Afghanistan 1979-1989: l’Armata Sovietica in uno ziplock

I turisti erano già andati via. In quel periodo la spiaggia apparteneva ai ragazzi e agli abitanti del posto che riuscivano a ritagliarsi qualche ora di relax dopo aver già speso le ferie.
Appena arrivato all’ombrellone che condividevo con degli amici, ricevetti un SMS sul mio Nokia: un aereo da turismo aveva colpito le Torri Gemelle.
Salito al bar dello stabilimento, non trovai la solita ressa attorno a Dragon Ball, ma su tutti i canali venivano trasmessi quei fatti che sarebbero entrati nella Storia.
Non si trattava di un’incidente aereo, ma di un attentato e da quel giorno l’Afghanistan e la sua storia, fino a quel momento a margine dei libri di scuola, diventarono un argomento di tremenda attualità.

Tempo di lettura 6 minuti

Bin Laden e il Mullah Omar divennero personaggi noti a tutti, attraverso i videomessaggi con l’iconico AK-47 e i missili Stinger.
L’elemento che collega questo aneddoto personale e il gioco di oggi, Afghanistan 1979-1989, è proprio lo Stinger.
In questo conflitto, infatti, la CIA equipaggiò i mujaheddin con queste armi, affinché riuscissero a far fronte all’elicottero Mil Mi-24 e respingessero l’Armata Sovietica.
L’invasione sovietica in Afghanistan è spesso definita il Vietnam russo. Mentre la guerra nel sud-est asiatico, grazie anche a Hollywood, è arrivata alle orecchie di tutti, questo sanguinoso conflitto è per lo più dimenticato, nonostante sia un passaggio fondamentale per arrivare Storia attuale.
Ci auguriamo che questo gioco di Chillemi Editore possa essere utile anche in questo senso.

Per chi va di fretta
  • Un wargame solitario
  • Rapido e semplice
  • Guida l’Armata Sovietica nella storica invasione dell’Afghanistan
  • Un prezzo competitivo senza rinunciare a chicche

Afghanistan 1979-1989
di Mauro Faina e Bruno Chillemi
Chillemi Games

Per un giocatore. Età 14+

Durata: 1 ora circa
Costo: 10€


Un formato economico, ma che si permette qualche fronzolo

Il formato di Afghanistan 1979-1989 è lo stesso proposto dalla Decision Games (DG) per la sua Mini Series (come ad esempio Congo Merc 1956 e Suez ’56).
All’interno della busta incellofanata trovate su fogli A4 plastificati il regolamento, il tabellone e le tabelle di gioco CRT (Combat Result Table). Anzi, la mappa è pieghevole, avendo quindi di fatto le dimensioni di un foglio A3.
Il giocatore deve procurarsi autonomamente due dadi a sei facce, meglio se di colore diverso, se ci si accontenta ne basta invece uno.
Piacevolissima sorpresa i token. Generalmente in queste soluzioni economiche, ad esempio proprio il format della DG, i segnalini sono in cartoncino e piuttosto piccoli.
Sono cioè i tipici counter che fanno molto wargame, ma spazientiscono chi è maldestro e spaventano chi si avvicina per la prima volta a questa tipologia di giochi.
In Afghanistan 1979-1989 troviamo invece quadratini di legno con degli adesivi già incollati.
Un vero lusso che non mi sarei aspettato. vista proprio la parchezza del formato.
Interessante anche la prefazione storica che ogni gioco di questo tipo, ma anche eurogame con velleità storiche, dovrebbe avere.

Il Mil Mi-24 fu l’elicottero emblematico della guerra in Afghanistan.
Micidiale nelle prime fasi del conflitto, divenne facile vittima degli Stinger

Il contesto storico

In questo titolo della Chillemi Games il giocatore rappresenta l’esercito sovietico che la vigilia di Natale del 1979 invase l’Afghanistan con lo scopo di sostituire Kamal al governo di Amil.
L’operazione Storm 333 ebbe un rapido successo, ma l’Unione Sovietica si trovò presto impantanata in una guerriglia contro la resistenza islamica, che ebbe gioco facile grazie alla conformazione del territorio afgano e agli aiuti stranieri.
Lo scopo del gioco è ottenere il controllo dello Stato afgano mentre infuria la guerriglia mujaheddin.
L’Afghanistan risulta diviso in svariate provincie raggruppate fra loro in regioni da linee bianche.
I vari raggruppamenti non saltano subito all’occhio a dire il vero. Tuttavia ad ogni regione è associato un punteggio ed è riportato proprio nel suo centro, così che dopo qualche round ci si orienta facilmente.
Una partita è divisa in un massimo di 10 round, a meno che il giocatore venga eliminato prima o si raggiungano le condizioni di vittoria. I round rappresentano proprio gli anni dal 1979 al 1989.
Sul limitare del foglio sono tracciati gli Stati confinanti, fra cui quelli facenti parti dell’Unione Sovietica da dove provenne l’invasione.

