Se c’è un film che merita l’etichetta di “iconico“, è sicuramente 1997: Fuga da New York.
Questo capolavoro incarna perfettamente lo stile anni ’80 che ha segnato molti film dell’epoca, come il The Thing dello stesso regista e che ha ispirato Pendragon Game Studios per l’omonimo gioco.
Se avete sempre sognato di rivivere le avventure di Jena Plissken, questa è la vostra occasione!.
Il personaggio di Jena, che molti conoscono con il nome originale di Snake, è a sua volta iconico all’interno del film iconico.
Lui è la fonte di ispirazione del protagonista della saga di Metal Gear Solid.
1997 Fuga da New York ripropone esattamente le vicende del film. Conoscere la pellicola non è fonte di spoiler bensì un modo per godersi ancora di più l’esperienza di gioco.
Detto questo corriamo a Manhattan a dare una mano a Jena e compagni.
1997 Fuga da New York
Autori
Kevin Wilson
Editore
Pendragon Game Studio
Giocatori
1-4
Età
14+
Durata
60-90 minuti
Costo
55€ circa
Un po’ di ambientazione
Sebbene al riquadro dei link ci sarà qualche collegamento per saperne di più, diamo qui qualche informazione in più per capire in che razza di modo è finito il mondo nel 1997 (all’epoca dei fatti il futuro).
Se già conoscete la trama, potete saltare agli aspetti intrinseci del gioco da tavolo.
Manhattan è diventata una prigione gigante dove i detenuti fanno quel che vogliono.
Per evitare fughe, i ponti sono minati e l’isola è circondata da un muro sorvegliato a vista.
Sfortunatamente, l’aereo del Presidente viene dirottato e lui si lancia con una capsula di salvataggio… indovinate dove atterra?
Proprio su Manhattan!
Il Duca, il capo della prigione, lo cattura subito e ha un piano geniale: usarlo come scudo umano per fuggire dall’isola con i suoi scagnozzi, attraversando uno dei ponti minati.
“Jena? Pensavo fossi morto”
Jena è un ex-agente delle forze speciali che, a causa di recenti birichinate, deve essere estradato a Manhattan.
Può ottenere la grazia se si infiltra a New York mediante il Gullfire, una sorta di aliante, trova il Presidente e la sua valigetta con un Nastro che contiene informazioni importanti.
La polizia non gli dà una mano manco a morire: anche quando avrà trovato questi elementi, gli servirà trovarsi una mappa che indichi il posizionamento delle mine almeno su un ponte, in modo da lasciare l’isola indenne.
I malfidati della polizia impiantano a tradimento delle cariche esplosive nelle carotidi di Jena che esploderanno dopo 22 ore.
Quando, e se tornerà con il Presidente, gliele neutralizzeranno.
Bene, adesso sapete quanto serve per apprezzare al meglio 1997 Fuga da New York.
Una mappa modulare e tutto l’artwork del film
Il tabellone di gioco è esattamente l’isola di New York con 4 ponti per abbandonarla.
La mappa sarà costruita round dopo round, esplorando l’area e aggiungendo le Tessera Città o Central Park.
All’inizio della partita è solo nota l’ubicazione del World Trade Center, dove si trova il token del Gullfire con cui Jena è atterrato e la Biblioteca al centro del tabellone, dove partono tutti i personaggi.
Non solo Jena
Jena, ovviamente, non è l’unico personaggio di 1997 Fuga da New York. Gli altri Eroi giocabili sono il Tassista, Mente e Maggie.
Ognuno ha delle sue caratteristiche speciali e dovranno collaborare tra loro, ma ci torneremo a breve.
Nella confezione standard del gioco ci sono le classiche pedine con lo standee in plastica.
La scatola: New York
La Scatola, come ci piace chiamarla a noi, muove i Galeotti e i vari Boss che proveranno a mettere il bastone tra le ruote agli eroi mentre cercano di recuperare il presidente e lasciare l’isola.
Il Galeotto, la classe operaia della malavita, sono piccole minia rosse, mentre i 3 Boss, Romero, Duca e Slag, hanno uno standee come gli eroi.
Alla fine del ogni turno di un Eroe si attiva New York che, in maniera automatica, mediante un mazzo di carte muoverà Galeotti e farà cosacce.
Un sacco di carte
Davvero tante. Sono oggetti che possono essere trovati durante l’esplorazione, che fa molto Last Aurora, o eventi che possono verificarsi.
Come le azioni di New York sono gestite da un mazzo di carte, ogni giocatore ha un mazzetto per svolgere le proprie azioni (gestione della mano).
1997 Fuga da New York è molto asimmetrico in questo: ogni set di carte di un eroe è diverso dall’altro, con caratteristiche diverse.
Mente picchia sodo i Boss, Jena è un tank e il Tassista parte già con un auto che gli permette di correre velocemente attraverso Manhattan.
