L’articolo di oggi esce un dalla libreria delle scatole per abbracciare il gioco da tavolo dal punto di vista “sociale”.
Se ne parlava in Volpe Giocosa tempo fa.
Abbiamo poi avuto una mail da Jason McKee. Abbiamo così conosciuto il suo blog Boards Cards Dice, dove abbiamo trovato un articolo su i benefici dei giochi da tavolo.
Oggi cogliamo la palla al balzo per discuterne.
L’obiettivo dell’articolo, per così dire, non è di arrivare ad una conclusione.
Vorrebbe essere invece un work in progress dove ognuno può dire come questo hobby, giocare a giochi da tavolo, abbia influito sulla sua vita.
I benefici dei giochi da tavolo sono diversi.
In un altro articolo vi diremo quelli che ha trovato Volpe Giocosa.
Tutti gli argomenti trattati
Il blog di Jason
Jason ci ha scritto per porre la nostra attenzione su un suo articolo riguardante i giochi da tavolo nella Storia.
Aveva letto il nostro articolo su Tablut di Historygames.it e, probabilmente, gli era piaciuto.
E’ stata l’occasione per conoscere boardscardsdice.com, il blog che gestisce.
In questo suo spazio, ne sarete sopresi, si parla poco di giochi.
Ok, è un blog “giovane”. Tuttavia c’è davvero poca traccia di presentazioni dei giochi da tavolo, intesi come scatole.
Se qualcosa è proposto, non è comunque una novità del momento.
Il blog di Jason è per lo più centrato sulla condivisione del tempo mentre si gioca, o su aspetti a latere, come appunto quello storico.
Sono tematiche che in Volpe Giocosa ci interessano molto e quindi abbiamo preso contatto con Jason.
E’ stato infine così gentile da permetterci di parlare del suo articolo Benefits of Board Game sul nostro blog.
Riportiamo anche alcuni suoi riferimenti, link ad articoli di giornale ma anche pubblicazioni scientifiche.
Lasciamo al suo articolo l’elenco completo.
I benefici dei giochi da tavolo
Le considerazioni che andiamo facendo non sono la pedissequa traduzione dell’articolo di Jason.
Ne traiamo solo spunto, lasciando, a chi volesse, la lettura dell’articolo originale al link proposto.
L’introduzione dell’articolo di Jason fa notare una cosa che tutti nel settore sanno: il boom dei giochi da tavolo.
Un’esplosione che è nata prima del Covid, ovvero del forzato aumento di tempo libero in cui, il gioco da tavolo, poteva essere un solitario per Napoleone a Sant’Elena.
E’ un fenomeno in crescita, nonostante ci siano altri sistemi di intrattenimento, sicuramente più moderni (almeno nei medium con cui vengono proposti).
Ne parliamo spesso in Volpe Giocosa, soprattutto ogni qualvolta scoviamo insospettabili giocatori.
Ci sarà modo di dire la nostra in un’altra circostanza: oggi parliamo dei benefici dei giochi da tavolo.
Il gioco da tavolo come detox
Ne parlavamo tempo fa con Matteo di Top Hat Games.
Entrambi riconoscevamo nei giochi da tavolo un valenza detossificante.
Torni a casa dopo un pomeriggio in biblioteca, o dopo pesanti ore al lavoro o a scuola, cosa meglio di un gioco da tavolo?
Anche in solitario, magari, una modalità fino a qualche anno un po’ bistrattata in Volpe Giocosa.
A quel punto chiudi la porte con la vita reale.
Seduto al tavolo sei un magnante di una compagnia ferrovia oppure guidi un esercito nella steppa russa.
Non è necessario che il gioco abbia un’ambientazione. Anche un gioco astratto, o dove comunque il gioco non riesce a coinvolgerci con la sua “storia”, potrebbe impegnarci e farci lasciare alle spalle i pensieri che ci hanno assillato per l’intera giornata.
Stiamo insomma esaltando il ruolo hobbistico dei giochi da tavolo.
Il gioco da tavolo è un elemento aggregante
Non sappiamo da quando l’uomo gioca a giochi da tavolo.
O forse sì. Se volete avere più lumi a riguardo, il libro di Bell è sicuramente un utile riferimento.
