Cardboard Edison Award: la nostra esperienza da giudici

Conoscemmo Cardboard Edison perché giocammo a un gioco dei loro fondatori, Chris e Suzanne Zinsli.
Il titolo in questione è Ceylon, che ancora giochiamo.
Anzi, ci incuriosì al punto di intervistarli.
Da allora nacque una collaborazione fra la Cardboard Edison e Volpe Giocosa, che ci ha coinvolti nel Cardboard Edison Award.

Tempo di lettura 5 minuti

Fummo onorati quando ci insignirono del ruolo di giudici per il loro Cardboard Edison Award.
E’ un contest dove gli autori mostrano i loro prototipi e li sottopongono ad una giuria di varia estrazione.
Inutile sottolineare come sia stato difficile nel 2020 gestire cose di questo tipo.
Tuttavia i ragazzi di Cardboard Edison hanno davvero fatto un ottimo lavoro organizzativo, supportati anche da concorrenti e da giudici motivati.

Che giochi partecipano

E’ una competizione che va avanti dal 2016. Sulla pagina del concorso trovate tutto archiviato riguardo le passate edizioni e quanto serve per partecipare alle prossime.
Uno degli aspetti che più abbiamo gradito, oltre alla disponibilità di tutti, è la trasparenza.
Sarà per qualità di questo tipo che raccoglie un sacco di partecipanti da tutto il mondo.
I prototipi proposti hanno diverso livello di maturità. Alcuni sono poco più di un’idea, altri si vede essere pronti per essere presentati ad un editore o proposti tramite crowdfunding.
Tuttavia si è invitati a non farsi irretire da qualche componente wow, ma di valutare la “sostanza” del gioco.
Questo è stato sicuramente il proposito di Volpe Giocosa.

Il Redattore ci ha messo la faccia: eccolo nella giuria (credit: cardboardedison.com)

La nostra esperienza come giudici

Autorità, autorevolezza e gestione di un “potere”, seppure minimo

Questo paragrafo ci permette di fare un piccolo excursus.
Essere giudici attribuisce un potere. In qualche misura, avevamo il potere di decidere, ovvio non solo noi, chi potesse andare avanti e chi no.
Sebbene a molti piace avere questa autorità (a volte senza chiedersi se si ha l’autorevolezza), per noi è stata anche una responsabilità.
Si trova qualcosa in proposito ne “Il giorno della civetta” di Sciascia, dove si parla sull’impiego dell’autorità.
Passo che viene ripreso anche in questo pdf del corpo dei Carabinieri.
Questo approccio spiega perché abbiamo preso il nostro ruolo sul serio.
Per inciso, nel passato, molti di Volpe Giocosa sono stati dei giudicati.
Un esame all’università, un colloquio di lavoro, non importa. Una circostanza comunque dove si è stati giudicati, spesso con superficialità, da un qualcuno che non vedeva la persona dietro il candidato.
Anche mancanza di empatia, se vogliamo.
Questo pensiero giustifica, se ce lo concedete, l’atteggiamento di Volpe Giocosa di non dare voti ai titoli pubblicati.
Questa scelta viene spesso vista come pavidità, ovvero non voler inimicarsi quell’autore o editore.
Preferiamo anzi indicare la nostra esperienza e secondo noi a chi può piacere quel determinato gioco.
Qua la situazione era diversa per due motivi: erano i partecipanti a chiedere di essere giudicati e c’er aun feedback diretto fra giudicato e giudicante, con le good vibes di cui sotto.

Il nostro lavoro

Avendo solo di recente, forse, colmato il gap tecnologico che ci divideva dai nostri contemporanei, non abbiamo potuto supportare il Cardboard Edison Award come avremmo voluto.
Gli organizzatori ci hanno inviato anche copie fisiche dei titoli finalisti, per coinvolgerci, ma la burocrazia doganale ci ha ostacolato.
Tranquilli, ci stiamo già organizzando per l’anno prossimo.
Una fase avanzata della competizione, infatti, richiedeva di provare i giochi in concorso con qualche sistema online.
Ad avercela una connessione veloce!