Collaborativo…
I giocatori per vincere si devono trovare all’inizio di un ponte con:
- Il Nastro
- Lo Schema del Ponte che intendono attraversare
- il Presidente
Esplorando le varie Tessere Città, ma soprattutto visitando i Punti di Interesse (POI) usciranno fuori delle Valigette (e la il Presidente stesso).
Qui trovate gli elementi elencati che permettono la vittoria collaborativa.
… ma anche no
Ad inizio partita vengono anche sorteggiate due carte per giocatore e tenute segrete. Soddisfare entrambe le condizioni è un modo per vincere da soli la partita.
Una carta indica un modo alternativo al passaggio per i ponti per lasciare l’isola (ad esempio mediante una zattera), l’altra l’oggetto da portare con sé.
Scegliete voi la vostra strategia di vittoria, ma portartela a termine prima che il timer si esaurisca e a Jena partano le carotidi.
Tutto questo ci porta a ragionare sul flusso di gioco.
Il tempo scorre
Ogni giocatore ha la sua plancia dove conserva gli oggetti che ha raccolto, comprese eventuali armi, e gli obiettivi personali. Ha poi il suo set di carte come visto poc’anzi.
Gli Eroi possono livellare, trovando oggetti e/o uccidendo Galeotti. Generalmente questo permette loro o di cambiare un’obiettivo personale, abilità estremamente utile, o aggiungere carte più potenti al proprio mazzo.
In ogni turno si giocano due carte che permettono di muoversi, combattere o attivare abilità.
Nessun dado per i combattimenti: si infliggono ferite in base al numero sulla carta.
Le carte giocate finiscono nel proprio mazzo degli scarti. Per farle tornare in mano tocca fare avanzare il timer ed ovvio che prima o poi sarete costretti a farlo.
Più forte meno, più forte verrò menato
Dopo il giocatore, tocca a New York, come abbiamo già visto.
L’inciso qui è solo per sottolineare l’astuta meccanica del Rumore, simile a quanto si vide già in Stronghold.
Ogni carta giocata da un giocatore aumenta il Rumore, ovvero i punti azione che New York avrà a disposizione nel suo Turno.
Se picchio come un dannato, darò un sacco di Rumore a New York, viceversa se gioco carte scrause.
In conclusione
1997 Fuga da New York lo provammo a Play in forma prototipale qualche anno fa, ma adesso parliamo di un gioco completamente diverso.
Il sistema di carte che gestisce New York, ovvero l’avversario comune, ricorda un po’ Last Aurora (di cui Mauro Chiabotto è l’autore, mentre nel gioco di oggi è lo sviluppatore).
Se cercate l’atmosfera proposta da Carpenter, la ritrovate davvero tutto, senza se senza ma.
Vincere non è così facile e a volte sembra impossibile
Siamo tutto sommato di fronte ad un gioco di esplorazione, quindi la mappa modulare governata dall’alea ci sta tutta. Questo fa sì che che a volte gli elementi da raccogliere siano sparsi per il tabellone, rendendo forse impossibile qualcosa di già complesso.
C’è anche da dire che, nelle partite che abbiamo fatto, i giocatori ci hanno messo sempre del loro per complicarsi la vita, puntando fin da subito alla vittoria in solitario.
Tra l’altro, anche in questo caso, dovrebbero comunque cooperare sfruttando i punti di forza di ogni Eroe visti prima.
Rileggetevi il nostro articolo sul Dilemma del Prigioniero.
Non gettate la spugna
Se si sceglie la via de “ognuno per sé” a volte potreste sentirvi frustrati e i vostri obiettivi potrebbero sembrarvi irraggiungibili.
Tenete conto che il gioco permette di cambiarli durante il corso della partita e gli oggetti possono essere rubati agli altri giocatori.
E’ importante conoscere il film?
Ve lo abbiamo detto all’inizio: conoscere la trama prima di sedersi al tavolo rende l’esperienza davvero appagante.
Tuttavia abbiamo giocato 1997 Fuga da New York anche con chi non aveva visto questo blockbuster e anche con chi fosse lontano dalle ambientazioni distopiche.
In entrambi i casi abbiamo avuto riscontri positivi, ma dovete comunque perdere una decina di minuti prima di spiegare il gioco per contestualizzare tutto quanto.
Non amo i collaborativi. Può fare per me?
1997 Fuga da New York, come buona parte dei prodotti che nascono da crowdfunding, è ricco di espansioni e varianti. Quest’ultime, già presenti nella scatola base, permettono di aumentare la longevità e cambiano alcune regole.
In particolare è possibile ridurre la possibilità di avere una vittoria cooperativa. La meccanica è furba, ma non la stiamo a spiegare.
Diciamo solo che può essere che il Presidente muoia, rendendo inaccessible la vittoria collaborativa.
Sarebbe interessante anche fare una capatina a Los Angeles…