Nagaraja è un gioco per due giocatori che in Italia è portato da Oliphante dal clima Tempio Maledetto di Indiana Jones.
Difficile dire su quale meccanica questo gioco si basi. Come vedremo nel corso dell’articolo gli autori hanno fatto un pot-pourri di diversi concetti.
Per inciso gli autori sono Bruno Cathala e Théo Rivière, che abbiamo già conosciuto.
Cathala infatti è un designer star. H partecipato alla realizzazione di 7 Wonder Duel e delle sue espansioni, Kingdomino, Il Piccolo Principe e Queenz.
Rivière invece ha elaborato alcune missioni delle scatole di Unlock!, che sono capisaldi del genere escape room. Era comunque anche nel team che ha creato Draftosaurus.
Ci vediamo alle porte del tempio alle conclusioni.
Nagaraja
Oliphante
Per 2 giocatori. Età 9+
Durata: 30 minuti
Costo: 30 eur circa
Una grafica che ti porta all’interno dell’ambientazione
L’uovo e la gallina
La diatriba se deve nascere prima la meccanica o l’ambientazione è arcinota e di difficile risoluzione.
Il contenzioso tra l’uovo e la gallina (noto come chicken and egg problem) è di più facile approccio.
Ascoltare e leggere l’intervista a Ignacy Trzewiczek, fra le altre cose curatore del blog Board games that tell stories, può dare un punto di vista.
Tornando a Nagaraja, troviamo buone idee sia nella meccanica che nell’ambientazione.
L’illustratore, Vincent Dutrait, fa un ottimo lavoro.
Tutto inizia dall’immagine sul coperchio dove è rappresentato un tempio indiano nella giungla monsonica.
Colori caldi, appiccicosi e forme orientali, anche per il carattere del titolo, che ci portano con Indiana Jones nel Tempio Maledetto.
Si va avanti all’interno della scatola con la stessa sensazione.
Un materiale ordinatissimo
Alzato il coperchio, dopo la prima partita ovviamente, trovate tutto il materiale ordinato (almeno dovrebbe).
C’è infatti un arzigogolato preformato in plastica, con alcuni fattezze indiane, che permette di ordinare lo “strano” materiale del gioco.
Torneremo sullo “strano”.
Comunque è talmente ben incastrato che l’editore ha visto la necessità di includere un foglio in bianco e nero che indicasse come riporre il materiale.
Gli elementi più grandi, sono i due tabelloni di ciascun giocatore, da 19 cm di lato.
Rappresentano l’interno del tempio e in pratica sono una griglia 3 x 3 dove si andranno a posizionare le Piastrelle.
Queste invece sono tessere di 6 cm di lato che rappresentano porzioni di corridoi. Possono essere curve a gomito, incroci a T e quant’altro.
Su tre lati della plancia si posizionano tre Reliquie per lato. Sono semplici tasselli di cartoncino che si posizionano coperti, in modo da celare la natura e il punteggio associato alla Reliquia.
Sono esattamente 9 per giocatore, non ne avanzano.
Non manca un mazzo di carte che vederemo avere una duplice funzione.
I Bastoncini del Fato: un colpo di classe
E qui passiamo alla prima trovata di Nagaraja, quello che spesso definiamo come effetto wow del gioco.
Ci riferiamo ai Bastoncini del Fato.
Sono di tre colori diversi. Il più piccolo misura 2 cm di lunghezza, mentre il più grande 6.
Sembrano bastoncini di cioccolata, soprattutto il più lungo, commercializzati da una nota marca di snack.
Nella maggior parte dei giochi, se si vuole introdurre un elemento casuale (random), si usano i dadi.
Come i ragazzi di History Games ci possono dire, ma anche come si legge nel libro di Bell, il dado è un’invenzione antica.
Tuttavia, alcune civiltà usavano anche bacchette di legno. Questa “usanza” è rimasta in certe culture.
In Nagaraja i Bastoncini del Fato sono dei rettangolini, tipo regoli che si usano alle elementari.
Possono riportare due tipi di risultati, un numero o un naga (una specie di serpentone). Il numero si ottiene come somma dei puntini visibili.
Un piazzamento tessere con interazione diretta
L’allestimento di Nagaraja è semplice. Una plancia a giocatore, tre Reliquie per lato, tranne quello blu, disposte casualmente coperte.
Lo scopo del gioco è posizionare le Piastrelle nella griglia in modo da creare una “strada” fra uno dei tre punti del lato blu e una Reliquia, che a quel punto viene rivelata col suo punteggio.
Ad ogni turno viene messa all’asta una Piastrella. I giocatori caleranno carte con uno stesso logo a loro piacimento.
Un’asta particolare
In questo modo possono scegliere quali e quanti Bastoncini del Fato posso lanciare.
Chi ottiene il punteggio più alto porta a casa la Piastrella. Chi ha ottenuto dei naga, può giocare carte dalla sua mano che possono ribaltare il risultato, come in un noto programma sui ristoranti.
Ci sono anche altri effetti che permettono di interagire direttamente anche sulla plancia avversaria.
Si può piazzare una tessera con una voragine, oppure muovere delle Piastrelle già piazzate.
Se il collegamento fra l’entrata e una Reliquia è interrotto, quella torna ad essere coperta.
Interazione indiretta e diretta
Molti piazzamenti tessere sono per lo più solitari di gruppi. Se l’autore ci fa attenzione, possono essere introdotti elementi di interazione indiretta.
Ad esempio, spesso, da una riserva comune, si scelgono le tessere. Ci si può ostacolare quindi uno con l’altro rubando le tessere che più servono all’avversario.
Qua l’interazione, come abbiamo visto, è diretta. Puoi effettivamente danneggiare l’avversario muovendo sue tessere e scombinando le carte in tavola.
Inoltre, non ne abbiamo ancora parlato, alcune Reliquie sono Maledette: se se ne scoprono tre, di perde di colpo la partita.
Un simpatico link sulle Bacchette del Fato
Girovagando su BGG abbiamo trovato un simpatico link, immaginiamo da un utente del subcontinente indiano.
Ci parla del modo corretto di lanciare i Bastoncini del Fato, che a lui sono noti come gioco di infanzia.
Sempre su BGG potete scaricare il regolamento, che un utente ha condiviso.
In conclusione
Nagaraja è un gioco per 2 giocatori di Oliphante che prende il nome da una figura dell’Induismo.
In questo periodo solitari e giochi di questo tipo sono da tenere in considerazione.
Parliamo di un gioco di posizionamento tessere dove bisogna creare una connessione fra due punti (network building).
Importante anche la gestione della mano di carte in modo da essere sempre, con un sistema di “aiuta la tua fortuna” (push your luck), pronti a vincere un’asta per una Piastrella.
Alta l’interazione dei giocatori, non solo per la citata meccanica dell’asta, ma anche diretta mettendo le mani sul percorso avversario.
I Bastoncini del Fato come “gestori” della casualità del gioco sono un elemento elegante che aiuta nel trasmettere l’ambientazione etnica del gioco.
Questo aiuta a percepire l’ambientazione, insieme ad un’ottima grafica, dove l’unico elemento un po’ inverosimile è dato dal prologo del regolamento.
Per creatori di reti, anche non in lockdown
In questo periodo è comodo avere un gioco per 2 giocatori a scaffale. Un gioco come Nagaraja è anche ben strutturato e si può giocare anche non solo come ripiego.
In effetti se amate costruire reti e pianificare le vostre mosse, ma con qualche elemento di casualità “controllata”, allora questo titolo fa per voi.
Volete anche voi partire per la giungla indiana? Andate da Get Your Fun per il vostro biglietto.