Ci sono giochi di cui adori l’ambientazione. Però poi scopri che quella lore la conosci, o la apprezzi, solo tu.
E quindi diventa improbabile che giocherai quel titolo col tuo gruppo e ti arrabatti un po’ su Internet.
Poi, forse complice anche Villeneuve, il tema di Dune diventa tutto a un tratto popolare.
Un po’ come accaduto per il Signore degli Anelli con la sua trilogia. Ed ecco che la Cosmic Games ristampa il “vecchio” Dune della Avalon Hill.
Tempo di lettura 8 minuti
Se sei un amante dell’universo di Herbert, Dune ti acchiappa già dal tabellone.
E noi lo siamo (si veda lo zibaldone con tutti i giochi a tema Dune, almeno prima dell’arrivo del film)
La plancia è una mappa del Polo Nord di Arrakis, la stessa che si trovava nel librone della Cosmo Serie Oro.
Inoltre è altamente asimmetrico, così come le fazioni all’interno della saga concorrono per obiettivi diversi.
Certo che giochi di questo tipo richiedono un certo impegno, ma ci torneremo dopo.
E più semplice raccontare qualche passo di questa partita a sei giocatori che si è svolta l’altra sera.
Dune – Il gioco da tavolo
di Bill Eberle, Jack Kittredge e Peter Olotka
Asmodee Italia
Da 2 a 6 giocatori. Età 14+
Durata: 2 ore
Costo: lo trovate su Get Your Fun
Il vero Dune
Tutto apparecchiato, il vostro Affezionatissimo si siede davanti alla Gilda Spaziale. Paul Atreides non lo abbiamo mai sopportato e i Fremen sono i suoi amici.
Lo scopo del gioco, quello comune, è intuitivo: conquistare 3 luoghi strategici di Arrakis, fra città e sietch principali.
La Gilda ha poi un altro obiettivo, alternativo e personale: se alla fine dell’ultimo turno, il decimo, nessun’altra fazione ha vinto, allora si porta a casa la vittoria.
Sembra una condizione senza senso, ma invece calza con la lore.
Alla Gilda non interessa chi controlli Dune, ma la spezia deve scorrere (tagline del film di Villeneuve, riletta un po’ a pappagallo dai fan dell’ultimo minuto).
Di conseguenza anche le altre abilità della Gilda hanno un senso: pagare meno i trasporti e prendere gli incassi dagli altri giocatori per posizionare le loro truppe sul pianeta.
Questa tematizzazione è presente in ogni frazione: gli Atreides hanno la prescienza, l’Imperatore prende gli incassi dalla vendita degli Intrighi e le Bene Gesserit sono subdole.
I Fremen conoscono il deserto e, essendo autoctoni, non pagano la Gilda per schierare truppe.
Capire la propria fazione
Dune è uno dei pochi giochi dove il vostro Affezionatissimo ha trovato che i consigli del Player Aid sono utili.
La Gilda ha leader scrausi e rifocillare i suoi ranghi è costoso.
Quindi meglio evitare confronti muscolari nei primi turni, ma lasciare che gli altri giocatori paghino i trasporti su Arrakis, così da fare cassa.
Tutta al più, un come al Lotto, ci si può avventurare ai bordi del deserto, sperando avvenga un’esplosione della spezia in prossimità.
Anche quando il Bene Gesserit ha occupato il quartier generale della Gilda, Tuek’s Sietch, questi hanno ripiegato senza colpo ferire.
La spezia deve scorrere.
Le alleanze
Dune prevede la possibilità di allearsi quando esce la carta del Creatore.
Ora, seduti a fianco abbiamo gli Harkonnen.
Ve li potete immaginare: il loro scopo è menare. Menare pesantemente.
Meno scaltri della Gilda, meno mazzarini del Bene Gesserit.
Le alleanze in Dune, rispetto a Diplomacy ad esempio, non sono gentlemen agreement, ma normate dal regolamento, con condivisione di abilità speciali.
Perché non allearsi con loro?
Un vantaggio reciproco: loro ricevono più flessibilità negli spostamenti e la Gilda più supporto negli scontri.
Il tempo scorre: quello che vogliamo
Il gioco va avanti, con il Bene Gesserit che, impressione nostra, manipola l’alleato Imperatore facendolo schiantare in combattimenti dove gli Harkonnen gli decima i comandanti.
La Gilda non interviene in nessuno scontro, ma finanza gli Harkonnen.
Fintanto che non esce la carta Trota delle Sabbie, che spezza le alleanze, come da regolamento.
A quel punto mantenere lo status quo è ancora più importante.
Il Bene Gesserit, con grande sforzo, controlla Sietch Tabr ad Ovest.
Ma dal cielo piovono 8 unità della Gilda iper-dopate di spezia e pronte ad un attacco suicida.
Sietch Tabr è ora sgombro da qualsiasi unità, la parità ristabilita.
Le “Atomiche di Famiglia” fanno anche saltare il Muro Scudo, cosicché Arrakeen e Carthag non sono più protette dalle tempeste. In quelle regioni ci penserà ora il deserto a fare piazza pulita.
E la spezia scorre.
Alcune considerazioni
Dune ha qualche anno.
Lo si vede sotto diversi aspetti. Giochi con una durata così lunga e così asimmetrici sono rari (Root ha diverse fazioni, ma è più breve).
Non è né un bene né un male, ma il mercato richiede meno questa tipologia di giochi e si cerca di sparare al bersaglio grosso: giochi dove si è “competenti’ fin dalla prima partita e che la durata sia compatibile con un dopocena.