La grande opera di selezione

Una prima fase, quando i giochi erano davvero tanti, la valutazione era offline.
Ogni partecipante ha inviato il regolamento e un video dove aveva un tempo molto limitato per presentare il suo gioco in gara.
Per ogni titolo assegnato, il giudice doveva riempire una scheda di valutazione.
In questo modo, andando a memoria, abbiamo valutato qualcosa come più 30 giochi.
Vi dobbiamo dire che c’erano anche delle idee innovative, sebbene, come dicevamo, i giochi presentassero maturità differente tra loro.
Fino ad oggi, in realtà fino alla pubblicazione della classifica, ci sentivamo comunque vincolati dal “segreto istruttorio”.
Può essere contatteremo alcuni degli autori partecipanti per dar loro più spazio nel nostro blog.

Winter: il gioco vincitore a pari merito (credit: cardboardedison.com)

Chi ha vinto

Inutile ora scendere nel dettaglio del podio.
Alla pagina che abbiamo indicato, si ha accesso a tutta quanto serve per farsi un’idea dei titoli finalisti.
I giochi erano davvero di tutti i tipi.
C’è un titolo giocabile in solitario, ma anche party game per 8 giocatori.
Anche le meccaniche scelte da giocatori sono molto varie, con complessità e durate molto differenti da gioco a gioco.
Qualcosa di immediato, che si gioca in 15 minuti, è arrivato in finale, così come giochi da 2 ore e più.
Vi consigliamo di dare un’occhiata a questi giochi: alcuni di loro, come dicevamo, saranno sotto contratto di qualche editore o lanciati su Kickstarter.

Octupus Scramble: altro titolo vincitore a pari merito (credit: cardboardedison.bgg)

Chi ha perso

Questo è il punto che ci ha mosso a scrivere l’articolo.
Può sembrare piaggeria, ma poco importa. Speriamo i nostri lettori abbiamo intravisto in Volpe Giocosa la sua buona fede.
In Redazione, lo abbiamo detto più volte, ognuno di noi ha gusti diversi.
Gli organizzatori, tra l’altro, ci indicarono come giusto di non farsi trascinare, per quanto possibile, dal gusto personale per una certa tipologia di giochi.
In maniera asettica abbiamo provato ad esprimere il nostro giudizio, non sempre a 5 stelle.
C’è stato anche spazio per motivare i punti di forza e deboli di ciascun gioco.
Pensavamo che arrivasse una pallottola in una busta.
Niente di tutto ciò.
Anzi. Gli autori dei giochi a cui abbiamo dato i voti i più bassi ci hanno poi scritto in privato per ringraziarci.
Le nostre critiche, o considerazioni, per epurare il termine dal suo concetto negativo, li aveva aiutati a vedere il proprio gioco sotto un altro punto di vista.
In qualche modo, magari non i nostri commenti, per carità, la selezione ha permesso loro di migliorare il loro gioco.

In conclusione

Partecipare alla giuria di Cardboard Edison Award è stato divertente e stimolante.
Saremmo lieti se Chris e Suzanne vorranno coinvolgerci nelle loro prossime iniziative, ma credo stiamo già andando in questa direzione.
Ci è piaciuto il clima che si è creato, con una giuria professionale, che ha saputo dare commenti costituitivi.
Dall’altra parte, concorrenti open mind, hanno saputo trarre il meglio della competizione, dove la vittoria o no, è solo un aspetto a latere.
Sappiamo infatti chi ha vinto, ma nessuno ha perso.
Invitiamo chi avesse un gioco nel cassetto a partecipare a competizione come questa, o anche quella promossa da BGG, con lo spirito giusto.
Farà del bene a voi e ai vostri giochi.

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