Probabilmente il gioco da tavolo inizia con l’evoluzione dei comportamenti sociali dell’uomo.
In primis infatti, i giochi da tavolo ci permettono di passare del tempo piacevole insieme ad altre persone.
Nell’articolo di Jason si parla anche del gioco da tavolo come strumento “per riempire i silenzi”.
Ci sono giochi, lo sapete meglio di noi, che sono per lo più “solitari di gruppo”.
In realtà, al di là di questa definizione, possono essere molto aggreganti.
Soprattutto se ogni persona al tavolo conosce bene il gioco, si può giocare “in automatico” parlando d’altro.
Per i giochi ad alta interazione (Risiko ?) pensiamo non serva neppure convincervi.
Dovrebbe essere pacifico che creano dinamiche al tavolo che possono anche permettere di conoscersi a vicenda.
Ad esempio sull’accettazione della sconfitta o sulla gestione, per così dire, della vittoria.
Nella community dei giochi da tavolo è famoso un aforisma di Platone:
Si può scoprire di più su una persona in un’ora di gioco, che in un anno di conversazione.
– Platone
Citazione forse consunta, ma probabilmente reale.
Il gioco da tavolo è inclusivo?
Per rimanere fra le parole abusate, ci chiediamo se fra i benefici dei giochi da tavolo ci sia l’inclusività.
Concetto che meriterebbe un approfondimento.
Al momento la risposta è, forse contro ogni aspettativa, ni.
Accade, alle volte, che i gruppi di chi abitualmente gioca a giochi da tavolo siano alquanto chiusi.
Non pensiamo sia una circostanza creata dai giochi da tavolo in quanto tali.
Ogni volto si forma in ogni attività umana un “circolo”, i cui i membri si conoscono da tempo, può accadere che far entrare al suo interno un elemento esterno sia complesso.
Si rischia che il gruppo si autocondizioni a vicenda su giudizi (e pregiudizi?) e sia anche poco incline a un cambiamento delle abitudini.
Tuttavia non cestineremmo i giochi da tavolo come elemento per favorire l’inclusività.
In alcun casi, uno che andremo presto a vedere è Il gioco di Lampadino e Caramella nel Magiregno degli Zampa di CreativaMente.
Un gioco che secondo noi dovrebbe essere usato come strumento nelle scuole.
Un po’ come il gioco di ruolo Kids & Dragons, ad esempio.
Abbiamo buoni riscontri dell’uso di gioco da tavolo per includere ragazzi e bambini un po’ timidi in gruppi.
In generale comunque il gioco da tavolo può avere una valenza “didattica”, parola che non per forza deve sposare la parola “scolastica”.
Il valore didattico dei giochi da tavolo
Altro tema che Jason affronta in dettaglio, tra l’altro a più riprese nel suo blog, è il rapporto fra giochi da tavolo e bambini.
Del resto è sia un insegante che un genitore.
Generalmente la parola didattica si associa ai bambini. Sembra quasi che, raggiunta una certa età, si smetta di imparare.
Errore gravissimo, soprattutto se ci si arroga il diritto di smettere di imparare perché si presume di sapere già tutto.
Sicuramente un bambino che gioca a Monopoli, come Jason riporta, impara il valore dei soldi.
Un bambino può capire che se ha una somma a disposizione può fare un acquisto o affrontare una spesa.
Se vogliamo c’è anche la parte più prettamente scolastica, quasi una fregatura da certi punti di vista, che concerne il fare somme e sottrazioni.
Probabilmente è più importante, anche se più cinico, l’insegnamento riguardo al ruolo del denaro nella società.
Ascolto e dimentico. Osservo e ricordo. Faccio e capisco
Non vogliamo spingerci negli aspetti più tecnici della didattica.
Non ne abbiamo le competenze.
Quante volte dopo aver letto libro o assistito ad una lezione non vi è rimasto niente?
Se è accaduto diverse volte, allora siete quel tipo di persone che per imparare qualcosa devono “mettere le mani in pasta”.
Per concludere questo paragrafo, possiamo dire che il gioco da tavolo ci “costringe” a tenere l’attenzione alta per un certo periodo di tempo e ad esercitare abilità un po’ astratte, come la pianificazione o il pensiero computazionale, ovvero la costruzione di catene causa-effetto.
