Belzoni: Indiana Jones era di Padova

Questo gioco di Italea ce lo tenevamo in serbo da un po’ (già dall’estate).
E’ da molto infatti che lo abbiamo a scaffale ed è da molto che lo giochiamo. Parliamo di Belzoni.


Tempo di lettura 7 minuti

Come diceva Alberto Sordi in Troppo Forte, in Italia siamo disposti ad accettare le mode e tutto ciò che viene dagli Stati Uniti in maniera acritica.
Ovviamente l’attor romano arrivava a queste conclusioni in modo più colorito.
Un esempio può essere Indiana Jones. Sicuramente un personaggio di successo, che nonostante l’età di Harrison Ford, ci viene riproposto proprio perché amato dal pubblico.
Un’invenzione americana?
No. Pochi sanno che il celebre archeologo è ispirato all’italiano Belzoni.
In questo articolo dovrete concederci un ampio excurs sulle sue vicende e di altri egittologi italiani.
Senza infatti sarebbe difficile capire l’ambientazione di questo gioco.
A monte c’è una storia vera, ma così avvincente, che sembra scritta a tavolino.
Ci vediamo al porto d’Alessandria per le conclusioni.

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Belzoni
di Roberto Leopardi
Italea
Da 2 a 4 giocatori. Età 14+

Durata: 90 minuti
Costo: 25 eur


Come sempre per questo specchietto ci rifacciamo alle indicazioni sulla scatola, spesso dovute anche a normative sulla sicurezza.
Se ci dovessimo attenere al tema trattato e alla complessità, Belzoni è sicuramente giocabile anche da giocatori più giovani.
Anche un pubblico occasionale può trarre divertimento da questo gioco ed è proposto anche un regolamento semplificato per bambini.

Tutto quello che serve per le nostre avventure sul Nilo

Belzoni è in una scatola rettangolare che si apre come quella dei cioccolatini.
Rispetto agli altri giochi proposti da ItAlea (al momento), Belzoni è sicuramente il titolo più corposo e strutturato.
Uno ziplock, la classe bustina con la chiusura a pressione, contiene molti elementi in plastica.
Ogni giocatore impersona uno dei quattro egittologi più in vista all’epoca, che andremo a conoscere.
Per questo scopo ha una pedina Archeologo, una Rivalsa e un set di Collaboratori.
L’epoca degli avvenimenti è scandita dalla Tavola di Toth una plancia ausiliaria: si parte dal 1816 per arrivare al 1819.
La struttura del gioco è tale da consentire al massimo 18 turni, ma sarà la disponibilità di Reperti il vero metronomo della partita.
Sono rappresentati da 24 token in cartoncino e si riferisono a reali reperti archeologici.
Una loro descrizione sul retro del regolamento ci risparmia la ricerca su Wikipedia.
Una volta recuperati si mettono su degli stand, i Battelli, in modo che possano stare in verticale e risalire il Nilo.
Un mazzo di carte conclude la dotazione.

Il tabellone con le regioni degli scavi è lungo un metro

Il tabellone con le regioni degli scavi è lungo un metro

Un tabellone di notevoli dimensioni

Gli archeologici si muoveranno in una striscia di terra che va da Alessandria di Egitto fino al confine con l’attuale Sudan.
Proprio per la caratteristica del terreno che si vuole rappresentare, il tabellone ha dimensioni inusuali.
E’ un pieghevole che una volta aperto ci mostra il corso del Nilo su una plancia un metro per 23 centimetri.
I giocatori dovranno muoversi lungo le vie carovaniere per visitare i 20 siti.
In questo modo potranno reclamare i reperti e inviarli a Il Cairo.
Belzoni, fedele alle vicende dell’epoca, simula gli avvenimenti, al limite della scorrettezza, che si verificavano in Egitto.
Questa considerazione ci porta al prossimo paragrafo.