Le infrastrutture viarie afgane erano un incubo per le divisioni corazzate sovietiche, all’epoca la base dell’Armata Sovietica, e per la logistica.
Il territorio era favorevole alle azioni di guerriglia dei mujaheddin

Il vostro primo wargame

Il regolamento di Afghanistan 1979-1989 è davvero semplice, rendendolo adatto come primo wargame per chi si avvicina a questo tipo di giochi.
La lettura del regolamento tuttavia potrebbe non essere agevole, dal momento che per motivi di spazio è molto sintetico e privo di esempi e alcune cose sembrano essere date per scontate.
In effetti, riflettendoci un attimo e applicando un po’ di buon senso, risultano effettivamente ovvie.
Il giocatore inizia con 6 unità da disporre liberamente nei tre Stati sovietici confinanti con l’Afghanistan.
La tipologia di queste unità, così come quelle che saranno introdotte come rinforzo, rispecchiano quelle che effettivamente furono schierate in questo contesto.
Lo scopo del gioco è ottenere regioni per un valore di 27 punti, fra le quali necessariamente ci devono essere Kabul, Herat e Kandahar.

Regioni saldamente in mano alla resistenza afgana

Imboscate ovunque

Ad inizio turno il giocatore dispiega nuove unità nell’area sovietica, fintanto ve ne è disponibilità, e muove quelle già sul campo.
I mezzi si muovono, ovviamente, da una regione all’altra, con i paracadutisti che come potete immaginare hanno regole di movimento speciali.
Quando un segnalino entra in una regione vuota è soggetto ad un’imboscata della resistenza afgana.
Ecco che entrano in gioco le tabelle RCT viste in precedenza.
La Tabella di Invasione non è proprio una RCT, ma più una tabella degli eventi. Si lancia un dado e, in base al risultato, la tabella indica l’effetto. In pratica entreranno in quella regione un certo numero di token mujaheddin.
Si verificherà così uno scontro  il cui esito è determinato dalla Tabella di Combattimento.

Questa è una vera RCT e dà un esito in funzione del lancio di un dado e dal rapporto di forza di attaccante e difensore, incrociando l’opportuna riga e colonna.
Non esiste un vero turno della resistenza, ma i mujaheddin entrano in campo ogni qualvolta il giocatore invade una regione che ancora non controlla.
Se vincono lo scontro la presidiano, altrimenti tornano nell’ombra o ripiegano su una regione confinante.
Se le truppe sovietiche abbandonano una regione, il giocatore posiziona un token Guarnigione per mantenerne il controllo (anche questo in numero limitato).

Le truppe aviotrasportate hanno un movimento speciale, ma è difficile sia efficace

Puntando verso Sud

Un partita a Afghanistan 1979-1989 dura meno di un’ora. Forse la prima, andando a rileggere qualche passo del regolamento, arriva a questa durata, ma altrimenti i round corrono sicuramente più spediti.
Le due tabelle che regolano le imboscate e gli scontri sono molto efficaci e generalmente i mujaheddin si troveranno a presidiare le roccaforti più importanti.
Chiaramente, qui si potrebbe aprire il solito dibattito sull’aleatorietà.
Se la Tabella d’Invasione sorteggia l’evento jihad, è chiaro che lo scontro diventi impari. Ci sta.
Nelle prime partite abbiamo preso sonore batoste, con la resistenza che respingeva a nord le divisioni corazzate.
Presa la mano, si capisce quali siano le regioni più strategiche e quale sia il modo più efficiente di raggiungere le tre principali città afgane.
Anche così, tuttavia, la vittoria non è scontata, ed è consigliabile aggiustare la propria strategia osservando attentamente la mappa a ogni round.

In conclusione

Afghanistan 1979-1989 è un wargame da giocare in solitario pubblicato da Chillemi Games.
Fa parte di una serie che ci sembra in rapida crescita che può offrire giochi interessanti ad un prezzo davvero contenuto.
Come abbiamo visto, tra l’altro, concedendosi qualche piccolo lusso.
I token in legno sono molto maneggevoli, soprattutto dopo le imprecazioni lanciate durante Suez ’56, dove i segnalini di cartoncino mi si incollavano ovunque.
Sebbene a volte siano troppo grandi per alcune regioni sulla mappa, sono comunque ben accetti, poiché risultano comunque facili da gestire.
Questo è il primo gioco della serie che ho giocato e l’ho trovato davvero immediato, a parte rileggere e ragionare su qualche passaggio del regolamento. Non che sia per forza un gioco didattico-introduttivo, ma può essere un passatempo in una giornata in cui non si ha voglia di scervellarsi con mille statistiche.
In una serata mi sono trovato a giocare più di una partita finché non sono riuscito a raggiungere le condizioni di vittoria (tra l’altro verso la fine dei round concessimi).
Rigiocandolo a distanza di una settimana ho avuto un’esperienza simile.
Non vedo l’ora di dare una mano a Cesare in Gallia.

8 Luglio 2024

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