Quello che ci colpì di Venice fin da quanto le prime indiscrezioni uscirono in rete, furono i materiali.
Uno degli autori è poi è Dávid Turczi, un autore che abbiamo conosciuto anni fa per la sua serie su Budapest e di recente per Rome & Roll.
Insomma, un autore che non ci ha mai deluso. Pertanto appena Giochix ha portato Venice in Italia, non potevamo farcelo scappare.
Tempo di lettura 6 minuti
Venice è ambientato a…vabbè, a Venezia, nemmeno a dirlo.
Siamo di fronte a un pick-up & delivery. Per chi masticasse poco di “categorie giocose”, parliamo di una meccanica che richiede che un oggetto sia raccolto da una qualche parte e trasportato a un “cliente finale”. Il servizio viene poi premiato con punti o denari.
Detto questo vi aspettiamo alle conclusioni per una bella gita nella città lagunare.
Venice
di Dávid Turczi e Andrei Novac
Giochix
Da 1 a 5 giocatori. Età 14+
Durata: 60-90 minuti
Costo:
Un sacco di materiali con idee che andrebbero prese in considerazione anche da altri editori
La scatola di Venice è rettangolare old school.
Sul coperchio c’è una generica veduta di Venezia al tramonto. Qualche lanterna, una chiesa che sembra la Basilica di Santa Maria della Salute e un’immancabile gondola.
La gondola è l’elemento chiave del gioco.
Due a disposizione per ciascun giocatore. Non un meeple né una pedina, bensì una sorta di zatterina in plastica.
Abbastanza grande da ospitare in poppa il gondoliere, lui sì un meeple in legno, mentre al centro ha spazio per cubetti di legno.
Rappresentano le risorse da portare da un molo all’altro.
Le risorse si producono attivando gli Edifici, dei token da disseminare per il tabellone a inizio partita. Questo compito è affidato a degli Assistenti, una serie di meeple.
L’ultimo elemento wow sono i ponti. Richiamano lo stile del Ponte di Rialto e servono a collegare due sponde di un canale.
In realtà nessuno li attraversa, come vedremo.
Un sacco di carte, sia Intrigo che Missione. Ci sono poi due mazzetti separati.
Uno permette di gestire il Contrabbandiere, un’automa, qualora si giochi in due giocatori.
Le carte col Doge invece sono necessarie per le partite in solitario.
Come tenere organizzato il materiale con poca spesa
Aperto Venice abbiamo trovato tutto in ziplock.
Trovare già i sacchetti è sempre cosa gradita, se poi sono già ordinati, meglio ancora.
Infine ogni giocatore ha una scatolina in cartone del proprio colore per contenere il suo materiale durante il gioco.
Menzione d’onore: ci vuole così tanto?
Venezia di sera o di giorno
Il tabellone si usa per il lato lungo. Nel senso che il “lato corretto” è quello che vedo l’osservatore col lato corto vicino a sè.
generalmente si usa l’altro lato.
Il tabellone ha due facce, una ritrae Venezia di giorno, l’altra di notte. Al fine del gioco sono indifferenti.
La rappresentazione di Venezia è abbastanza sommaria. Nel senso che in Scotland Yard, o anche in Sherlock Holmes Consulente Investigativo, si ha modo di ritrovare i reali quartieri di Londra.
In Venice è rappresentato un dedalo di canali che si intrecciano tra loro, collegando un molo ad un altro, dove sono stati posti gli Edifici.
Alcuni Edifici pubblici, che sono prestampati sul tabellone, richiamano il Palazzo del Doge o Piazza San Marco, ma finisce lì.
Un gioco semplice e con attenzione al bilanciamento
Venice ci è sembrato un gioco semplice.
Ok, il regolamento è voluminoso. Tuttavia all’interno ci sono le indicazioni per giocare in solitario o in due giocatori, modalità che hanno regole diverse.
Infine le ultime pagine rappresentano esempi di gioco, per capire meglio come muoversi.
Ci sarebbe in realtà la possibilità di rimanere inchiodati durante la partita per mancanza di risorse.