Tant’è che esiste una versione di Dune semplificata più XXI secolo, ma che, stando alle voci, non coglie tutte le sfumature dell’originale del ’79 (la cui versione del 2020 è la fotocopia).
La componentistica
Sono un male invece i materiali e la sempre invocata ergonomia.
Venti unità ciascuna di valore 1, tra l’altro in cartoncino, senza moltiplicatori o altro (forse avrebbero incasinato di più il ricircolo delle truppe attraverso le vasche Tleilaxu?).
Il tabellone stesso alla fine ripropone sì la mappa originale di Arrakis, ma alcune regioni sono talmente piccole che è complesso piazzarci i token.
Ok la nostalgia, ma una rinfrescata non avrebbe guastato.
Eppure anche con “Dune: un gioco di conquiste e diplomazia“, l’occasione non è stata colta.
Alcune meccaniche… macchinose
Tornando sulla meccanica, il gioco è magari lungo ma lineare, anche nei combattimenti.
Il sistema della disposizione delle truppe segrete con la ruota è carino (lo stesso sistema di asta di Dog Park).
Ma anche questa meccanica allunga la partita e coinvolge solo pochi giocatori al tavolo alla volta.
L’abilità speciale degli Atreides, che richiede si tracci su un foglio ogni carta Intrigo messa all’asta, è un inno alla macchinosita’.
Nelle dinamiche del gioco ci sta tutto, ma obbliga il giocatore a un bookkeeping pesante, quasi un lavoro da Ufficio Anagrafe. Tenete conto che se avete raggiunto il numero massimo di carte in mano, nemmeno partecipate all’asta. È quello il momento per fumare una sigaretta o dare una controllata al bagno.
Infine Dune è sì esente dal problema della player elimination, ma se sbagli qualche mossa, ti trovi privo di spezia e con i tuoi uomini nelle vasche Tleilaxu (leggasi cimitero).
Due utili home rule
Dune offre una modalità di Gioco Avanzato che complica di poco le cose, ma aggiunge profondità all’ esperienza.
In realtà, nell’introdurla, il manuale si incarta.
Ma ecco che Salvatore Ricco, con due sue home rule, ci toglie le castagne dal fuoco.
La versione avanzata suggerisce di girare due carte nell’ esplosione di spezia.
Questa variante arricchisce Arrakis di spezia da mietere, ma allo stesso tempo c’è il rischio che escano più carte Shai-hulud nello stesso turno.
Ora, l’uscita di questa carta, che rimescola le alleanze, è un po’ il sale del gioco.
È un peccato sprecare queste occasioni: moltiplicare di x1.5 il valore indicato sulla carta garantisce più spezia, ma meno spreco di momenti dove si prendono “decisioni potenti”.
C’è anche un conseguente ribilanciamento su un’abilità degli Atreides, ma bisogna conoscere il gioco per apprezzarla.
Semplificare il calcolo delle battaglie
Abbiamo infine visto come la spezia aumenti la capacità in battaglia delle proprie unità in battaglia.
Beh, lo “spice doping” è una possibilità introdotta nelle regole avanzate.
Solo che, con le regole ufficiali, escono valori non interi (la botta finale del bookkeeping).
Con questa home rule so inseriscono le truppe nella ruota, con attenzione ai Sardaukar che valgono 2. La spezia non va nella ruota e quella data alle truppe d’élite dell’Imperatore vale doppio.
Ricordate che anche i Leader, con questa regola, hanno il doppio della forza nominale.
Solo numeri interi, semplicemente valori raddoppiati, e nessun impatto sull’equilibrio delle battaglie, che rimangono matematicamente le stesse.
In conclusione
Dopo queste ultime osservazioni penserete che il vostro Affezionatissimo non sarebbe disponibile a giocare di nuovo a Dune.
Invece no.
Sicuramente serve ritagliare più tempo, conoscere bene anche le fazioni avversarie tanto quanto la propria e… amare il ciclo di Dune.
Tuttavia, nonostante le critiche precedenti, questo gioco non dà quella sensazione di antiquariato che dà Hero Quest.
L’altra sera la compagnia era giusta, ma intavolare Dune è un’esperienza rara.
Bisogna essere obbligatoriamente in 6, c’è poco da discutere, così come in 4 ad Hegemony.
Dune vi chiede tanto, ma vi ripaga
E se ad Hegemony chiunque paghi le tasse ci può entrare nel mood, per essere disponibili a impegnarsi su Dune bisogna conoscere il libro.
Il film, per quanto visto fino ad oggi, non è sufficiente.
I personaggi, le asimmetrie delle fazioni e gli eventi, si apprezzano solo se si conosce il ciclo della spezia e la politica dell’Impero. L’evento “Atomiche di Famiglia” si capisce solo se si ricorda come nella lore fosse vietato usare atomiche contro le persone, ma il Muad’Dib le lancia contro il Muro Scudo per entrare con legioni Fremen cavalcanti vermi.
Difficile trovare qualcuno che dedichi 4 ore al gioco senza che possa cogliere questa sfumatura.
Se volete, in questo senso, l’ambientazione è sia il punto di forza che il punto debole del gioco.
Ma se siete dei vari fan, probabilmente Dune Imperium vi va stretto, sebbene lo intavolerete più spesso.
Qui di seguito vi proponiamo una lista di giochi qui citati o inerenti questo articolo.
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30 Settembre 2023
(home rule: 8 Ottobre 2023)