All'inizio del gioco

All’inizio del gioco alcuni reperti sono noti. Altri compaiono, coperti, durante la partita. La sequenza prevede che si sbirci sotto il valore e i Punti Scavo per ottenerlo, lasciando un collaboratore di presidio, nel caso. Il reperto è poi imbarcato e inviato verso Il Cairo.

Un mondo di avventure e di intrighi degno di Hollywood

Il trailer del gioco

Ecco quindi la digressione che riportavamo nell’introduzione.
Il padovano Giovanni Battista Belzoni era un ingegnere idraulico con la passione per i viaggi.
Arrivato in Inghilterra, si mantenne facendo “l’uomo forzuto” nei circhi itineranti.
I suoi viaggi lo portano a contatto con un emissario del pascià d’Egitto.
Il pascià stava attuando delle opere di irrigazioni nel suo Paese e Belzoni si recò là sperando di entrare del progetto.
Tuttavia non riuscì a impressionare le autorità con le sue doti di ingegnere, ma quel viaggio lo fecero venire in contatto con il mondo dell’archeologia.
Sostanzialmente, ci scuseranno gli storici per la rude sintesi, il pascià concedeva dei permessi a autorità straniere per fare scavi nella sua regione.
Gli scavi si addentravano molto nel deserto e i reperti dovevano risalire il Nilo.
Belzoni, all’inizio solo esperto di trasporti e logistica, divenne poi archeologo a tutti gli effetti e i suoi ritrovamenti popolano oggi molti musei del mondo.

Il nostro Belzoni è prossimo a uno dei reperti noti fin da inizio partita

Il nostro Belzoni è prossimo a uno dei reperti noti fin da inizio partita

Il rapporto con Drovetti

La storia di Belzoni diventa avvincente anche messa in relazione agli archeologi suoi contemporanei.
Drovetti, diplomatico francese, anche lui italiano, era nelle grazie del pascià.
Molti dei suoi reperti si trovano oggi al Museo Egizio di Torino.
Fatto sta che fu un rivale del nostro Belzoni, che invece lavorava per gli inglesi.
La goccia che fece traboccare il vaso fu una quasi rissa per un reperto che proveniva da Luxor.
Essendo Drovetti un personaggio influente, Belzoni capì che era meglio cambiare aria.
Questi sono forse i due personaggi più pittoreschi, ma ci fu un altro italiano, Alessandro Ricci.
Il quarto personaggio del gioco è il console Henry Salt, committente di Belzoni.

Il reperto, del valore di 7 Punti Prestigio, e imbarcato con destinazione Cairo

Il reperto, del valore di 7 Punti Prestigio, e imbarcato con destinazione Cairo

Un gioco ben strutturato

Come sempre non vi diamo i dettagli del gioco, anche perché il regolamento è disponibile online.
Vi vogliamo semplicemente passare dei punti chiave.

Tutto quello che serve: tre batelli, un archeologo con 3 aiutanti, due gettoni per tenere traccia sul tabellone ausiliario e un Segnalino Rivalsa

Tutto quello che serve: tre battelli, un archeologo con 3 aiutanti, due gettoni per tenere traccia sul tabellone ausiliario e un Segnalino Rivalsa

Un gioco strutturato sulle Carte Azione

Buona parte del gioco, dove gli scopi li abbiamo già indicati, è regolato dall’uso delle carte.
Interessante le meccanica per cui se ne pescano due: una si palesa e l’altra no.
Alcune carte, le Maledizione, comportano una disgrazia, altre sono operazioni che vanno nella direzione di portare estrarre un reperto e farlo arrivare a Il Cairo.
Altre carte ancora, come quelle viola, sono semplicemente per far uscire i Reperti sul tabellone.
La pesca delle carte non sono l’unico elemento casuale del gioco.
Due dadi, a 20 e 6 facce, sono generalmente usati per correzioni alle mosse o per indicare la zona bersaglio di una carta azione.

