Quando incontrai Ignacy Tricewky sembrava avessi 10 anni e mi trovassi al concerto dei One Direction.
Lingua felpata, salivazione azzerata.
Spero di fare una figura meno barbina con Shem e Sam all’ultima Play.
Mi preparo i gadget, Sara sta col dito sull’app della fotocamera e mi dirigo verso lo stand della Fever Games, dove da lontano gli ho scrutati a fianco al tavolo di Maestri d’Ascia in attesa di farlo provare.
Meglio che passo a parlarvi del gioco: il mio proposito di presentazione brillante è fallita dopo poco, con punte di imbarazzo quando lo smartphone non apriva la pagina di Volpe Giocosa.
Tempo di lettura 6 minuti
Come tutti sanno, Maestri d’Ascia è una versione redux (sarebbe da dire rivista) dell’omonimo capitolo della trilogia del Mare del Nord.
A detta dello stesso Shem Phillips, che lo scrive all’interno del regolamento, Maestri d’Ascia aveva delle imperfezioni che non si potevano perdonare e che lo poneva un gradino sotto al resto della produzione delle trilogie medievali.
Noi non abbiamo giocato alla versione precedente, quindi nell’articolo non troverete un confronto con la prima versione.
Vi lasciamo in questo senso nel box dei link con qualche riferimento in modo possiate condurre questa ricerca da soli.
Invece prendiamo ascia e chiodi e procediamo a costruire le nostre navi.
Maestri d’Ascia del Mare del Nord
di Shem Phillips
Fever Games
Da 1 a 5 giocatori. Età 13+
Durata: 1 ora
Costo: 50€ circa
Una valanga di carte ben ordinate
Maestri d’Ascia è sostanzialmente un gioco di carte. Ne trovate circa duecento all’interno della scatola. L’iconografia è la solita che avete visto in altre opere e con il tipico tratto di Mihajlo “The Mico” Dimitrievski.
Insieme alle carte troviamo una plancia comune per ospitare tre tracciati e, ormai che eravamo lì, trovare spazio per alcuni mazzetti di carte.
Anche ogni giocatore ha una sua plancetta che ha sostanzialmente lo stesso scopo, ovvero fornire degli spazi per la posa di 5 carte.
Carine come sempre le risorse sagomate.
Sono di 4 tipologie diverse, senza includere in questa categoria le monete e i Lavoratori. Quest’ultimi in effetti hanno un ruolo ambivalente nella meccanica di gioco.
Runesaga era una piccola espansione che all’epoca era disponibile per la prima versione di Maestri d’Ascia. Nella versione redux sono state incluse nuove Runestones per rendere il gioco compatibile con l’espansione citata.
Da soli nella darsena
Diciamolo subito: Maestri d’Ascia è un solitario multigiocatore al massimo livello.
Generalmente è un aspetto che si odia o si ama. C’è chi vuole un’interazione forte con gli avversari, chi invece preferisce coltivare il suo orto senza subire cattiverie o ingerenze altrui.
Questa caratteristica fa il sì che il gioco si adatta, naturalmente, al numero di giocatori e che anche il setup sia grosso modo lo stesso, indipendentemente dalle persone sedute attorno al tavolo.
Vale grosso modo anche per il gioco in solitario, dove si possono aggiungere fino a quattro Carte Nemico ad inizio partita per aumentare il livello di difficoltà, tramite regole che limitano la libertà d’azione del giocatore.
Si inizia così con un risicato numero di risorse e la propria plancia rettangolare che rappresenta il proprio villaggio.
È più che altro il cantiere navale dove le Navi attendono le risorse per essere costruite.
Sopra la plancia c’è invece, virtualmente, il mare. E’ qui che si posizionano le navi una volta costruite. Si inizia con già una Eikja.
Sotto la plancia (sembra lo scioglilingua della capra) si piazzano gli Edifici costruiti e, con una meccanica simile a quella vista in Viandanti a Sud del Tigri, ogni costruzione potrà ospitare un Artigiano, un Cittadino o un Jarl, mettendolo sotto e facendo uscire solo il rettangolo con le sue abilità.
Ma procediamo con ordine.
Come si gioca
All’inizio turno, mediante un draft, si arriva ad avere una mano di 6 carte. Simultaneamente ogni giocatore gioca la sua Fase Azioni in autonomia e in contemporanea agli avversari, che lo porterà a spendere tutta la sua mano.
In effetti l’uso multiplo della carta è una delle meccaniche principali di Maestri d’Ascia.
Innanzitutto ogni carta può essere semplicemente scartata in cambio delle risorse indicate.
Oppure possono essere costruite, pagando le risorse e alloggiandole nell’appropriata “riga” secondo quando visto prima.
Artigiani e Cittadini possono essere giocati one shot oppure, come dicevamo, messi in un Edificio in modo forniscano le loro abilità per il resto della partita.
La costruzione delle Navi ricorda un po’ il principio di costruzione degli edifici di Architetti del Regno Occidentale. Oltre al costo in risorse, infatti, è necessario avere artigiani che abbiano le abilità che la carta richiede.
Maestri d’Ascia prevede anche un piccolo piazzamento lavoratori: alcuni edifici, e alcune aree sulla plancia, hanno degli spazi dove si può giocare un Lavoratore.
Se giocato qui, e quindi non come risorsa, tornerà fra la disponibilità alla fine delle Azioni.
I tracciati
Avevamo detto ci sono tre tracciati, Militare, Commercio e Fama, che sono il punto di contatto fra i giocatori.
Alla fine del round per ogni tracciato viene consegnato un personaggio speciale, un Eroe, a chi è più avanti. Quando si raggiungono certi valori si ottengono carte bonus, Razzia, Commercio e Miglioramento, a seconda del tracciato.
Il gioco in solitario segue lo stesso flusso di gioco. Un automa, il Rivale, avanza automaticamente sui tracciati seguendo simboli stampati su alcune carte.
In conclusione
Maestri d’Ascia è l’ultima produzione localizzata di Shem Philips e allo stesso tempo la più vecchia.
Non avevamo mai giocato all’edizione base e questa redux ci dà l’opportunità di recuperare questo tiolo della Garphill Games.
Dicevamo un solitario multigiocatore dove la fase di gioco della carta può essere condotta in contemporanea. Confrontandoci all’interno della community, nessuno lo gioca così.
Non tanto per mancanza di fiducia nell’altro, ma per verificare non ci siano errori involontari e anche per condividere la giocata.
Troviamo così chi gioca una carta alla volta oppure tutta la mano per poi passare ad un altro giocatore.
Questa seconda opzione è forse quella più comoda. L’abilità principale richiesta da Maestri d’Ascia è quella di “combare” (combo) le 6 carte prese al draft tra loro e con le carte già presenti sulla plancia.
Quando ci si riesce, Maestri d’Ascia trasmette al giocatore un profondo senso di soddisfazione.
Ecco quindi che giocare tutte le Azioni insieme permette di non perdere il filo e qualcuno osservi la giocata è necessario per verificare la correttezza degli incastri.
È evidente che questo approccio prolunga la durata del gioco, considerando che le partite tendono ad allungarsi con l’aumentare dell’esperienza dei giocatori, i quali esplorano nuove combo, o in presenza di pensatori seriali (paralisi da analisi).
Le partite in solitario, sia perché il gioco è “naturalmente predisposto” sia perché nessuno pungola e mette fretta, sono una delle più rilassanti esperienze ludiche disponibili in questo senso.
Un rifugio contro queste giornate afose.
14 Luglio 2024