazzano invece le tessere doppie, ma non c’è draft: 3 tessere assegnate, se ne scelgono due.
Le tessere non sono nient’altro che gli edifici che vanno a comporre la città: Uffici, Case, Parchi e cose di questo genere.
Ogni tipologia di edificio fa punti con un criterio diverso.
I Parchi devono essere connessi tra loro per essere efficienti, ad esempio, mentre essere la città con più Industrie rispetto alle altre darà più punteggio.
Carina l’idea nel regolamento di giustificare la logica dietro ciascun set collection.

La variante che introduce i Distretti, obiettivi comuni di fine partita, introduce una competizione più diretta

Diverse varianti

Between Two Cities, in questa Essential Edition, offre diverse varianti.
Una di queste è quella per 2 giocatori (se usassimo la logica appena vista, avremmo solo due città e sarebbe impossibile giocare).
Oltre alla “soluzione” già vista nella versione del 2015, forse non entusiasmante, ne troviamo una avanzata dove un automa, Jamey, fa il terzo giocatore.
A proposito di automa, il regolamento per il gioco in solitario è un fascicolo a sé, rendendo più comoda la lettura e la gestione.
Sebbene poi Between Two Cities sia un gioco molto semplice, due varianti permettono di scalare la difficoltà sia verso il basso che verso l’alto.
Nella prima circostanza non si usa il playmat che guida la prima tessera, nella seconda si usano le tessere distretto, che stabiliscono obiettivi comuni ad inizio partita (del tipo “la città con più case a fine partita incassa X punti”).

Un’immagine spiega meglio di mille parole come sono posizionate le città rispetto ai giocatori.
Beh, un tavolo rotondo sarebbe l’ideale in effetti..
(credits: Stonemeier, regolamento del gioco)

Cosa c’è di nuovo

Encomiabile l’onestà intellettuale dell’editore.
Fin dalla prima pagina, ma cosa più importante giù sulla propria pagina Internet, riporta come la Essential Edition sia difatti la somma della versione base e dell’espansione Capitals.
Che poi tra l’altro non è proprio così.
Abbiamo visto, ad esempio, come sia stata introdotta una nuova variante per 2 giocatori, secondo noi più efficace.
In secondo luogo sono stati fatti degli aggiustamenti nel sistema di punteggio e nel setup, inutile qui scendere nel dettaglio, e gli elementi dell’espansione Capitals non sono ora da prendere come un blocco unico.
Probabilmente, come giustamente riporta Stonemeier, sono modifiche che non valgono un nuovo acquisto se si ha la già sia il precedente gioco base con la sua espansione.
Tranne forse in un caso,,,

Il playmat è il punto di partenza della città: la prima tessera deve essere posta su uno di questi spazi.
Una variante ne esclude l’utilizzo, semplificando un po’ il gioco

Un gioco introduttivo… ma che significa?

Meccaniche semplici (a parte giocare i turni in simultanea, che abbiamo visto a volte mettere in imbarazzo giocatori alle prime armi) e tempi ridotti, possono eleggere Between Two Cities fra i giochi introduttivi.
Sapete come questo termine non ci vada a genio.
Fa un po’ pensare alla favola di Cappuccetto Rosso: te la vedi per imparare a leggere, ma poi finisce lì, a meno di figli o nipoti, perché non è che susciti chissà quale interesse.
Ecco che invece Between Two Cities, e altri titoli che possono essere etichettati come “introduttivi”, non hanno questo ruolo, o almeno non solo.
La loro giocabilità non termina con l’apprendimento di questa o quella meccanica, ma possono divertire anche dopo.
È chiaro, come tutte le cose, che prima o poi possa stancare, ma quello è più un discorso di longevità.
Caratteristica se vogliamo oggi da rivalutare, considerando che il giocatore medio rincorre comunque la novità.
Tornando a noi, Between Two Cities, in mano di giocatori scafati, può essere un buon filler o un defaticante da domenica pomeriggio.

Carini questi token…

In conclusione

Abbiamo visto come Between Two Cities rappresenti per noi un tuffo nel passato, non solo ludico in realtà.
Questa Essential Edition è una big box, ovvero una di quelle edizioni dove l’editore mette in una sola scatola tutto quanto è uscito per quel gioco.
Nel nostro caso si tratterebbe di un’espansione, ma è stata colta l’occasione per stringere qualche vite qua e là.
Una buona opportunità, soprattutto per aver svincolato gli elementi dell’espansione gli uni dagli altri e per avere migliorato la versione per 2 giocatori.
Adesso, con il Jamey, questa modalità è più godibile sebbene Between Two Cities ancora giri al meglio con tavoli più grandi.
Anzi, e non ci avevamo pensato, unire più scatole, da cui l’accenno sibillino di poc’anzi, permette di superare la limitazione a 7 giocatori.
Sarebbe da capire come ci si raccapezza con un tavolo di 14 giocatori, ma sarebbe interessante scoprirlo.

Un po’ di pratica per fare punti

Between Two Cities, con un peso 2.17 BGG, è, come dicevamo, un gioco molto semplice.
Oltre a padroneggiarlo, richiede un po’ di tempo ricordarsi i criteri di ciascuno edificio per fare punti.
Le tessere riportano un’iconografia indipendente dalla lingua e spiegata per bene nel regolamento, nonché riassunta in ultima pagina, ma in una versione così ben editata la mancanza di un player aid stona un po’.
Carino invece l’omaggio all’Italia nel regolamento dell’automa: una chicca che lasciamo a voi lettori.

11 Novembre 2023

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