Consueto report che vi proponiamo, salvo impicci, ogni volta che partecipiamo a un Long Day Play.
Quello di domenica non è stato in realtà il consueto format al quale ci ha abituato GdT Roma Players, bensì un’edizione ridotta.
Ridotta si fa per dire.
Dalle 14.30 fino alla fine delle ostilità che, considerando i giochi proposti, ha significato oltre orario di cena.
Tutto questo nell’esordiente cornice del Mercure Hotel Leonardo da Vinci.
E finalmente parlo di Hegemony.
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Vi risparmiamo l’organizzazione di Volpe Giocosa che, modestia a parte, ha programmato la trasferta con partenza da metà mattina abbinando all’evento ludico quello gastronomico.
Riconfermata, tra l’altro, la squadra di Play 2024, con due amici della Pila degli Scarti.
Loro hanno giocato a Through The Ages, gioco che ci sta facendo fare le ore piccole su BGA.
Sara dimostrava al Gioco Libero, attività sempre disponibile a questi eventi, così come in quelli proposti dalla Tana dei Goblin di Anagni.
Il vostro Affezionatissimo ha potuto invece giocare a Hegemony dal vivo, dopo uno “studio matto e disperatissimo” e alcune partite al computer di casa.
Tutti gli argomenti trattati
Scegliere il tavolo è stato abbastanza complicato, in quanto c’erano anche posti prenotabili a Fire in the Lake, per alcuni il COIN per eccellenza, e un nutrito gruppo di prototipi anche di star designer.
Tuttavia giocare il Magnifico 2024, sebbene non sia un gioco così complicato, è piuttosto inusuale, mentre chi vi scrive ha già giocato altre volte COIN.
Nelle prossime righe vi racconterò un po’ questa partita. Poco prima delle usuali conclusioni trovate una serie di link.
Nel caso non conosceste Hegemony darci una scorsa può agevolare la lettura dell’articolo.
Una sala gremita
All’arrivo in sala c’è quella maretta che c’era all’università al cambio ora. Prima dell’evento, infatti, giocava la Federazione Italiana Wargame.
Ne approfittiamo per andare in bagno a metterci la divisa e darci una rinfrescata, così come Superman faceva nella cabina telefonica (probabilmente anche lui si dava il deodorante, soprattutto se aveva già sotto la tuta. O comunque avrebbe dovuto farlo).
Quando arriviamo al tavolo è rimasto solo il posto del Capitalista. Sarebbe stata la seconda scelta, preferendo probabilmente la classe Operaia.
La classe Media è, a nostro avviso, la più incasinata, in quanto ha mezzi problemi del Capitalista e mezzi degli Operai.
Lo Stato è in mano al dimostratore ed è probabilmente la scelta più opportuna.
I buoni propositi
Ok, rifacendosi ai suggerimenti dello stesso autore, segniamo da parte a cosa è opportuno prestare attenzione. Hegemony non offre un solo modo per raggiungere il proprio obiettivo, ma ci sono delle condizioni ovviamente sfavorevoli da evitare.
Ecco che annotiamo sullo smartphone di votare per abbassare le tasse e aumentare i dazi per le importazioni.
Se la finalità del primo proposito è abbastanza intuitiva, il secondo è più sottotraccia.
Aumentare i dazi fa sì che sia più conveniente acquistare i Beni di Lusso e il Cibo all’interno della “nazione”, acquistando queste risorse dal Capitalista (che siamo noi!).
Una legge che viene approvata subito nelle battute iniziali, che condizionerà un po’ l’intero andamento della partita, è il blocco dell’immigrazione.
Piuttosto tragica. All’incirca per mezza partita c’è stata penuria di Lavoratori, nonostante lo Stato avesse aperte solo tre attività.
Fai cartello, fintanto il cartello non ti cade in testa
All’inizio mi sono accordato con la classe Media per proporre un salario al minimo sindacale, che era uguale al livello intermedio (L2) previsto dal gioco.
In un frangente questo livello è salito e, quando risceso, la classe Media ha continuato comunque a offrire stipendi più vantaggiosi dei miei.
Ritira inoltre alla prima occasione possibile i suoi Lavoratori dal nostro Fast Food e dal nostro Hotel per farli lavorare in proprio.
Non rimaniamo a guardare.
Hegemony prevede che ci siano attività automatiche, ovvero che non necessitano Lavoratori per produrre.
Una di queste è l’Industria di Componenti Elettrici, che ha anche un costo decente.
Inoltre la carta Progresso Tecnologico consente di attrezzare le proprie industrie con macchinari, così che i pochi Lavoratori ingaggiati siano più produttivi.
L’azione Bonus, infine, permette con qualche spicciolo di evitare l’esodo dei Lavoratori presso attività più “generose”, come quelle dello Stato e della classe Media.
Una piccola tigre
Insomma, fra penuria di Lavoratori, Tasse e Salari sempre nello slot centrale, i Profitti salgono piano, e di conseguenza il punteggio.