Il gioco da tavolo e la salute
Il gioco da tavolo è infine una di quelle attività che potrebbe ridurre il rischio di Alzheimer.
Se volete leggere qualcosa in italiano, c’è questo dettagliato articolo: I 12 incredibili benefici dei giochi da tavolo sulla SALUTE.
Un altro articolo relativo al collegamento fra benessere, fisico e mentale, è quello qui proposto.
Se volete approfondire questo argomento, trovate questo articolo sulla relazione fra giochi e bambini.
Il gioco da tavolo come alternativa ai videogiochi
Alcuni genitori, o comunque chi ha un ruolo educativo nei loro confronti, pensa che uno benefici dei giochi da tavolo è quello di distogliere i bambini da Playstation e simili.
Lo chiedemmo a una specialista che lavora con i bambini, la Pedagogista Ludica.
Ci suggerì di non demonizzare i videogiochi. I bambini sono nativi digitali.
Certo, se si incollano al televisore e non c’è verso di schiodarli, allora è un problema.
Comunque, in sintesi, ci invitava a considerare giochi da tavolo e videogiochi entrambi come facenti parte della dieta ludica dei bambini.
Sempre nell’ambito della visione dei giochi da tavolo come alternativa a qualcos’altro, ci chiedevamo se potessero funzionare come terapia contro il gioco d’azzardo.
Una specie di surrogato dove non si rischiano soldi veri, ma si può essere coinvolti in modo da avere un’esperienza emotiva simile.
E’ un argomento spinoso e delicato, visto che si parla di problemi pesanti che insistono sulla salute delle persone.
Per questo, ne parlammo nell’articolo con Bookmaker, abbiamo provato a metterci in contatto con chi si occupa della ludopatia quotidianamente.
Con quali giochi iniziare? La rivincita della tombola
Da dove iniziare a trarre benefici dei giochi da tavolo?
Qualche gioco è meglio di altro?
Probabilmente qualsiasi gioco va bene, che sia per l’appunto l’odiato Monopoli o un ultimo gioco uscito.
In generale, soprattutto per “principianti”, consigliamo anche noi giochi con un certo grado di alea.
La casualità è una livella che permette di mettere allo stesso tavolo giocatori di diversa abilità o età.
Estremizzando, è il motivo per cui si gioca a tombola a Natale.
Se ci pensate non è forse il gioco migliore in assoluto, ma si presta all’occasione.
La tombola non richiede nessuna abilità: un bambino che conosce a malapena i numeri e il più grande espertone hanno equa probabilità di vincere.
Ok, bisogna sentire i numeri, ma non c’è altro tipo di interazione. Per il resto si può fare altro.
Come mangiare il panettone, ad esempio.
Ci rendiamo conto che è un esempio estremo, ma speriamo di esserci fatti capire.
Da non trascurare i giochi fai-da-te, ovvero quelli che potete costruire con le vostre mani.
Metterli insieme può dare un sacco si soddisfazioni.
In conclusione (o è l’inizio?)
Parliamoci chiaro: si gioca per divertirsi.
Tutte le altre considerazioni, a partire dall’essere un potenziale strumento per acquisire abilità, sono effetti indiretti.
Il potere aggregante dei giochi da tavolo e la loro valenza nello sviluppare social skill non vi autorizza a forzare i vostri amici, come spesso facciamo, a giocarci.
Se volete l’articolo indica proprio in che circostanze tiriamo fuori una scatola dalla libreria e quali sfide ci propone il suo contenuto.
Alla fine è implicito che ogni volta che ci troviamo di fronte a una sfida impariamo qualcosa. Sempre e comunque, al di là del risultato ottenuto.
Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio.
– Samuel Beckett
Anche se sembra concluso, inizia ora la parte migliore dell’articolo.
E’ quella dove ci raccontate voi come vi siete avvicinati a questo hobby, anche se giocate saltuariamente.
E, se volete, potete raccontarci i benefici dei giochi da tavolo che avete riscontrato.
Se volete acquistare questo gioco, vi consigliamo di rivolgervi a Get Your Fun.
Arrivarci attraverso questo link a te non costa nulla, anzi, ed inoltre aiuterai a sostenere Volpe Giocosa.
10 Novembre 2021