E’ un eventualità che può accadere alle prime partite, ma l’autore ha introdotto delle carte da usare per i novellini. In questo modo si evita questo problema.
Ci sono anche altri mazzetti da gestire, ma la pesca non è mai del tutto casuale, cercando di mitigare l’alea permettendo di scegliere quale carta tenere.
Soluzione che va per la maggiore, già vista anche nell’espansione di Agora per 7 Wonders Duel.
Raccogli, sposta e consegna. Attenzione all’Inquisizione
In sintesi: ogni giocatore ha due gondole, ma un solo gondoliere. In ogni turno al veneziano ne viene assegnata una, meglio se diversa dal turno precedente se non si vuole pagare una tassa.
Tassa che bisogna anche pagare per muoverlo per i canali, pagando un tanto a casella.
Arrivato in un molo può attivare o collocare un Assistente. Ogni edificio ha in pratica quattro livelli. Ad ogni attivazione l’Assistente progredisce in questi livelli, attivando quell’azione e quelle inferiori.
Le azioni messe a disposizione sono disparate e un meccanismo permette anche una certa interazione fra i giocatori.
Le carte Missione indicano quale edificio necessità risorse e in quale numero e qualità.
Questa la spina dorsale del gioco, mentre ci sono altri effetti, come Edifici pubblici speciali, che permettono di scalare tracciati o danno altre possibilità.
L’uso dell’Intrigo
La sintesi del paragrafo precedente fa sembrare Venice un gioco dove bisogna gestire un’azienda di spedizioni.
Per carità, non sarebbe manco male (vedi Competitors), ma Venice ha elementi in più.
L’aggiunta del meccanismo dell’Intrigo crea un’altra interazione fra i giocatori.
Può capitare ad esempio che gondole di giocatori diversi si incontrino allo stesso molo.
Dalla loro plancia personale potranno abbassare la loro posizione oppure aumentare il valore di Intrigo.
Attenzione: a fine partita il giocatore con più Intrigo sarà eliminato dal conteggio dei punti, al di là dei risultati ottenuti.
Ricordate in Alta Società il giocatore che aveva speso troppo?
Questo è quel colpo di scena che a volte prende il nome di twist.
In conclusione
Venice ci porta nella Venezia del Doge. Come gondolieri, ma con due gondole, dovremmo destreggiarci fra i canali per consegnare le merci richieste dai vari Edifici.
Tutto andrebbe liscio se non ci fossero colpi bassi fra i vari gondolieri.
Colpi gobbi che possono essere pensati per aumentare il vostro valore di Intrigo e farvi passare dei guai con l’Inquisizione.
In realtà sono proprio questi colpi gobbi che danno una scossa al gioco rendendolo non solo un semplice pick-up & delivery.
Il resto lo fanno i materiali: abbondanti, inusuali, di qualità.
A dire il vero spostare il gondoliere ogni volta, senza evitare di sparecchiare tutto, richiede precisione. E’ un il prezzo da pagare se volete per avere un certo grado di realismo anche nel materiale.
Il nostro unboxing unplugged di Venice
Uno, due e tre giocatori
Letto un po’ il regolamento temevamo di trovarci essenzialmente di fronte ad un gioco per 3 giocatori.
Infatti in solitario sono messi in campo due automi (bot) e anche in due giocatori è stata vista la necessità di introdurre il Contrabbandiere.
Anche questo è un automa, gestito in condivisione tra i giocatori.
Del resto il meccanismo che regola l’Intrigo, al di là delle carte e degli Edifici, si basa sugli incontri.
Se questi sono sporadici a causa del basso numero di gondole in giro, perde un po’ di senso.
Abbiamo temuto il peggio, dopo la brutta esperienza di anni fa con 7 Wonders.
Per questo abbiamo giocato in tutte le modalità Venice.
Per fortuna in due giocatori non è una forzatura. Un mazzetto per giocatore indica come muovere il Contrabbandiere e usarlo magari per dare fastidio all’avversario.
E’ semplicemente diverso.
C’è da dire che Turczi è uno specialista degli automi, e anche qui ha fatto un bel lavoretto.
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