Negli Anni 60 Stati Uniti e Unione Sovietica, in piena guerra fredda, competevano in quella che è ricordata la Corsa allo Spazio. L’obiettivo principale era portare il primo uomo sulla Luna. In 1969 rivivremo, o ci proveremo, quegli anni. Oltre a zio Ivan e zio Tom, sono aggiunte anche altre nazioni per arrivare ad un massimo di cinque giocatori.
1969
Cranio Creations
Da 2 a 5 giocatori. Età 10+
Durata di una partita: 90 min
Prezzo: circa 30 eur
All’apertura della scatola ci troviamo di fronte il tabellone, un mazzo di carte, un usuale sacchetto di cubetti colorati e una manciata di bandierine come token, divise per nazioni.
Il motore del gioco è costituito da 5 dadi a 6 facce, dove possono uscire dischi colorati, rossi, verdi o blu. Eleganti le banconote per investire in ricerca, ma la parte più carina è il razzetto in cartone.
Vincere la corsa alla Luna
Lo scopo del gioco è guadagnare maggior prestigio, espresso in punti, rispetto agli altri giocatori. Per farlo bisogna sviluppare tecnologie tramite missioni. Alcune di queste sono più semplici, mentre il volo di andata e ritorno verso la Luna è quello che consente il maggior numero di punti.
Assolda la tua squadra di ricerca
Ogni giocatore è dotato di due plance, una che mostra la base di controllo e l’altra il vettore (sì..il razzo). Ciascun “reparto” può essere presidiato fino a due scienziati, gli amici cubetti. Le teste a uovo sono ingaggiate grazie ai fondi che ogni anno (turno) i giocatori ricevono. Sul tabellone sono disegnate le missioni. Per farla breve, una nazione sceglie quale compiere in quel turno, paga la spesa necessaria e lancia i dadi. Il razzetto avanza di tanti spazi quanti sono i verdi più i ricercatori dediti a quella disciplina. Più avanti nel percorso, più punti prestigio si imbottano in quel turno. Semplice. Lineare.
Le carte, la differenza fra scienziati famosi, esperti e spie, buttano un po’ di condimento nel gioco, senza alterare più di tanto quanto descritto per questo 1969.
Il gioco dell’oca spaziale?
Al 90% se vi siete avvicinati a questo gioco è perché vi affascina lo spazio . Per la stessa ragione, al 90% vi allontanerete da questo gioco. Sì, ok, il gioco è semplice e veloce e si spiega in 10 minuti. Ma se pensate di sentirvi coinvolti nella corsa allo Spazio, allora beh…non ci siamo. Il gioco, complice forse anche i cubetti, sembra per lo più astratto. Non che sia un difetto, ma magari non ve lo aspettate. Alla fine saranno solo simboli e colori a guidarvi, e la vostra pedina avanzerà in base al numero dei dadi. Non che sia avulso da considerazioni strategiche, ma sono davvero poche rispetto al “lancia e conta”. Nella meccanica dei “push your luck“, Catan è probabilmente da preferire a 1969. Per il resto il gioco diverte e vedrete che una partita scorrerà in fretta.