Il giocatore Capitalista non si deve scoraggiare.
Il suo sistema di punteggio è esponenziale, con pochi avanzamenti nel tracciato nei primi turni, dove sostanzialmente investe, e più considerevoli nella fase finale della partita. I punti, infatti, si calcolano non sul Profitto di quel turno, ma sul denaro nel Capitale.
In un mondo dove Operai e classe Media pensano poco alla propria Prosperità e lo Stato li coccola, facendo punti, con sussidi a buon mercato e a volte gratuiti, il vostro Affezionatissimo si trova con i magazzini pieni di cellulari che nessuno compra.
Avere alzato i dazi serve a poco.
La classe Operaia già si dissangua per comprare Cibo, il cui prezzo è stato opportunisticamente alzato, e la classe Media vive di quello che produce.
Siamo in pratica diventati un’azienda dell’Est asiatico che sforna cellulari rivolti al mercato estero.
Ormai questa è la mission aziendale, anche quando, ormai negli ultimi round, inizia a salire la disponibilità di manodopera, che comunque non è qualificata.
Soluzioni win-win
I round vanno avanti con uno Stato che incassa un sacco di punti.
È molto attento ad accontentare tutti allo stesso modo e tutti prendono a piene mani i sussidi che elargisce.
Anche la classe Media, sebbene non voglia far fare punti allo Stato, si trova sovente ad accettare con riluttanza denaro e Influenza.
È questo il giocatore più aggressivo che tenta di manipolare “le parti sociali” a sua convenienza (e questa caratteristica non ha qui alcuna accezione negativa, ma afferisce solo allo stile di gioco).
Di contro ho un atteggiamento passivo: avvio poche attività, tanto non ci sono lavoratori, mentre cerco di evitare di uscire con le ossa rotte dall’agone politico.
E’ forse lo stile che ha pagato di più, in particolare quando la classe Operaia si è sentita raggirata dalla classe Media. E in tutto questo lo Stato macina punti.
Il colpo di coda finale
La partita volge al termine con uno Stato che ha preso il volo, nonostante la Politica Fiscale che apre tutte le sue aziende e permette agli altri giocatori di attingere, mediante carte, alle sue casse.
L’obiettivo era quello di far intervenire il Fondo Monetario Internazionale, come ultima disperata mossa.
Chiedo Sovvenzioni alle Imprese per questo motivo, mentre con la Exit Strategy smantello la Clinica Privata, che non operò mai a causa di mancanza di personale medico.
In questo modo ci faccio qualche soldino.
Colpo di coda finale (ma è lecito?): nell’ultimo round chiamo una votazione istantanea per portare il Salario minimo al livello più basso (L1).
Il colpo gobbo passa e di conseguenza livello al minimo tutti gli stipendi.
Una mossa probabilmente meschina che permette di risparmiare qualcosa sugli stipendi, in uno Stato centrista che privilegia la classe Media.
In conclusione
Erano le nove e trenta quando mi sono alzato dal tavolo.
Non mi sono neppure accorto che sono rimasto incollato su quella sedia per praticamente 5 ore consecutive.
Il racconto della mia partita ad Hegemony non ha lo scopo di illustrare il gioco. Parliamo di un titolo totalmente asimmetrico, motivo per il quale la spiegazione porta via un’oretta mentre si istruisce un giocatore alla volta.
E questo nonostante il passo tenuto dal dimostratore e la partecipazione di giocatori assidui.
Di per sé Hegemony non ha neppure un regolamento difficile: gioco una carta e, o compio l’azione descritta o scelgo fra il set di azioni a disposizione della mia fazione.
A tratti può sembrare calcoloso: devi tenere un po’ di contabilità per capire quanto spenderai in stipendi e quanto in tasse secondo la normativa vigente, considerando anche il Moltiplicatore delle Tasse.
Per fortuna, come si legge nel diario di sviluppo, i numeri sono tenuti bassi e organizzati in modo non venga il mal di testa. L’applicazione, sebbene ancora tutt’altro che perfetta, mi ha dato un aiuto nella ragioneria.
C’è anche una componente di aleatorietà, caratteristica non difetto.
Essere incastrati con carte che non si possono giocare perché non soddisfano un pre-requisito può essere frustante, ma ci sono sempre valide alternative e le azioni sembrano sempre poche.
Ma sicuramente l’aspetto più entusiasmante di Hegemony è la sua capacità di simulare il contesto sociale e le interazioni, in tutte le loro sfaccettature, che le classi possono avere tra loro.
Questo è un po’ il messaggio che si voleva far passare in questo racconto, dove è stato possibile riportare solo alcune delle meccaniche che si sono create.
Insomma, l’esperienza di Varnavas Timotheou in questo campo specifico arriva tutta al giocatore, così come quella di Vangelis Bagiartakis di “meccanizzare” il gioco, evitando che diventi un mapazzone inverecondo, ma anzi il Magnifico 2024 (e non solo).
Sapranno replicare questo successo in World Order?
26 Giugno 2024