Con questa tabella è tenuta traccia del tempo e dei punteggi. Ogni stagione ha caratteristiche differenti

Con questa tabella è tenuta traccia del tempo e dei punteggi. Ogni stagione ha caratteristiche differenti

Buona simulazione dei movimenti

Risalire il Nilo non deve essere stato agevole. Lo stesso Belzoni ebbe difficoltà nonostante fosse un esperto di logistica.
Il Vento simula le condizioni meteorologiche della regione, rendono più difficoltoso il moto degli archeologici e dei Battelli.
Non solo il clima ostile, ma attraversare i confini delle varie regioni creava problemi.
Avere una carta Firman evita di avere impicci.

Quattro dei cinque tipi di carte disponibili

Quattro dei cinque tipi di carte disponibili

Il gioco della carta

E’ la fase più strategica del gioco.
Qui i giocatori si stuzzicano a vicenda, aggredendosi ad esempio.
La vittima dell’attacco si può difendere. La stessa carta aggressione indica quale “carta difensiva” annulla gli effetti.

Se qualcuno prova a corrompere i battelieri per ammutinarli, qualche dono farà cabiare loro idea

Se qualcuno prova a corrompere i battellieri per ammutinarli, qualche dono farà cambiare loro idea

L’importanza di avere un team affiatato

Ogni archeologo può avere fino a tre collaboratori. Inizia con uno e ne può raccogliere altri tramite il gioco della carta appropriata.
Servono per lo più per sorvegliare un sito e conservare i diritti di prelazione.
Quando possibile i reperti vengono caricati su battelli e inviati verso Il Cairo.
Alla fine della partita ogni giocatore riceve come punteggio la somma del valore dei reperti che ha portato a Il Cairo.
C’è però il colpo di scena.
All’inizio della partita ogni giocatore aveva in dotazione una pedina Rivalsa, segreta, con l’immagine di un archeologo.
Al conteggio se avete un pedina Rivalsa con l’immagine di un altro archeologo, gli rubate un terzo dei punti.

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In conclusione

Belzoni è probabilmente il gioco più articolato dell’attuale linea di ItAlea.
Ci sono infratto diverse meccaniche all’interno.
Bisogna infatti raccogliere degli oggetti e spostarli (pick-up & delivery), muoversi su un griglia con punti azione e giocare delle carte.
Al di là di queste fredde, e forse inutili, considerazioni semi-professionali, è l’ambientazione che l’autore che riesce a trasmettere che ci ha interessato.
Gli archeologici del tempo, come abbiamo cercato di indicarvi, erano per lo più avventurieri.
Sicuramente questi aspetti sono stati ben recepiti nella caratterizzazione di Indiana Jones.
Uno degli aspetti principali del gioco è proprio la difficoltà di gestire queste spedizioni e il trasporto dei reperti.
L’altro è focalizzato sull’interazione fra i giocatori e le bassezze a cui arrivavano per avere i reperti migliori.
La meccanica della Rivalsa poi è la ciliegina sulla torta.
Avete capito perché un avversario alla fine non vi ostacolava così tanto?

Questi collaboratori ci sembrano quantomeno contemporanei

Questi collaboratori ci sembrano quantomeno contemporanei

Il valore storico del gioco

Belzoni è un gioco nato in collaborazione con il museo di Padova, città natale dell’archeologo.
Qualche ritardo, con l’aggiunta della pandemia, non ha forse permesso a pieno di godere del progetto “L’Egitto di Belzoni“.
Tuttavia ha permesso la nascita di questo gioco, che secondo noi è giocabile anche a chi ha il palato più fine.
Una versione del regolamento, “Belzoni Junior“, semplifica drasticamente il gioco così da essere, secondo noi, giocabile dai 8 anni.
Da portare anche nelle aule delle scuole, per parlare dell’Ottocento e dell’Egitto, che parla più italiano di quanto si può pensare.

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